22 Jul, 2025 - 13:30

Laura Santi, il cordoglio dell’Usl Umbria 1 dopo il suicidio medicalmente assistito della donna

Laura Santi, il cordoglio dell’Usl Umbria 1 dopo il suicidio medicalmente assistito della donna

La scomparsa di Laura Santi, avvenuta il 21 luglio a seguito di suicidio medicalmente assistito, ha scosso profondamente l’Umbria e rilanciato il dibattito pubblico sul diritto all’autodeterminazione terapeutica. Sono tantissimi i messaggi di cordoglio delle istituzioni e dei giornalisti e anche la Usl Umbria 1 si è accodata, esprimendo in una nota ufficiale “profonda tristezza per la scomparsa di Laura Santi a seguito della procedura di suicidio medicalmente assistito”. L'Azienda ha sottolineato soprattutto come l’intero iter sia stato affrontato nel rispetto della normativa vigente e della dignità della persona.

Il caso di Laura Santi, malata da tempo e protagonista di un complesso iter giudiziario, ha rappresentato uno dei primi esempi in Umbria di applicazione della sentenza della Corte Costituzionale che riconosce la possibilità di accedere al suicidio assistito in presenza di precisi requisiti. Un percorso iniziato circa tre anni fa e culminato con due ordinanze del Tribunale di Perugia, datate 7 luglio e 12 ottobre 2023, che hanno imposto al servizio sanitario pubblico di dare seguito alla volontà della donna.

Il rispetto delle regole e della persona: la nota dell'Azienda Usl Umbria 1 su Laura Santi

È proprio su questo punto che la Usl Umbria 1 ha voluto ribadire il senso del proprio operato. “L'Azienda ha operato con il massimo scrupolo per adempiere agli obblighi derivanti dalle ordinanze del Tribunale, agendo sempre all’interno del quadro tracciato dalla giurisprudenza della Corte costituzionale e nel pieno rispetto del difficile bilanciamento tra la tutela della vita e il diritto all’autodeterminazione terapeutica della persona”, si legge nella nota diffusa questa mattina.

L’Azienda sanitaria ha poi espresso vicinanza ai familiari e agli affetti della donna, ricordando che “l’operato è stato unicamente guidato dall’osservanza della legalità nel massimo rispetto umano per la dignità della persona”. Un epilogo che chiude una vicenda non solo medica e giudiziaria, ma profondamente umana, destinata a lasciare traccia nel dibattito nazionale sul fine vita.

I giornalisti umbri ricordano la collega

La forza di Laura Santi ha toccato anche i suoi colleghi giornalisti. L’Associazione Stampa Umbra l’ha ricordata come una professionista stimata, ma soprattutto come una donna che ha saputo trasformare la propria sofferenza in un messaggio universale.

Un pensiero commosso è arrivato anche dall’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria, che ha voluto sottolineare come Laura rappresenti “un esempio di lotta per l’affermazione del diritto all’autodeterminazione”, affrontata con tenacia e passione. La sua figura viene ricordata come quella di una professionista generosa e libera, capace di esercitare il giornalismo con spirito critico, profondità e umanità. “Non dimenticheremo il tuo insegnamento, il tuo sorriso, le tue parole. Ciao Laura, grazie”, si legge nel messaggio.

Il ricordo di una testimone coraggiosa

Oltre alle parole dell'arcivescovo Ivan Maffeis, tra i primi messaggi pubblici dopo la scomparsa di Laura Santi c'è quello della sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi ha colpito per intensità e partecipazione: “Con profondo dolore e commozione oggi ricordiamo Laura Santi, una donna coraggiosa, una giornalista instancabile e una vera protagonista della lotta per i diritti civili”, ha affermato. Per poi aggiungere: "Laura ha aperto un dialogo sulla dignità umana, il dolore, la libertà, che ci ha toccati tutti”.

Una battaglia che lascia un segno politico e civile

Laura Santi è stata la prima persona in Umbria e la nona in Italia ad aver ottenuto il via libera al suicidio medicalmente assistito. La sua morte, avvenuta nella propria abitazione accanto al marito Stefano, non è solo un fatto privato ma un gesto carico di significato pubblico. Lo ha scritto lei stessa nella sua ultima lettera: “Ricordatemi come una donna che ha amato la vita”.

Il suo impegno nella campagna per una legge più equa sul fine vita ha lasciato una traccia politica importante. Attivista dell’Associazione Luca Coscioni, aveva denunciato pubblicamente i rischi del disegno di legge in discussione, definendolo una “minaccia per i diritti acquisiti”. Aveva invitato le persone a non restare in silenzio: “Pretendete una buona legge, che rispetti i malati e i loro bisogni. Esercitate il vostro spirito critico… perché potrebbe un giorno riguardare anche voi o i vostri cari”.

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Giorgia Sdei
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