11 Sep, 2025 - 20:00

L'Umbria della scultura contemporanea: volti, opere e storie degli artisti che con creatività e tecnica hanno reso la regione di un laboratorio d'arte senza tempo

L'Umbria della scultura contemporanea: volti, opere e storie degli artisti che con creatività e tecnica hanno reso la regione di un laboratorio d'arte senza tempo

Quando pensate all’Umbria, forse vi vengono in mente i monasteri medievali, i borghi di pietra e i grandi capolavori del passato. Ma c’è un’Umbria meno scontata, viva e pulsante, che ha scelto la scultura contemporanea come suo nuovo linguaggio. Qui, tra colline silenziose e città cariche di storia, artisti di generazioni diverse hanno trovato un terreno fertile per dare forma alle loro visioni: un laboratorio a cielo aperto, dove la tradizione dialoga con la sperimentazione e l’arte si fa ponte tra epoche lontane.

Qui, tra colline che custodiscono secoli di storia e città che hanno fatto della bellezza il loro tratto distintivo, si muovono artisti capaci di far parlare il legno, il ferro, il marmo e il bronzo, trasformando ogni materia in un racconto scolpito. Ogni opera diventa un dialogo: con la memoria collettiva, con la creatività più audace, e con quella sorprendente capacità tutta umbra di intrecciare radici profonde e visione del futuro.

Attraverso atelier, spazi espositivi, piazze e musei all’aperto, vi guideremo alla scoperta di volti, storie e mani che hanno reso l’Umbria un crocevia creativo. Qui la manualità si fonde con la visione, e la tradizione si rinnova in forme sempre sorprendenti. Dietro ogni scultura non c’è solo materia che prende vita, ma il respiro di chi le ha dato anima. L’Umbria della scultura contemporanea è questo: un territorio che continua a generare bellezza, un palcoscenico dove tecnica e poesia si incontrano, e ogni opera diventa una pagina scritta nel presente, pronta a dialogare con chi la osserva e a proiettarsi verso il futuro.

Agapito Miniucchi - Lo scultore eclettico di Brufa

Nel cuore di del Parco delle Sculture di Brufa, Agapito Miniucchi ha lasciato un’impronta indelebile con opere come “Thaun”, capaci di dialogare con il paesaggio circostante e con la storia stessa del territorio. La sua ricerca artistica, che spazia dall’astrazione alla figurazione, rivela sempre un legame profondo con la materia e con il contesto in cui le sue opere nascono e si sviluppano.

Nato a Rocca Sinibalda nel 1923, Miniucchi è stato un artista autodidatta che ha trasformato marmo, ferro e legno in vere e proprie narrazioni tridimensionali. Le sue sculture non si limitano a essere forme, ma raccontano emozioni, storie e memorie, instaurando un dialogo silenzioso con chi le osserva. L’opera “Thaun”, realizzata nel 1990 e ospitata proprio a Brufa, testimonia il suo impegno nel far incontrare arte e territorio, creando un legame tra cultura contemporanea e paesaggio umbro.

Ciò che maggiormente distingue Miniucchi è la capacità di evocare sensazioni profonde attraverso forme apparentemente semplici ma di grande impatto. Ogni curva, ogni materiale plasmato diventa linguaggio universale: la scultura diventa voce, emozione e memoria, capace di parlare direttamente all’anima di chi la contempla.

Oggi, camminando tra le colline di Brufa, le sue opere emergono tra natura e luce, dialogando con le sculture di altri artisti e trasformando il parco in un luogo unico. Qui l’arte contemporanea non è separata dal paesaggio, ma vi si integra armoniosamente, invitando ogni visitatore a un’esperienza sensoriale che rimane impressa nel cuore.

Mirna Manni - La memoria della forma tra arte e natura

Mirna Manni è una scultrice contemporanea che, con sensibilità e audacia, trasforma la ceramica in un linguaggio capace di parlare al cuore e alla mente. La sua ricerca esplora il rapporto tra uomo, ambiente e memoria storica, fondendo tradizione e innovazione in opere che riflettono sulle tensioni e le trasformazioni del nostro tempo.

Tra le sue creazioni più significative spicca la serie “Natura violata”, esposta in importanti spazi come Deruta. Qui, la materia si fa veicolo di riflessione: forme deformate e figure isolate evocano l’eccesso, la solitudine e le contraddizioni della società contemporanea, mentre il legame con la memoria culturale e paesaggistica dell’Umbria conferisce profondità e radicamento alle sue opere.

La modellazione plastica di Manni non è mai fine a se stessa: ogni curva, ogni dettaglio racconta storie di equilibrio e dissonanza tra uomo e natura, tra tradizione e futuro. Le sue sculture diventano così ponti tra passato e presente, invitando chi osserva a una lettura sensibile e meditativa dello spazio e del tempo. Oltre all’attività espositiva, Manni si dedica a progetti culturali e sociali: ha curato mostre come “Èthos Keramikos” a Sutri e “Suoni dalla Terra” a Città di Castello, creando dialoghi tra arte, comunità e ambiente. Collabora inoltre con iniziative di arteterapia rivolte a persone con disabilità fisiche o sociali, consolidando il ruolo dell’arte come strumento di connessione e inclusione.

Passeggiando tra le sue opere, ci si accorge di come ogni pezzo parli una lingua universale, in grado di emozionare e interrogare, trasformando il gesto creativo in un invito a riflettere sul nostro rapporto con il mondo che ci circonda.

Mauro Berrettini - Il paesaggio come scultura

A Tuoro sul Trasimeno, nel suggestivo Campo del Sole, Mauro Berrettini ha lasciato un’impronta indelebile, fondendo arte e natura in un dialogo senza tempo. Le sue colonne in pietra serena, alte oltre quattro metri, si inseriscono armoniosamente nel paesaggio, guidando il visitatore attraverso uno spazio dove la scultura diventa esperienza sensoriale e riflessione sul rapporto tra uomo e ambiente.

Il progetto, ideato da Pietro Cascella e realizzato con la collaborazione di Berrettini e della scultrice svizzera Cordelia von den Steinen, non celebra un singolo evento storico, ma custodisce la memoria del luogo, trasformando ogni colonna in un simbolo di incontro, armonia e contemplazione. Ogni opera dialoga con il contesto circostante, respirando insieme al paesaggio e raccontando la storia del territorio attraverso la materia.

La scelta della pietra serena, lavorata con precisione e sensibilità, conferisce alle sculture un’energia silenziosa: sono contemporaneamente radicate nel tempo e sospese in una dimensione poetica, capaci di parlare all’anima di chi le osserva. Berrettini trasforma la scultura in linguaggio universale, capace di unire natura, arte e memoria in un unico percorso.

Oltre al Campo del Sole, le opere di Berrettini arricchiscono altri spazi naturali e urbani, come il Parco Sculture del Chianti, dove le sue creazioni dialogano con il paesaggio circostante, diventando simboli di equilibrio e armonia. La sua arte invita a fermarsi, a riflettere e a percepire l’intima connessione tra l’uomo e l’ambiente, ricordandoci che la scultura non è solo forma, ma esperienza, storia e poesia.

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Francesco Mastrodicasa
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