La Marcia per la Pace di domenica scorsa è stata una delle edizioni più partecipate di sempre. Un fiume di oltre 200mila persone ha inondato la distanza che separa Perugia da Assisi sotto lo slogan "Imagine All the People". Bambini, ragazzi, studenti, lavoratori, rappresentanti delle istituzioni, associazioni da ogni parte d'Italia e anche delegazioni straniere, si sono uniti per ricordare l'essenza del messaggio pacifista. Un'occasione di tale portata che, benedetta anche da papa Leone, sta proseguendo nel proprio impegno chiedendo all'Onu il riconoscimento quale "Patrimonio dell'Umanità". Un traguardo per il quale è già attiva da tempo una campagna e, sostengono gli organizzatori, le carte in regola ci sono tutte.
La Marcia, ha sottolineato Flavio Lotti, presidente della Fondazione PerugiAssisi, "è un cammino che si può fare tutti i giorni. E noi insieme ai Comuni di Perugia, Bastia Umbra e Assisi, e alla Provincia di Perugia, ci siamo presi questo impegno. C'è una strada, percorribile, che vogliamo che diventi luogo di ispirazione, di un cammino di pace che poi ciascuno possa proseguire a casa propria. Da evento di un giorno deve diventare cammino quotidiano, evento quotidiano".
La prima Marcia per la Pace partì da Perugia il 24 settembre 1961 su iniziativa di Aldo Capitini, pacifista perugino considerato da molti il Gandhi italiano. Da allora è diventata una tradizione a cui ogni anno partecipano migliaia di persone da tutto il mondo per promuovere valori e diritti universali come la pace, la dignità e l’uguaglianza, la solidarietà, i diritti umani, la libertà, la giustizia, la democrazia, la fraternità.
In oltre sessant'anni la Marcia è diventata il più grande evento di pace nel mondo, espressione autentica di quanto enunciato dall'ONU stessa nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Presupposti che hanno indotto l'organizzazione a muoversi attivando una campagna per ottenere il riconoscimento Unesco.
"Siamo già stati a Parigi - ha detto Lotti -, abbiamo già fatto molte cose, abbiamo già verificato che abbiamo tutte le caratteristiche per fa sì che la Marcia venga riconosciuta per quello che è, un vero, autentico patrimonio dell'umanità che unisce due città, quella del laico Aldo Capitini e quella di un santo come Francesco di Assisi".
Come ha ribadito Lotti durante la conferenza stampa di bilancio seguita alla Marcia, quello per la pace è un impegno che si porta avanti ogni giorno. In campo ci sono già una serie di iniziative fra cui la volontà di tornare a Gerusalemme, rafforzare le "reti di pace" coinvolgendo anche enti locali e scuole, a partire dai più piccoli, avviare una sorta di "Giro d'Italia per la pace", portando nelle diverse città la lampada di San Francesco. C'è anche di più: "la proposta di una convenzione europea per la pace, mettendo insieme, a Bruxelles, tutti quelli che vogliono lavorare per la pace".
"Noi abbiamo bisogno di una politica di pace - ha dichiarato Lotti -. Questo è un tempo pericoloso, in cui la guerra ci minaccia sempre più da vicino. Noi abbiamo bisogno di costruttori di pace e per fare questo dobbiamo contare sulle nostre forze. Dobbiamo chiederci: 'Cosa possiamo fare noi?'".
La Marcia, così l'ha definita Lotti, rappresenta "uno spazio nel quale centinaia di migliaia di persone dal 1961 stanno camminando per che cosa? Non per le proprie varie idee, ma per dare una sostanza a quei valori universali che stanno iscritti nella Dichiarazione universale dei diritti umani". Ed è proprio partendo ognuno dalla propria vita e dalle proprie azioni, che si può costruire quella pace che in questo momento storico, con 56 diversi conflitti armati in corso nel mondo, il numero più alto dopo la seconda guerra mondiale, appare più necessaria che mai.