05 Nov, 2025 - 15:09

Morti sul lavoro, Umbria tra le regioni più colpite: 14 vittime nei primi nove mesi del 2025, +25% rispetto alla media nazionale

Morti sul lavoro, Umbria tra le regioni più colpite: 14 vittime nei primi nove mesi del 2025, +25% rispetto alla media nazionale

L’Umbria rientra tra le regioni italiane con i più alti indici di mortalità sul lavoro, registrando 14 decessi nei primi nove mesi del 2025, pari a un’incidenza del 25% superiore alla media nazionale. A rivelarlo è l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, che registra in Italia 784 vittime nei primi nove mesi dell’anno, otto in più rispetto al 2024, a conferma di un trend che non accenna a invertirsi.

Di queste, 575 hanno perso la vita durante lo svolgimento dell’attività lavorativa e 209 nel tragitto casa-lavoro. "La situazione resta allarmante e impone un impegno concreto per rafforzare formazione, vigilanza e cultura della prevenzione", ha dichiarato il presidente dell’Osservatorio, ing. Mauro Rossato.

Sicurezza sul lavoro, l’Italia si tinge di rosso: metà delle regioni oltre la soglia d’allarme

Secondo il report, oltre la metà delle regioni italiane rientra in area rossa o arancione per incidenza di rischio, con un indice medio nazionale di 24 morti ogni milione di occupati.

Nella “zona rossa”, che indica il livello più alto di rischio, figurano Umbria, Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia. Seguono le regioni in “zona arancione”Liguria, Calabria, Abruzzo, Trentino-Alto Adige, Veneto, Piemonte e Sardegna - dove l’incidenza resta comunque superiore alla media.

Una situazione leggermente più contenuta, ma ancora preoccupante, caratterizza le aree in “zona gialla”, tra cui Emilia-Romagna, Toscana, Marche e Molise, mentre soltanto Valle d’Aosta, Lombardia, Lazio e Friuli-Venezia Giulia si collocano in “zona bianca”, con i tassi di rischio più bassi a livello nazionale.

La Lombardia continua a registrare il numero più elevato di vittime, 73 nei primi nove mesi del 2025, seguita da Veneto (60), Campania (57), Piemonte ed Emilia-Romagna (47), Sicilia (46) e Puglia (43). Dati che, pur riflettendo la maggiore densità occupazionale delle regioni settentrionali, evidenziano una persistente emergenza nazionale, con un divario territoriale che resta marcato e che richiede interventi mirati.

Settori più colpiti e fasce d’età a rischio

Il settore delle costruzioni si conferma il più colpito, con 99 vittime registrate, seguito dal comparto manifatturiero (83 decessi), trasporti e magazzinaggio (71) e commercio (54). Le fasce d’età più esposte restano quelle più avanzate, dove il rischio cresce in modo significativo. Gli over 65 fanno segnare un indice di mortalità di 78 decessi ogni milione di occupati, mentre la fascia 55-64 anni registra 37,5 casi. In termini assoluti, è proprio quest’ultima categoria a pagare il prezzo più alto, con 200 vittime su 575 complessive.

Aumentano le vittime tra donne e stranieri

In aumento anche le vittime tra le donne lavoratrici, che nei primi nove mesi del 2025 sono state 68 (33 decedute sul luogo di lavoro e 35 nel tragitto casa-lavoro), cinque in più rispetto al 2024. Particolarmente critica anche la situazione dei lavoratori stranieri, che continuano a rappresentare una delle categorie più esposte. Le morti registrate sono state 171, di cui 125 durante l’attività lavorativa, con un rischio di decesso più che doppio rispetto a quello dei lavoratori italiani: 49,7 contro 21 morti per milione di occupati.

Infortuni sul lavoro, venerdì il giorno più nero

Il venerdì si conferma il giorno più drammatico della settimana per gli incidenti sul lavoro, con il 22,3% dei casi mortali registrati, seguito da lunedì (20,8%) e giovedì (16,8%). Un dato che, secondo gli esperti, riflette i picchi di attività produttiva e l’accumulo di stress e fatica nei giorni centrali del ciclo lavorativo. 

Sul fronte degli infortuni non mortali, il rapporto segnala un leggero ma costante aumento: le denunce complessive sono salite dello 0,7%, passando da 433.002 nei primi nove mesi del 2024 a 435.883 nello stesso periodo del 2025. Le attività manifatturiere restano il comparto con il maggior numero di segnalazioni (52.283), seguite da costruzioni (28.210), sanità (27.492), commercio (25.094) e trasporti (24.792).

Complessivamente, gli infortuni hanno interessato 280.011 uomini - di cui 241.875 in occasione di lavoro - e 155.872 donne, con 121.103 episodi avvenuti sul luogo di lavoro. I lavoratori stranieri rappresentano circa un quinto del totale, con 94.158 denunce.

Morti bianche, cresce la richiesta di un’azione coordinata tra Inail, Asl e Ispettorati

Il rapporto dell’Osservatorio ribadisce il ruolo centrale dell’indice di incidenza - il numero di decessi per milione di occupati - come strumento fondamentale per valutare l’andamento del fenomeno e orientare le politiche di prevenzione. Gli esperti sollecitano l’adozione di una strategia nazionale integrata, che metta al centro la formazione dei lavoratori, controlli mirati e un sostegno concreto alle piccole e medie imprese.

In Umbria, sindacati e associazioni di categoria tornano a chiedere un piano straordinario per la sicurezza nei cantieri, nel comparto agricolo e in quello manifatturiero, settori che continuano a registrare il maggior numero di incidenti. Tra le richieste principali figurano l’aumento del personale ispettivo, campagne di sensibilizzazione permanenti e programmi di formazione obbligatoria per lavoratori e datori di lavoro.

"Ogni morte sul lavoro rappresenta una sconfitta per il sistema produttivo e per le istituzioni", affermano le sigle sindacali regionali, che parlano di “emergenza strutturale” e sollecitano un coordinamento più stretto tra Inail, Asl e Ispettorati del lavoro.

Il dato umbro, inserito in un quadro nazionale che non mostra segnali di inversione, conferma quanto la sicurezza sul lavoro resti una delle principali emergenze sociali del Paese. E dietro ogni numero, ricordano gli operatori, c’è una storia, un volto, una famiglia che non deve essere dimenticata - un monito a non abbassare mai la guardia.

AUTORE
foto autore
Francesco Mastrodicasa
condividi sui social
condividi su facebook condividi su x condividi su linkedin condividi su whatsapp
ARTICOLI RECENTI
LEGGI ANCHE