11 Mar, 2025 - 21:00

Le divinità umbre e il mistero della dea Cupra:  viaggio nei riti e nelle tradizioni religiose degli  antichi Umbri

Le divinità umbre e il mistero della dea Cupra:  viaggio nei riti e nelle tradizioni religiose degli  antichi Umbri

Negli ultimi mesi, le conferenze organizzate dall’Università delle Tre Età – Parco del Monte Cucco hanno acceso i riflettori sulla cultura e sulla spiritualità degli antichi Umbri, un popolo affascinante, custode di tradizioni religiose uniche e profondamente radicate nel territorio dell’Appennino centrale.

Il ciclo di incontri, intitolato “Sulle Tracce della Storia”, ha visto come protagonista l’archeologa Maria Angela Testa, che ha offerto ai numerosi presenti un’analisi dettagliata sulle origini, la lingua e gli aspetti socio-religiosi degli Umbri.

Le conferenze, tenutesi il 15 febbraio presso il teatro comunale e l’Antiquarium di Fossato di Vico e l’8 marzo al teatro comunale di Scheggia, hanno ricostruito l’evoluzione storica e culturale degli Umbri attraverso le testimonianze archeologiche e le fonti scritte.

Uno dei temi centrali affrontati è stato il pantheon umbro, un universo complesso di divinità che rifletteva la visione del mondo di questa antica popolazione italica. Tuttavia, un aspetto particolare ha destato grande interesse: l’assenza della Dea Cupra nelle celebri Tavole Eugubine, nonostante il suo ruolo fondamentale nella religione umbra.

Secondo alcune fonti, tra le quali Plinio il Vecchio, gli Umbri erano considerati "Gens antiquissima Italiae"

Gli Umbri erano un popolo indoeuropeo stanziato nell’area compresa tra Gubbio, Fossato di Vico e Scheggia, fino alla fascia dell’Appennino umbro-marchigiano. Secondo le fonti antiche, erano considerati una delle popolazioni più antiche d’Italia, tanto da essere definiti da Plinio il Vecchio “Gens Antiquissima Italiae”.

Inizialmente semi-nomadi, vivevano in rifugi naturali e grotte, fino a sviluppare villaggi stabili con capanne di legno e paglia tra l’Età del Bronzo iniziale e quella finale. Con il tempo, gli insediamenti si spostarono sulle alture, dando origine ai castellieri, piccoli agglomerati fortificati situati tra i 700 e gli 800 metri sul livello del mare.

La loro lingua, di origine indoeuropea, è testimoniata dalle Tavole Eugubine, una delle fonti più importanti per la conoscenza della religione e dei riti umbri.

Le Tavole Eugubine, sette lastre di bronzo incise tra il III e il I secolo a.C., sono il documento più significativo sulla religione umbra. Scoperte nel XV secolo nell’area dell’antica Ikuvium (odierna Gubbio), rappresentano un vero e proprio manuale liturgico, contenente formule sacre, rituali e sacrifici destinati agli dei venerati nella città-stato umbra.

Queste tavole, scritte parte in caratteri etruschi riadattati, parte in caratteri latini ma in lingua umbra arcaica, descrivono il culto di almeno venticinque divinità, alcune delle quali assimilabili al pantheon romano. Tra le principali divinità menzionate troviamo:

  • Iupater (Giove), supremo padre degli dei, legato alla giustizia e al controllo del cielo e delle tempeste.
  • Mauart (Marte), protettore della comunità e del mondo silvo-pastorale, nonché guida in guerra.
  • Vofionus, meno noto, ma fondamentale nella pratica religiosa umbra.

Nonostante la venerazione che riscuoteva tra le popolazioni umbre, la dea Cupra non compare mai nelle Tavole Eugubine

Curiosamente, nonostante la vasta descrizione del pantheon eugubino, la Dea Cupra non compare mai nelle Tavole Eugubine, una lacuna che solleva interrogativi sulla sua effettiva presenza nel culto religioso della città.

La Dea Cupra, chiamata in umbro Cubrar, era una divinità di grande importanza per molte popolazioni umbre e picene. Considerata una Grande Madre, era associata alla fertilità, alla rigenerazione, alle acque sacre e alla sfera ctonia.

Era spesso identificata con:

  • Uni, la grande madre etrusca.
  • Bona Dea, divinità romana legata alla fecondità e al benessere delle donne.
  • Ops o Tellus, dee latine della terra e dell’abbondanza.

A differenza di Giove e Marte, Cupra incarnava la dualità della natura femminile, con un aspetto benevolo e materno, ma anche una dimensione oscura e sotterranea, collegata alla morte e alla rinascita.

Il suo culto è attestato in diverse città umbre, come dimostrano le lamiere di Plestia e Fossato di Vico, dove è citata come “Cuprasmatres plestinas” e “Cubrar Matrer”.

Tuttavia, la sua assenza nelle Tavole Eugubine suggerisce che non fosse venerata a Gubbio-Ikuvium, o che il suo culto fosse limitato ad altre aree dell’Umbria.

L’assenza della Dea Cupra dalle Tavole Eugubine potrebbe indicare che la religione umbra non fosse omogenea, ma piuttosto frammentata e adattata alle singole città e comunità.

A Ikuvium, altre figure divine femminili come Vesuna potrebbero aver svolto un ruolo analogo a quello di Cupra, assorbendone alcune funzioni. D’altro canto, la vicinanza di Scheggia e Fossato di Vico alle Marche potrebbe spiegare perché il culto di Cupra fosse più diffuso in queste zone, dove interagiva con la tradizione dei Piceni, noti per il loro legame con le divinità femminili legate alla fertilità.

La ricerca archeologica e lo studio delle fonti antiche è fondamentale per comprendere la diversità culturale e religiosa di questo popolo

L’importanza della ricerca archeologica e dello studio delle fonti antiche è quindi fondamentale per comprendere meglio la diversità culturale e religiosa dell’Umbria preromana.

Uno degli elementi più affascinanti della religione umbra era la presenza di santuari situati in luoghi elevati, considerati sacri e protetti dagli dei.

Uno dei più importanti era il tempio di Giove Appennino, nei pressi di Scheggia, dove venivano celebrati rituali oracolari e sacrifici per propiziare il favore divino.

Altri luoghi di culto, dedicati a divinità minori, si trovavano lungo i percorsi transumanti, segno di una religione strettamente legata alle necessità della comunità.

Le conferenze organizzate dall’UNITRE hanno dimostrato quanto sia ancora vivo l’interesse per le radici storiche e religiose dell’Umbria. Il mistero della Dea Cupra, la sua assenza nelle Tavole Eugubine e la varietà di divinità umbre raccontano la storia di un popolo ricco di sfumature, la cui spiritualità era profondamente intrecciata con il territorio e le sue risorse naturali.

L’approfondimento degli studi archeologici e storici permetterà in futuro di gettare nuova luce su questi antichi culti e di riscoprire un patrimonio culturale straordinario, ancora in gran parte da esplorare.

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Mario Farneti
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