L'epidemia di lingua blu (blue tongue) rischia di mettere in ginocchio il settore dell'allevamento in Umbria. La patologia virale che colpisce principalmente ovini, ma anche bovini e altri ruminanti, nelle ultime settimane ha provocato gravi danni alla filiera della zootecnia e dalla Regione Umbria si sono attivati per arginare i danni. Il governo regionale ha appena approvato una specifica delibera per riconoscere agli allevatori colpiti degli indennizzi che, almeno in parte, porteranno una boccata d'ossigeno.
Nei limiti delle risorse disponibili, sottolineano dalla Regione, verranno erogati ristori che andranno a coprire il danno dovuto alla mortalità dei capi, ovvero fino al 90% del valore di mercato calcolato su base Ismea, e a coprire le spese per lo smaltimento delle carcasse.
Gli indennizzi, spiega una nota regionale, ammontano a 250 euro a capo per i bovini e a 70 euro a capo per ovicaprini. I rimborsi potranno essere erogati a fronte della segnalazione e del riconoscimento ufficiale dei casi di morbilità e mortalità da parte dei servizi veterinari territoriali e del portale SIMAN.
I fondi messi in campo provengono dalla rimodulazione del Fondo unico regionale per l’agricoltura, già istituito con deliberazione consiliare n. 398/2024 mentre le procedure saranno gestite tramite la Gepafin Spa.
La lingua blu che negli ultimi mesi sta falcidiando percore, capre e mucche è una malattia infettiva dei ruminanti che vengono infettati tramite insetti vettori ematofagi, ovvero i culicoidi. Si tratta di piccoli moscerini attivi soprattutto nelle ore serali che negli allevamenti sembrano aver trovato il proprio habitat ideale. Gli ambienti fangosi sia naturali come le pozze piovane, che artificiali come gli abbeveratoi e i campi irrigati rappresentano infatti i luoghi perfetti per la loro proliferazione incentivata anche dalle alte temperature estive. Un singolo moscerino può infettare più capi e la malattia può colpire in tempi brevi, interi allevaemti.
Per scongiurare la diffusione della lingua blu, non trasmissibile all'uomo, la Regione Umbria ha fin da subito promosso azioni come la vaccinazione volontaria dei capi ovini; la valutazione di estensione della vaccinazione ai bovini; l’adozione di misure di contenimento, come l’uso di insetticidi, il confinamento notturno degli animali in ricoveri protetti e la rimozione dei ristagni d’acqua per limitare la diffusione dei vettori.
La Regione è intervenuta sull'emergenza, lavorando per contenere i focolai e attivando un Tavolo di crisi. "Questa delibera – ha dichiarato l’assessora regionale alle Politiche Agricole, Simona Meloni – è frutto di un lavoro rapido, concreto e condiviso tra gli uffici regionali, i servizi veterinari delle USL Umbria 1 e 2 e le rappresentanze di categoria. Non possiamo lasciare sole le aziende zootecniche umbre di fronte a un’emergenza sanitaria che incide pesantemente sulla loro attività e sul benessere animale. Gli indennizzi rappresentano una prima risposta concreta, alla quale affiancheremo azioni strutturali di prevenzione e contenimento della malattia".
Al centro degli interventi ci sono la tutela della salute animale e del settore zootecnico "una priorità politica e amministrativa. Abbiamo attivato gli strumenti normativi e finanziari disponibili per intervenire subito, dimostrando che la Regione Umbria è presente, operativa e accanto a chi ogni giorno presidia le nostre aree rurali" ha concluso.
Dalla Valenerina, un territorio che ha fatto dell'eccellenza agroalimentare il suo punto di forza, all'inizio di luglio i produttori dei Comuni più colpiti hanno chiarito nuovamente che, nonostante l'epidemia, i prodotti restano sicuri. La lingua blu, hanno ribadito, non rappresenta un rischio per la salute umana, il virus non si trasmette tramite il consumo di carne o latte e non mette in pericolo gli animali da compagnia.