Ha preso il via ieri, 10 ottobre, la decima edizione del 'Festival della Sociologia' a Narni. Un appuntamento di riferimento nel panorama nazionale e sempre molto partecipato che ha offerto momenti di confronto pubblico e condivisione. Uno spazio, scrivono gli organizzatori, dove 'Sentirsi in società', questo il tema dell'edizione in corso. Studiosi, artisti, cittadini e istituzioni hanno risposto con entusiasmo al fitto calendario di appuntamenti che animano il centro della cittadina umbra.
L'picentro del Festival si conferma la prestigiosa cornice del Teatro Manini. Qui, ad inaugurare la decima edizione del Festival è stata Patricia Paperman, tra le più autorevoli sociologhe francesi, collegatasi da Parigi, che è entrata nel vivo del tema di questa edizione 'Sentirsi in società. Attenzione, Cura e Sostenibilità' proponendo una riflessione vicina ai bisogni concreti delle persone.
Il Teatro ha ospitato anche l'esibizione del coro Le Musiquorum, diretto da Maria Grazia Campus e a seguire, l'omaggio a Franco Ferrarotti, principale esponente della sociologia italiana, recentemente scomparso.
Nel pomeriggio la proiezione del corto 'Vie di Fuga' di Michela Carobelli, girato all’interno della Casa Circondariale di Terni con il finanziamento della Cassa delle Ammende. A conclusione della prima giornata, si è svolto l’incontro al San Domenico con il fotografo Gianni Fiorito, collaboratore storico di Paolo Sorrentino e di altri grandi nomi del cinema. La serata si è chiusa con 'Metamorfosi sociologiche tra letteratura e musica' dove alle voci di accademici e giovani ricercatori si sono alternate alla musica della Salt Street Band.
Narni si conferma location ideale per il Festival della Sociologia. Non solo il Manini, ma l'intera città l'ha accolto. La prima giornata della kermesse ha dimostrato ancora una volta che il legame che condivide con Narni, è identitario e tutto il centro si è trasformato "in un laboratorio sociale a cielo aperto".
La partecipazione alle varie iniziative in programma è stata trasversale, un chiaro segnale che la sociologia "non è una disciplina distante, ma un sapere analitico, vivo, attuale, per comprendere e trasformare la realtà". Numerosi gli eventi del Festival anche nella giornata odierna.
"Il nostro è un festival collettivo e mite", così l'ha definito la direttrice scientifica, Sabina Curti. "Non è un convegno di accademici, ma uno spazio pubblico su temi che ci riguardano tutti nella diversità delle esperienze di vita".
L'edizione 2025 riflette sull'attualità, sulla vulnerabilità, sulla cura e sulla sostenibilità "non come qualcosa di buono in sé ma come modi concreti di stare nel mondo, forme di socializzazione".
Una proposta nata con l'intento di "resistere alla autodistruzione, al consumismo, alla colonizzazione, all’individualismo. Forse in Occidente prestare attenzione e cura all’esistente, non vuol dire per forza rinunciare a sé stessi, ma può essere un modo più intelligente per continuare a fiorire".
Il Festival, ha sottolineato il sindaco Lorenzo Lucarelli, "ha avuto un impatto profondo e positivo sul territorio rendendo Narni un punto di riferimento nazionale per il dialogo tra mondo accademico, società civile e istituzioni".
"Ogni anno - ha ricordato il primo cittadino - porta in città studiosi, studenti, giornalisti, artisti e cittadini da tutta Italia, creando un circuito virtuoso di idee, partecipazione e confronto". A beneficiarne è anche l'indotto, "strutture ricettive, ristorazione e servizi locali ne traggono beneficio, ma soprattutto cresce la consapevolezza del valore della cultura come motore di sviluppo territoriale".
"Narni - ha aggiunto - è una comunità che sa accogliere, riflettere e rinnovarsi attraverso il sapere. Con la sua storia e il suo patrimonio artistico, offre uno scenario ideale per un festival che parla di società, relazioni e futuro rafforzando l'identità stessa della città".