15 Apr, 2025 - 13:09

Monumenti Aperti 2025, per la prima volta partecipa anche Perugia

Monumenti Aperti 2025, per la prima volta partecipa anche Perugia

Per la prima volta in quasi trent’anni, nel 2025 Perugia entra nel circuito nazionale di Monumenti Aperti, una delle più importanti iniziative culturali italiane. Il 17 e 18 maggio, infatti, i cancelli del complesso monumentale di Santa Giuliana si apriranno al pubblico per un evento che unisce arte, storia e teatro. Un debutto che segna un momento significativo per la città e si inserisce in un contesto nazionale in fermento, con 87 città e 800 monumenti coinvolti in tutta Italia.

Monumenti aperti 2025, Perugia e Santa Giuliana: un debutto che lascia il segno

Svelare ciò che è stato nascosto, raccontare ciò che il tempo ha coperto con la polvere della dimenticanza: è questo il cuore di Monumenti Aperti, che nel 2025 fa tappa anche a Perugia con un evento destinato a lasciare il segno. Il protagonista sarà il complesso monumentale di Santa Giuliana, straordinario esempio di architettura cistercense e luogo simbolo della città dal 1253.

L’antico monastero, oggi sede della Scuola Lingue Estere dell’Esercito, aprirà le sue porte per un fine settimana all’insegna della scoperta e dell’emozione. Ma non si tratterà di una semplice visita: grazie al lavoro della compagnia Rinoceronte Teatro, il percorso sarà teatralizzato, trasformando l’esperienza in un viaggio immersivo tra spiritualità, architettura e memoria collettiva.

Monumenti Aperti sarà quindi una straordinaria occasione per restituire ai cittadini la consapevolezza del loro patrimonio culturale. I visitatori potranno aggirarsi tra il chiostro progettato da Matteo Gattapone, visitare la sala della badessa, incontrare personaggi storici in abito d'epoca e lasciarsi trasportare in un racconto vivo, capace di unire conoscenza e suggestione. Un modo nuovo e coinvolgente per riscoprire uno dei gioielli meno noti della città.

Un progetto nazionale che parla alle comunità

Monumenti Aperti è nato nel 1997 a Cagliari con l’obiettivo di valorizzare siti culturali poco noti o normalmente inaccessibili, coinvolgendo le comunità locali nella loro riscoperta. A distanza di quasi trent’anni, l’iniziativa ha raggiunto numeri straordinari: nel 2025 saranno 800 i monumenti aperti in 87 città di 19 regioni italiane. Il titolo scelto per questa ventinovesima edizione, "Dove tutto è possibile", sintetizza il potere evocativo della cultura come spazio di incontro e rigenerazione.

Tra maggio e novembre, decine di luoghi normalmente nascosti si trasformeranno in centri pulsanti di vita e creatività. Dai tesori archeologici della Sardegna alla Basilica sotterranea di Porta Maggiore a Roma, dal Teatro Romano di Chieti alle pietre d’inciampo del Ghetto di Venezia, ogni tappa sarà una finestra su storie dimenticate, custodite nel cuore dell’Italia. E il merito è anche dei protagonisti sul campo: oltre 20.000 tra studenti e volontari guideranno le visite e animeranno le attività, trasformando i monumenti in luoghi vivi e narranti.

Cultura partecipata: un laboratorio di memoria viva

Il modello partecipativo di Monumenti Aperti è ciò che lo rende unico nel panorama nazionale. Come ha dichiarato Massimiliano Messina, presidente di Imago Mundi, "Monumenti Aperti è uno spazio dove i sogni si fanno realtà, grazie al lavoro condiviso di scuole, enti locali, associazioni e cittadini". Il progetto, sostenuto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e patrocinato dalle massime istituzioni italiane ed europee, è anche un potente strumento educativo, che stimola nei più giovani il senso di appartenenza e di responsabilità verso il proprio patrimonio.

In Umbria, in particolare, la partecipazione di Perugia rappresenta un importante segnale di apertura e valorizzazione culturale. Il patrocinio del Comune e della Regione sancisce la volontà di investire in progetti che uniscono memoria, bellezza e coinvolgimento civico. Un'opportunità per la città di riscoprirsi attraverso i suoi luoghi, di intrecciare passato e futuro, e di guardare alla cultura non come a un'eredità statica, ma come a un bene vivo, condiviso e in continua trasformazione.

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Giorgia Sdei
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