È stata inaugurata al CIAC - Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno - la mostra "Valerio Adami. Mito e spiritualità", un’antologica che riunisce cinquanta opere tra dipinti e disegni, selezionate per mettere in evidenza, per la prima volta in modo organico, la dimensione trascendente nella ricerca di uno dei più grandi maestri della figurazione narrativa contemporanea. La rassegna, curata da Italo Tomassoni e Vera Agosti, è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, in collaborazione con l’Archivio Valerio Adami e la Fondazione Marconi.
Il percorso espositivo si apre con due imponenti Crocifissioni, reinterpretazioni contemporanee di un tema classico, e si sviluppa attraverso sezioni tematiche dedicate ad angeli, India, mito, filosofi, storia dell’arte e musica. Dipinti e disegni dialogano all’interno di un progetto curatoriale che pone il disegno al centro della poetica di Adami: i fogli preparatori non sono meri schizzi, ma matrici concettuali da cui prendono forma i dipinti, costituendo in mostra un corpus critico autonomo accanto alle opere di grande formato.
Valerio Adami - maestro del segno e del colore - impiega la figurazione per restituire "una visione del tempo, della storia e del reale", scandita da tratti precisi e campiture cromatiche vibranti che generano sequenze narrative ricche di riferimenti letterari, filosofici e religiosi. L’esposizione mette in luce come la riflessione sul sacro nella sua opera non sia mai dogmatica, ma si traduca in una spiritualità universale e laica, capace di intrecciare miti, riti e simboli provenienti da culture e tradizioni differenti.
Tra le opere più significative esposte spiccano il Calvario, ispirato a W. B. Yeats, e la Figura crocifissa dedicata a Ben Shahn, un chiaro richiamo alla vicenda degli anarchici Sacco e Vanzetti. In queste opere, Adami intreccia memoria storica, citazioni artistiche e intensità simbolica, creando un dialogo continuo tra passato e presente. Accanto a motivi della tradizione classica - sfingi, Caronte, divinità greche - compaiono riferimenti alle grandi religioni monoteiste, come il muro del pianto, le menorah e le moschee, in un percorso che enfatizza la spiritualità universale e la laicità del sacro.
I curatori della mostra, Italo Tomassoni e Vera Agosti, sintetizzano con efficacia l’intento espositivo: "La poetica di Valerio Adami, rivela, in tutta la sua imponenza, un immaginario complesso tragico ed ironico, favolistico e realistico, simbolico e memoriale, che in questa eccezionale mostra è stato puntualmente e largamente rappresentato anche antologicamente". Questa lettura mette in risalto la duplice natura dell’opera di Adami, allo stesso tempo mitica e documentaria, e giustifica la scelta curatoriale di far dialogare cicli tematici che, pur differenti per soggetto, convergono su un interrogativo centrale: come rappresentare la trascendenza nell’epoca contemporanea.
In Adami, disegno e colore non sono elementi separati, ma si fondono in un’unica esperienza formale. I tratti netti del disegno definiscono la struttura compositiva delle opere, mentre il colore interviene con segnature vibranti e teatrali, dando vita a un ritmo narrativo intenso. Il risultato è un linguaggio visivo capace di raccontare contraddizioni profonde - sessualità, violenza, guerra - senza mai perdere un sottile filo di sacralità che attraversa l’intera superficie narrativa. L’ossimoro tra sacro e profano si scioglie così nella ricerca di una verità formale e in una narrazione dell’esistenza che resta, al contempo, acuta e commossa.
Come afferma lo stesso Adami: “Io credo che l’arte debba in qualche modo ristabilire un ponte con il divino, probabilmente attraverso uno stato di estasi. Si crede che oggi il sacro non abbia più senso, e che la cultura moderna debba uccidere l’ultimo dio per trovare una nuova felicità. Penso invece che l’arte sia ancora questo ponte verso il sacro, verso la ricostruzione del mito.”
Questa convinzione, tratta dall’intervento L’importanza del destinatario (2000), costituisce il cuore della mostra, evidenziando l’arte non solo come espressione estetica, ma come pratica rituale e spazio di ricostruzione simbolica. Attraverso il colore, il segno e la composizione, Adami propone una riflessione sul sacro che trascende il dogma, invitando lo spettatore a confrontarsi con il mito, la spiritualità universale e il senso profondo dell’esistenza.
La mostra "Valerio Adami. Mito e spiritualità" è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, realizzata in collaborazione con l’Archivio Valerio Adami e la Fondazione Marconi e organizzata da Maggioli Cultura e Turismo. L’esposizione sarà visitabile dal 12 ottobre 2025 all’11 gennaio 2026; per orari, tariffe e prenotazioni si invita a consultare il sito ufficiale del CIAC: www.ciacfoligno.it
Il CIAC accompagna la mostra con un programma articolato di attività collaterali, pensate per coinvolgere pubblici di ogni età: visite guidate, laboratori didattici, incontri con i curatori e conferenze di approfondimento dedicate ai temi e ai significati della poetica di Adami. Queste iniziative mirano a valorizzare l’esperienza espositiva, offrendo strumenti di comprensione e favorendo il dialogo tra pubblico, studiosi e appassionati d’arte.