Questa mattina 26 settembre a Palazzo dei Consoli, cuore civico di Gubbio, è stata presentata alla stampa la grande mostra “Francesco e Frate Lupo”, un progetto ambizioso che racconta, attraverso più di 350 opere, il leggendario incontro tra San Francesco e il Lupo di Gubbio.
L’esposizione, a cura di Ettore Sannipoli e Cristina Galassi, si snoda in tre sedi espositive: Palazzo dei Consoli, le Logge dei Tiratori della Lana e il Museo Diocesano. Un percorso diffuso che invita il visitatore a immergersi nel patrimonio artistico, storico e spirituale che lega San Francesco alla città.
Aprendo la conferenza stampa, il curatore Ettore Sannipoli ha spiegato la scelta di articolare la mostra in più sedi: “In tre sedi espositive, qui a Palazzo dei Consoli, alle Logge dei Tiratori e al Museo Diocesano. “Qui a Palazzo dei Consoli sono esposte le opere principali e viene proposta una narrazione unitaria: il racconto del XXI capitolo dei Fioretti dedicato all’ammaestramento del lupo, accompagnato da una selezione di opere provenienti anche da fuori Gubbio.”
Sannipoli ha sottolineato l’importanza delle sezioni di approfondimento: “C’è un focus sulla realizzazione del monumento a San Francesco e al Lupo nel Parco della Vittorina e altre sottosezioni dedicate alla vestizione di San Francesco da parte di Giacomello Spadalunga e al vescovo eugubino Villano, che secondo la tradizione donò la chiesa della Vittorina al Santo.”
Alle Logge dei Tiratori il percorso si concentra sulle ceramiche di soggetto francescano, in particolare sulla storia del Lupo: “Sono ceramiche prevalentemente eugubine del Novecento, ma anche pezzi di Pesaro, Deruta e altri centri di antica tradizione ceramica, con un’incursione fino in Romagna.”
Al Museo Diocesano, invece, spazio a documenti d’archivio, illustrazioni librarie e incisioni: “Sono esposti documenti provenienti dall’Archivio diocesano, splendide miniature della biblioteca del Sacro Convento di Assisi e incisioni dal XVI al XX secolo, con firme prestigiose come Dürer, Luca di Leida e Federico Barocci.”
La storica dell’arte Cristina Galassi ha offerto una chiave di lettura diversificata, sottolineando il legame indissolubile tra Francesco e Gubbio: “Questa città è la seconda patria di Francesco. Qui è stato vestito da Giacomello Spadalunga, qui ha incontrato il lupo: un episodio mai riscritto, rimasto intatto nella tradizione e dalla straordinaria forza narrativa.”
Galassi ha definito la mostra un vero esempio di storytelling: “Gli artisti hanno interpretato l’episodio in modo immaginifico, unendo arte, immaginazione e spiritualità. Non troverete due lupi uguali: ogni artista ha dato corpo alla propria visione, offrendo al pubblico un frammento unico di questa leggenda.”
L’immagine simbolo della mostra è il dipinto di Olivier Besson del 1877, proveniente dal Palais des Beaux-Arts di Lille: “In questo quadro il lupo è ormai parte della città: ha l’aureola, è pacificato, e gli abitanti lo accolgono come uno di loro. È un’opera che restituisce la potenza di questa storia di riconciliazione.”
La mostra espone dipinti, sculture, incisioni, ceramiche e manoscritti, offrendo un percorso che attraversa i secoli. Tra i pezzi più preziosi spiccano:
Un manoscritto del 1492 dalla Biblioteca Nazionale di Napoli con vivaci disegni raffiguranti il lupo e la città di Gubbio.
La “Franceschina”, codice della fine del Quattrocento conservato alla Porziuncola, che raffigura una scena vivace dell’incontro.
Opere di grandi artisti come Dürer, Luca di Leida, Federico Barocci e Paride Fazzini.
Un’intera sezione dedicata al trittico “del Trapasso” con ai lati le due scene simbolo: San Francesco e il Lupo e La Predica agli Uccelli.
La mostra si distingue anche per le tecnologie multimediali utilizzate: “In Palazzo dei Consoli c’è un box immersivo dove si alternano un cartone animato per i bambini e un racconto per immagini dei diversi momenti della leggenda.”
Il Museo Diocesano offre una ricostruzione scenografica della tana del lupo, con un’installazione interattiva che coinvolge grandi e piccoli.
Un video, proiettato nelle sedi espositive, accompagna il visitatore in un viaggio nei luoghi francescani di Gubbio: dalla Vittorina alla Chiesa della Pace, dall’Abbazia di Vallingegno fino al Convento di San Francesco, per riscoprire i luoghi simbolo del passaggio del Santo.
Il sindaco Vittorio Fiorucci ha sottolineato il valore dell’iniziativa nel contesto delle celebrazioni per gli ottocento anni dalla morte di San Francesco: “La mostra ‘Francesco e Frate Lupo’ è un evento importante che si inserisce nel programma delle celebrazioni francescane. Coinvolge tutta la città e l’Umbria intera, pronta a rendere omaggio al Santo della pace.”
Fiorucci ha ricordato come proprio a Gubbio Francesco abbia compiuto alcune delle scelte decisive della sua vita: “Qui la sua scelta di vita si è consolidata: Gubbio era già terra di santi, un luogo che ha favorito la sua evoluzione spirituale. Questo progetto vuole commuovere e far crescere interiormente chi lo visiterà.”
Gli organizzatori sottolineano che la mostra è pensata per un pubblico ampio: studiosi, appassionati d’arte, pellegrini e famiglie. L’obiettivo è offrire un percorso di conoscenza e di emozione, in cui arte e spiritualità si intrecciano.
“Non è solo un’esposizione di opere – ha ricordato Galassi – ma un percorso di scoperta che parla al cuore, che restituisce alla città il ruolo di seconda patria di Francesco.”
La mostra “Francesco e Frate Lupo” rappresenta un’occasione unica per rivivere uno degli episodi più celebri della vita del Santo, reinterpretato nei secoli da artisti di ogni epoca.
Con oltre 350 opere esposte, un percorso diffuso e un approccio innovativo, l’esposizione si propone di diventare un punto di riferimento per gli studi francescani e per la valorizzazione di Gubbio come città francescana per eccellenza.
L’invito degli organizzatori è chiaro: “Venite a vedere questa mostra – ha concluso Sannipoli – perché racconta non solo una storia, ma una parte dell’anima di Gubbio.”