23 Jul, 2025 - 19:47

Laura Santi, il suo ultimo messaggio è un appello dal sapore umano

Laura Santi, il suo ultimo messaggio è un appello dal sapore umano

“Quello sul fine vita è un disegno di legge veramente infausto... vi chiedo di bocciarlo. Non è un intento di regolamentare il fine vita, ma di escluderlo”, ha detto Laura Santi in un videomessaggio rivolto al Parlamento. La giornalista perugina, 50 anni, affetta da sclerosi multipla, è morta nella sua casa di Perugia dopo essersi auto-somministrata un farmaco letale secondo le procedure del suicidio assistito. Il video, pubblicato dal marito Stefano Massoli all’indomani della scomparsa, contiene il suo ultimo appello ai parlamentari: l’invito a respingere integralmente il disegno di legge sul “fine vita”, giudicato da Santi “non umano” e lesivo del diritto dei malati di scegliere.

Il videomessaggio di Laura Santi contro il ddl sul fine vita

Nel video registrato prima di morire, Laura Santi si rivolge ai membri del Parlamento con parole di straordinaria forza. “Io sono Laura Santi e quando vedrete questo video non ci sarò più perché avrò deciso di smettere di soffrire per mia volontà e mio diritto”, esordisce la giornalista, chiarendo che il messaggio sarebbe stato diffuso solo dopo la sua morte. Santi spiega di aver tenuto nascosto a tutti quel videomessaggio – “Nessuno sa di questo video, è un regalo che faccio a me stessa” – e implora i politici di usare la coscienza al di là delle logiche di partito: “Vi dibatterete non da membri di partito, ma da persone dotate di testa e di cuore”.

Nel suo appello Santi definisce il disegno di legge sul fine vita “veramente infausto” e chiede che venga respinto senza esitazioni: “...un disegno di legge che non va emendato, ma va bocciato... perché non è da esseri umani”. Rassicura inoltre che riconoscere il diritto all’aiuto finale non aprirà ad abusi: “Non abbiate paura, non porterà a nessun abuso questo diritto”. Infine, lancia un appello a non ignorare i più deboli: “Vi prego, Paese Italia, occupatevi delle sofferenze dei malati più gravi... Onorevoli, grazie e buon proseguimento di vita”.

Chi era Laura Santi: la storia della giornalista di Perugia

Giornalista e attivista per i diritti civili, Laura Santi era conosciuta a Perugia per il suo impegno nelle battaglie per il riconoscimento della libertà di scelta sul fine vita. Da anni lottava contro una forma avanzata e progressiva di sclerosi multipla, che aveva reso la sua esistenza un calvario quotidiano.

Dopo un lungo percorso legale, Santi era riuscita a ottenere l’autorizzazione al suicidio assistito, diventando la prima persona in Umbria – e la nona in Italia – a vedersi riconosciuto questo diritto secondo i criteri stabiliti dalla Corte Costituzionale. Lunedì, nella sua abitazione di Perugia, ha scelto di porre fine alle sofferenze con l’auto-somministrazione del farmaco letale, assistita da personale medico e infermieristico volontario. Il marito Stefano ha raccontato che Laura “se n’è andata serena”, e che anche lui ora si sente “sereno” nel saperla libera dal dolore.

Suicidio assistito in Italia: cosa prevede la legge

Il suicidio assistito in Italia resta un tema complesso e privo di una normativa organica. Le regole attuali derivano dalla storica sentenza della Consulta sul caso Cappato-Dj Fabo, che nel 2019 ha stabilito i requisiti per l’accesso a questa pratica. Oggi la maggioranza di governo ha presentato un disegno di legge che introduce limiti rigidissimi all’aiuto al suicidio. Sarebbe consentito solo in casi molto circoscritti: malati tenuti in vita artificialmente, con patologia irreversibile e sofferenze intollerabili non alleviabili dalle cure palliative.

Il testo prevede inoltre che non vi sia un coinvolgimento diretto delle strutture pubbliche e dei medici, limitando di fatto la possibilità di ricorrere a questo diritto. Per le opposizioni e le associazioni come l’Associazione Luca Coscioni, di cui Santi era sostenitrice, la proposta legislativa rischia di annullare conquiste ottenute dopo anni di battaglie legali e civili.

Il dibattito politico sul disegno di legge e le critiche

Il disegno di legge sul fine vita divide profondamente la politica italiana. La maggioranza sostiene che le nuove norme puntano a evitare abusi e a tutelare la dignità della vita, mentre le opposizioni parlano di un passo indietro sui diritti civili. La discussione parlamentare, prevista per luglio, è stata rinviata a settembre, ma il dibattito resta acceso.

Molti esponenti del mondo civile e politico hanno espresso cordoglio per la morte di Laura Santi, ma anche attenzione per il suo ultimo messaggio. L’appello della giornalista perugina è considerato da diversi osservatori un monito a non ignorare la sofferenza di chi affronta malattie incurabili.

L’appello di Laura Santi ai parlamentari italiani

“Vi prego, Paese Italia, occupatevi delle sofferenze dei malati più gravi”. Con queste parole Laura Santi ha concluso il suo messaggio, lasciando un’eredità morale che va oltre la sua storia personale. 

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Francesca Secci
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