12 Jul, 2025 - 09:30

Emergenza liste d'attesa in Umbria: Cisl firma accordo con la Regione, Cimo chiede scelte drastiche alla politica

Emergenza liste d'attesa in Umbria: Cisl firma accordo con la Regione, Cimo chiede scelte drastiche alla politica

Due sindacati, due visioni. Di fronte all’emergenza liste d’attesa che continua a gravare sul sistema sanitario umbro, Cisl Medici e Cimo scelgono strade diverse. La prima firma con la Regione Umbria un’intesa per razionalizzare le prestazioni ambulatoriali e migliorare l’accesso alle cure. La seconda, pur riconoscendo alcuni punti condivisibili del nuovo Piano Sanitario Regionale, esprime scetticismo profondo sulla reale volontà politica di attuarlo. E rilancia: servono scelte impopolari, non l’ennesimo accordo tampone.

L’approccio della Cisl: un accordo operativo per agire subito sulle liste d'attesa

La Cisl Medici Umbria, insieme a Sumai (Sindacato Unico della medicina specialistica ambulatoriale) e alla Fespa (Federazione specialisti ambulatoriali), ha sottoscritto il 25 giugno scorso con la Direzione regionale Salute e Welfare un’intesa che la Giunta ha formalizzato con la delibera n. 659 del 3 luglio. Il testo si muove nel solco del Piano nazionale di governo delle liste d’attesa e punta su un sistema di prestazioni ambulatoriali mirate (Ppi), nuove agende dedicate, strumenti di telemedicina e formazione continua.

Un traguardo fondamentale per accelerare l’accesso alle prestazioni e valorizzare il ruolo degli specialisti”, commenta il segretario regionale Luca Nicola Castiglione, che rivendica il carattere concreto dell’intesa: “Abbiamo costruito un impianto chiaro, con tariffe definite, obiettivi di appropriatezza clinica, indicatori di performance e sistemi di verifica. Non è teoria, è un programma operativo".

Il punto di forza dell’intesa, secondo Cisl, è proprio l’immediata applicabilità: i fondi sono già previsti, le branche prioritarie (come dermatologia e oculistica) identificate, e gli specialisti coinvolti direttamente anche nei Pdta e nelle aggregazioni funzionali territoriali.

Tuttavia, l’accordo sulle liste d'attesa ha durata annuale e- pur prevedendo aggiornamenti - resta legato alla volontà delle singole aziende sanitarie di applicarlo in modo omogeneo. Una cornice tecnica, certo, ma che non affronta le cause sistemiche del problema della sanità umbra.

Cimo: “Basta pezze, serve un cambio radicale di rotta per la sanità umbra”

È su questo punto che si innesta la critica della Cimo Umbria, che con il segretario regionale Marco Coccetta ha partecipato all’incontro in Regione sul nuovo Piano Sanitario Regionale e, pur riconoscendo la coerenza di alcuni obiettivi con le proprie proposte storiche, ha espresso forti riserve sulla volontà politica di andare fino in fondo.

Dal 2009 sono state presentate almeno cinque bozze, ma nessuna è mai stata attuata”, ricorda il segretario regionale Marco Coccetta, che punta il dito sulla mancanza di coraggio nelle scelte: “Temiamo che manchi la determinazione per compiere scelte anche impopolari, ma necessarie. Il rischio è di ritrovarci con un piano fotocopia degli altri, mai concretizzato".

La divergenza con la Cisl è chiara: mentre Cisl lavora sul breve periodo, con un accordo specifico sulle prestazioni ambulatoriali, Cimo guarda al lungo termine e chiede una rifondazione strutturale della governance sanitaria. Le soluzioni proposte sono radicali: controllo della domanda, revisione delle priorità cliniche, penalità per chi non disdice le prenotazioni, verifica esterna da parte di Guardia di Finanza e Nas sulla gestione delle liste d'attesa in Umbria.

Il metodo dell’overbooking, oggi diffuso, è per Cimo una delle cause del disservizio: “È inefficace, crea confusione e tensione tra pazienti e medici. Bisogna smettere di sovraccaricare i turni confidando in assenze. Serve un sistema più serio”, ha spiegato Coccetta.

Due strade, stesso obiettivo: superare la crisi delle attese in Umbria

Se l’obiettivo condiviso è ridurre le liste d’attesa, il percorso individuato dai due sindacati appare diverso e quasi complementare. La Cisl Medici punta su interventi operativi immediati, costruendo un modello gestionale basato su risorse esistenti e coinvolgimento diretto degli specialisti. La Cimo, invece, denuncia i limiti strutturali del sistema e pretende un vero piano strategico per la sanità umbra, che implichi anche decisioni politiche dolorose ma necessarie.

Due visioni, due livelli di intervento. La Cisl lavora dentro l’attuale sistema, la Cimo chiede di riscriverlo. Entrambe, però, convergono su un punto: senza azione concreta, ogni piano rischia di essere l’ennesimo esercizio burocratico. E i cittadini umbri, in attesa di una visita, non possono più permettersi né annunci né rinvii.

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Federico Zacaglioni
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