16 Sep, 2025 - 22:23

Dal ricordo di Laura Santi la spinta a una legge sul fine vita

Dal ricordo di Laura Santi la spinta a una legge sul fine vita

La città di Perugia ha onorato la memoria di Laura Santi – giornalista perugina malata di sclerosi multipla – con una cerimonia pubblica intitolata “Perugia per Laura”. L’evento, fortemente voluto dalla stessa Santi e organizzato dal marito Stefano Massoli con la sindaca Vittoria Ferdinandi, si è svolto martedì 16 settembre nella gremita Sala dei Notari. Santi si era spenta lo scorso 21 luglio con il suicidio assistito, dopo anni di battaglie per il diritto al fine vita; fin dall’avvio della cerimonia l’aria era intrisa di commozione e della speranza di veder approvata al più presto una legge regionale sul fine vita.

La commemorazione è stata aperta da un lungo applauso, come aveva desiderato la stessa Laura. Il marito Stefano Massoli e la sindaca Ferdinandi hanno ricordato il suo messaggio di “immortalità”: “So che mi regalerete un angolino di immortalità”, aveva confidato Santi agli amici più cari. In ricordo di questa volontà, l’iniziativa “Perugia per Laura” ha preso le mosse proprio dall’affetto della comunità. “Grazie per essere qui anche da parte di Laura”, ha detto Massoli salutando i presenti. I promotori hanno ribadito che la cerimonia non era solo un momento di cordoglio, ma anche l’occasione per testimoniare il coraggio e il valore della scelta di Santi – una donna libera, battagliera, fieramente convinta che per i diritti ci si dovesse mettere in gioco in prima persona.

Perugia per Laura, la città ricorda la giornalista attivista

Alla Sala dei Notari si sono susseguiti interventi di rappresentanti delle istituzioni locali e regionali e di esponenti dell’Associazione Luca Coscioni – che aveva sostenuto Santi nel percorso per il suicidio assistito – oltre ad amici e colleghi della giornalista.

Sala dei Notari gremita per l’omaggio a Laura Santi

Tra i relatori politici sono intervenuti la sindaca Vittoria Ferdinandi, l’assessore regionale al welfare Fabio Barcaioli e la presidente dell’Assemblea legislativa umbra Sarah Bistocchi. Con loro erano presenti anche il vicepresidente della Regione Tommaso Bori e, accanto al marito della Santi, le giornaliste Francesca Marruco e Francesca Mannocci, colleghe e amiche di Laura. Hanno preso la parola anche esponenti dell’Associazione Coscioni – tra cui Marco Cappato(tesoriere), Filomena Gallo (segretaria nazionale) e Matteo Mainardi (responsabile iniziative sul fine vita) – che avevano affiancato Santi nella sua battaglia legale.

L’eredità civile di Laura Santi e il suo messaggio di dignità

La sindaca Ferdinandi ha definito l’incontro “un momento necessario e prezioso per ritrovarci intorno alla grande eredità di Laura”, spiegando che anche dopo la scomparsa i corpi se ne vanno ma quando siamo di fronte a vite che hanno saputo trasformare il proprio dolore individuale in una lotta collettiva c’è un messaggio che non si esaurisce mai.

La lezione sulla dignità umana lasciata da Santi deve continuare a vivere nelle istituzioni e nella comunità. Marco Cappato ha sottolineato come la forza di Laura Santi sia stata nel non accettare la sofferenza in solitudine, rendendo pubblica la sua condizione per aiutare gli altri.

La voce delle istituzioni umbre sul diritto al fine vita

Oltre al ricordo, l’evento di Perugia è servito anche come piattaforma per ribadire impegni politici sul tema del fine vita. L’assessore regionale al welfare Fabio Barcaioli ha espresso l’auspicio che la “battaglia che verrà fatta in Assemblea legislativa dell’Umbria per la legge regionale sul fine vita poi porti ad una legge nazionale”.

Barcaioli annuncia la proposta di legge regionale sul fine vita

In particolare Barcaioli ha annunciato che mercoledì sarà depositata in Consiglio regionale la raccolta firme, con la proposta di legge di iniziativa popolare per il fine vita, segnando l’avvio dell’iter istituzionale della normativa umbra. Ha aggiunto che ora occorre imprimere un’azione forzata perché, come auspicato da Santi, l’Italia non resti frammentata su questo tema: non può esserci un diritto a macchia di leopardo in Italia, dunque è necessario uniformare le regole in tutte le regioni con una legge nazionale.

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Francesca Secci
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