08 Oct, 2025 - 12:20

Manichino di Bandecchi a Palazzo Spada. Cecconi (FdI): "Gesti simili non sono una ragazzata"

Manichino di Bandecchi a Palazzo Spada. Cecconi (FdI): "Gesti simili non sono una ragazzata"

Sono state identificate le due giovani, di 15 e 20 anni, che nella serata di sabato 4 ottobre hanno appeso fuori dal palazzo comunale di Terni un fantoccio con le sembianze del sindaco e presidente della Provincia Stefano Bandecchi a testa in giù. Un gesto che le due hanno definito puramente goliardico dichiarandosi scollegate da ogni ambiente o partito politico. 

Bandecchi, appresa la notizia sull'identificazione, ha puntato il dito contro il clima d'odio che serpeggia in città, accusando la sinistra di aver convinto "le due povere ragazze". Nella stessa giornata di sabato, le forze politiche di sinistra, avevano promosso una manifestazione per chiedere le dimissioni del sindaco, radunando un migliaio di persone in piazza. Una iniziativa arrivata dopo le durissime contestazioni fuori e dentro il Consiglio comunale di lunedì 30 settembre, scaturite dopo il post del sindaco su Gaza.

A lanciare l'allarme sul fantoccio sabato sera erano stati due assessori comunali. Nel frattempo, quando ancora non si conoscevano le autrici del gesto, erano arrivate da più parti le attestazioni di solidarietà verso il primo cittadino. Anche il consigliere di Fratelli d'Italia, Marco Celestino Cecconi, fa sapere di aver presentato in Questura un esposto-querela dopo ritrovamento del fantoccio.

Cecconi: "Azione gravissima che mina le istituzioni"

Il consigliere stigmatizza l'accaduto definendolo "un'azione gravissima". "Considero - scrive - simili gesti tutt’altro che una ragazzata, semmai atti pericolosi e assolutamente deprecabili sempre, chiunque sia a commetterli e magari a commissionarli, nei confronti di chiunque, a prescindere dal colore e dalle appartenenze" spiega in una nota. 

Le ragazze che hanno posizionato il manichino sono state ascoltate degli inquirenti.
"A prescindere dalle eventuali ipotesi di reato che l’autorità giudiziaria verificherà - spiega Cecconi - azioni di questo genere, per i riferimenti storici che vogliono evocare, alimentano quel clima di odio che è stato più denunciato proprio dal capo del governo Giorgia Meloni". 

Il consigliere parla di "una chiara istigazione alla violenza" sfociata in "azioni che minano alla radice il rispetto delle istituzioni". Gesti che, sottolinea, "in quanto rappresentante dell’istituzione-Comune, offendono anche me. Per questo - conclude - ho presentato l’esposto-querela: ben oltre le attestazioni verbali di una solidarietà pelosa che non ci appartiene, noi siamo concretamente, nei fatti, contro questo modo di intendere la politica. Sempre e comunque".

Il sindaco bandecchi: "Nonostante insulti e minacce vado avanti"

In una lunga nota diffusa da Palazzo Spada il sindaco Bandecchi nella giornata di ieri ha fatto sapere che intende portare avanti il suo incarico "nonostante gli insulti e le minacce". Il sindaco si è detto "molto preoccupato" per l'atteggiamento dei consiglieri comunali e dei sindaci "che di recente sono scesi in piazza a Terni contestandomi per il mio operato e le mie idee liberali".  Il primo cittadino si è scagliato contro gli "organi politici ed amministrativi che hanno armato momentaneamente la mano di chi con meno capacità intellettive" che ha poi compiuto "atti sconsiderati che possono solo a loro volta armare altre menti malate".

Rivolgendo un appello ai cittadini, ha dichiarato che il suo impegno proseguirà. "Continuerò a cambiare questa città, la Provincia, come è giusto che un liberale faccia: al servizio dei cittadini che mi hanno votato e di tutta la comunità sana".

La sinistra: "A Terni pericolosa deriva del dibattito pubblico"

La sinistra ha replicato con una nota congiunta a firma di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi Sinistra, Rifondazione Comunista e PSI. "Negli ultimi giorni - si legge - Terni è diventata il teatro di una pericolosa deriva del dibattito pubblico, alimentata ancora una volta dal sindaco Stefano Bandecchi".

Inoltre, spiegano, l'identificazione delle due giovani autrici del gesto, estranee alla politica, smentisce le sue interpretazioni sull'accaduto evidenziando come "il clima d'odio in città non nasce dalle proteste, ma dalla sua cinica propaganda".

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Sara Costanzi
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