Dopo la sollecitazione di un gruppo di associazioni cittadine e a cinquant’anni dalla loro realizzazione, la Soprintendenza ai beni artistici e architettonici dell’Umbria ha inviato una lettera al Comune di Terni per conoscere lo stato della procedura di rimozione dei murales realizzati nel 1975 dalla brigata cilena “Pablo Neruda” sulle curve Est e Sud dello stadio Libero Liberati (come si vede nella storica foto del compianto Sergio Coppi in copertina).
Il Comune, proprietario dello stadio la cui area è stata ceduta in diritto di superficie alla Ternana Calcio, annuncia che risponderà a breve, con un documento firmato dall’ingegnere Piero Giorgini, responsabile del procedimento legato al progetto Stadio-Clinica.
“Abbiamo già chiarito alla Soprintendenza, in due conferenze dei servizi, che i murales saranno trattati come beni storici e identitari che intendiamo non solo tutelare ma anche valorizzare” spiega l’assessore ai lavori pubblici Giovanni Maggi. “Non abbiamo ricevuto alcuna prescrizione formale, mail tema della conservazione è stato approcciato come si fa con i manufatti di pregio. È già previsto il loro distacco con tecniche di restauro, simili a quelle utilizzate per gli affreschi, la conservazione in luoghi idonei, che sranno individuati in progettazione esecutiva, e la valorizzazione nei nuovi spazi pubblici del progetto”.
La questione è stata riaccesa da un fronte compatto di associazioni:ARCI Terni, Il Pettirosso APS, ANPI Terni, CGIL Terni, Sentieri Partigiani, ASD Gramsci Terni, insieme ai gruppi della Curva Est Vecchio Stampo e Brigata Gagarin. Queste realtà avevano inviato una segnalazione ufficiale alla Soprintendenza per chiedere la tutela dei murales, considerati non semplici decorazioni ma testimonianza viva della solidarietà internazionale della città.
Le opere, infatti, furono dipinte da esuli cileni accolti a Terni dopo il golpe di Pinochet, trasformandosi in un lascito artistico e politico che intreccia memoria collettiva e identità locale. La presa di posizione dell’Ufficio di Perugia, che ne ha riconosciuto il valore culturale, è stata accolta con soddisfazione: “Non possono essere rimosse senza garanzie di tutela. Rappresentano una pagina di storia e appartengono a tutta la comunità”.
Anche in Parlamento la vicenda è arrivata sul tavolo del Ministero della Cultura, con l’interrogazione dell’onorevole Elisabetta Piccolotti (AVS), segno che il dibattito è ormai di respiro nazionale.
Dal canto suo, il Comune di Terni ribadisce che la questione era già stata affrontata nel 2022, in sede di Conferenza dei Servizi preliminare all’autorizzazione del progetto. Ternana Calcio e Stadium Spa, promotori dell’intervento sul Liberati, hanno previsto - come detto - la rimozione in sicurezza con tecniche di restauro, la conservazione in ambienti protetti e, infine, il ricollocamento in una piazza pubblica davanti allo stadio, nell’ambito della riqualificazione complessiva.
L’assessore Maggi chiarisce: “Abbiamo ricevuto piena disponibilità da Ternana e Stadium a valorizzare i murales e a garantire un percorso partecipativo con cittadini e associazioni. Questo tema è sul tavolo da tempo, giàal tempo dei primi progetti, quando ancora il sindaco Bandecchi era solo un imprenditore presidente della squadra di calcio. Io voglio credere che dietro questa operazione non ci siano ragioni politiche o la volontà di osteggiare il progetto del nuovo stadio. Allo stesso modo gradirei che non fossero avanzati dubbi sulla correttezza operativa delle azioni tecniche dell'amministrazione comunale".
Il destino dei murales del Liberati resta al centro di una dialettica delicata: da un lato, la necessità di non disperdere un patrimonio simbolico che racconta la storia dell’accoglienza ternana; dall’altro, l’urgenza di integrare la loro tutela nel progetto di riqualificazione urbanistica dello stadio.
La Soprintendenza ha aperto un varco istituzionale importante, mentre il Comune rivendica di aver già incluso la valorizzazione nel piano: "In questianni, in cui i murales si sono degradati e non sono stati conservati, nessuna voce si è alzata per chiederne la tutela e la valorizzazione", conclude Maggi.
Le associazioni, dal canto loro, annunciano la volontà di organizzare un’iniziativa pubblica dedicata: “Vogliamo ripercorrere la storia dei murales della Brigata Pablo Neruda e valorizzare la memoria dell’accoglienza ternana verso i profughi cileni. Quel patrimonio umano e artistico appartiene a tutta la comunità e deve essere condiviso”.