31 Jul, 2025 - 15:30

Minacce con coltello: vietato l’avvicinamento alla vittima. Misura cautelare della Polizia di Perugia contro un 27enne

Minacce con coltello: vietato l’avvicinamento alla vittima. Misura cautelare della Polizia di Perugia contro un 27enne

La Polizia di Stato di Perugia ha eseguito nei giorni scorsi una misura cautelare nei confronti di un 27enne, indagato per maltrattamenti in famiglia ai danni della propria compagna. Il provvedimento, disposto dal GIP del Tribunale di Perugia, prevede l’allontanamento dall’abitazione condivisa e il divieto di avvicinamento alla vittima, con l’obbligo di mantenere una distanza minima di 500 metri.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la situazione domestica era caratterizzata da violenze fisiche e psicologiche reiterate nel tempo, culminate in una grave minaccia di morte avvenuta il 10 luglio scorso, quando il giovane ha brandito un coltello contro la compagna.

Un contesto di violenze e intimidazioni

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Perugia, ha messo in luce una condotta definita “pericolosa e destabilizzante” per la vittima.

Gli investigatori hanno accertato che l’uomo ostacolava sistematicamente la compagna nella sua volontà di lavorare, assumendo atteggiamenti aggressivi e intimidatori.

“La donna ha vissuto per mesi in una condizione di intensa sofferenza e paura, spesso costretta a rifugiarsi nella camera da letto per evitare le aggressioni fisiche e verbali del compagno”, riferiscono fonti della Polizia.

La situazione era diventata insostenibile, con episodi di violenza sempre più frequenti e minacce di morte che hanno portato la vittima a trovare rifugio temporaneo presso un amico, prima di rivolgersi agli agenti per formalizzare la denuncia.

L’episodio del 10 luglio: la minaccia con coltello

Il culmine delle tensioni familiari si è registrato il 10 luglio 2025, quando una lite tra i due è degenerata al punto che il 27enne ha impugnato un coltello, minacciando di uccidere la compagna.

La donna, terrorizzata, è riuscita a scappare dall’abitazione e a mettersi al sicuro, trovando ospitalità da un conoscente. Solo in seguito, con il supporto di amici e familiari, ha avuto la forza di denunciare l’accaduto alla Polizia di Stato, permettendo così l’avvio immediato delle indagini.

Un funzionario della Questura spiega: “La gravità della minaccia, unita al quadro di maltrattamenti precedenti, ha reso urgente l’applicazione di misure di protezione, per garantire l’incolumità della vittima e prevenire nuovi episodi di violenza”.

La risposta della Procura e l’intervento del GIP

Alla luce degli elementi raccolti dagli agenti delle Volanti e dalla Squadra Mobile, la Procura ha richiesto l’adozione di una misura restrittiva, considerata indispensabile per interrompere la spirale di violenza domestica.

Il Giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta, disponendo:

  • Allontanamento immediato del 27enne dall’abitazione condivisa;

  • Divieto di avvicinamento alla vittima e ai luoghi da lei frequentati;

  • Obbligo di mantenere una distanza minima di 500 metri in qualsiasi circostanza;

  • Applicazione del braccialetto elettronico per monitorare costantemente gli spostamenti dell’indagato.

“L’obiettivo – precisa la Procura – è duplice: tutelare la sicurezza della donna e impedire la reiterazione delle condotte violente da parte del giovane”.

L’esecuzione della misura

Dopo l’emissione dell’ordinanza, gli agenti della Squadra Mobile di Perugia hanno rapidamente rintracciato il 27enne e dato esecuzione al provvedimento.

Il giovane è stato informato delle prescrizioni e sottoposto alla procedura di applicazione del braccialetto elettronico, strumento che consente alle forze dell’ordine di verificare in tempo reale il rispetto delle distanze di sicurezza stabilite dal giudice.

Secondo quanto comunicato dalla Questura, “i controlli saranno continui e rigorosi, con l’ausilio di pattuglie e sistemi di monitoraggio remoto, per evitare ogni possibile rischio di contatto tra l’indagato e la vittima”.

Un provvedimento a tutela delle vittime di violenza

Questo intervento si inserisce nel più ampio impegno delle autorità giudiziarie e delle forze dell’ordine nel contrasto alla violenza domestica.

Negli ultimi anni, grazie all’introduzione di strumenti come il Codice Rosso e l’uso del braccialetto elettronico, è stato possibile garantire una protezione più immediata ed efficace alle vittime di maltrattamenti.

Il Procuratore della Repubblica di Perugia, Raffaele Cantone, ha sottolineato: “La misura adottata dimostra che le istituzioni sono presenti e determinate a interrompere dinamiche di sopraffazione familiare. È fondamentale che le vittime trovino il coraggio di denunciare e si affidino alle autorità per ricevere aiuto e protezione”.

I segnali della violenza domestica

Gli inquirenti ricordano che la violenza in famiglia non si manifesta solo attraverso aggressioni fisiche, ma può assumere forme psicologiche, economiche e di controllo della libertà personale.

Nel caso di Perugia, le indagini hanno rivelato comportamenti tipici di relazioni abusive, come:

  • divieti imposti alla compagna di lavorare;

  • isolamento sociale;

  • minacce verbali e intimidazioni;

  • episodi di violenza fisica;

  • umiliazioni e privazioni di autonomia.

Un’operatrice dei centri antiviolenza umbri spiega: “Questi segnali non vanno mai sottovalutati. È importante intervenire tempestivamente, chiedendo supporto a professionisti e alle forze dell’ordine, prima che le situazioni degenerino in episodi irreparabili”.

Collaborazione tra istituzioni e supporto alle vittime

Il caso dimostra l’importanza della collaborazione tra Polizia, Procura, giudici e servizi di assistenza, che insieme hanno costruito un percorso di protezione per la donna.

Oltre alla misura cautelare, alla vittima è stato offerto un supporto psicologico e legale, per aiutarla a superare il trauma e riprendere in sicurezza la propria vita.

Le autorità locali incoraggiano chiunque si trovi in una condizione simile a non restare in silenzio. Sono attivi numeri di emergenza e centri specializzati, come il 1522, servizio gratuito e disponibile 24 ore su 24, che fornisce consulenza e aiuto immediato alle vittime di violenza e stalking.

L’intervento della Polizia di Stato e della Procura di Perugia rappresenta un segnale forte nella lotta alla violenza domestica. La misura cautelare, con l’allontanamento e l’uso del braccialetto elettronico, costituisce una barriera di protezione concreta per la vittima e un deterrente contro il rischio di nuovi episodi di sopraffazione.

“La sicurezza delle vittime è la nostra priorità – ribadiscono dalla Questura – e continueremo a intervenire con fermezza per interrompere ogni dinamica di maltrattamento familiare”.

Questo caso mette in evidenza l’importanza della denuncia tempestiva, della sinergia tra istituzioni e dell’utilizzo delle tecnologie di controllo, strumenti fondamentali per costruire una società più sicura, capace di difendere chi subisce violenze e di garantire giustizia a chi trova il coraggio di chiedere aiuto.

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Mario Farneti
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