22 Jul, 2025 - 11:12

Laura Santi morta con il suicidio assistito a casa sua, arcivescovo Maffeis: "È il giorno del silenzio"

Laura Santi morta con il suicidio assistito a casa sua, arcivescovo Maffeis: "È il giorno del silenzio"

Nessun giudizio, nessuna condanna, solo parole misurate e profonde. Dopo la scomparsa di Laura Santi, avvenuta nella sua casa di Perugia con suicidio assistito, l’arcivescovo Ivan Maffeis ha affidato il suo pensiero a una riflessione silenziosa e intensa: "Questo è il giorno del silenzio, abitato dal dolore per lo spreco che la morte porta con sé e dalla riconoscenza per il tratto di strada condiviso". Un messaggio breve ma denso di significati, consegnato all’ANSA, che riflette la delicatezza con cui il presule ha sempre scelto di rapportarsi alla vicenda di Laura.

Laura Santi ricorre al suicidio assistito e muore nella sua casa a Perugia

La giornalista perugina, malata da anni di una forma progressiva e avanzata di sclerosi multipla, si è spenta lunedì 21 luglio tra le mura della propria abitazione, dopo essersi auto-somministrata un farmaco letale. Accanto a lei, come sempre, il marito Stefano, che ha condiviso e sostenuto ogni battaglia: "Dopo anni di progressione di malattia e dopo l’ultimo anno di peggioramento feroce delle sue condizioni, le sue sofferenze erano diventate per lei intollerabili", ha dichiarato.

A rendere nota la notizia è stata l’Associazione Luca Coscioni, di cui Laura è stata attivista e volto della campagna “Eutanasia legale”.

L'arcivescovo di Perugia Ivan Maffeis ricorda Laura Santi

Già nell’agosto scorso, Ivan Maffeis, arcivescovo di Perugia, aveva voluto incontrare Laura Santi nella sua casa, presentandosi semplicemente come “don Ivan”. Lei, atea convinta, aveva accettato il confronto con trasparenza e rispetto. "Buongiorno Ivan, rispondo delimitando subito il campo. Io sono atea, sbattezzata, membro dirigente dell’associazione Luca Coscioni e mi piace De André. Comunque va bene, vediamoci", aveva scritto. Quel giorno, l’uomo in clergyman che gira in motorino ha bussato alla porta di una donna che lottava per il suo diritto a morire.

"Abbiamo parlato della mia vita, delle mie sofferenze, delle mie battaglie. Ha soprattutto ascoltato. Non ha fatto riferimenti alla Chiesa, al Vaticano, a Dio. 'Chi sta fuori da queste sofferenze – mi ha detto – deve inchinarsi a voi. Noi non dobbiamo mettere bocca su cosa fate, come vivete, come non vivete. Io non posso stare dentro i vostri vestiti o dentro le vostre scarpe. Io non posso nemmeno immaginare quello che prova lei'", aveva raccontato la giornalista perugina.

Per Laura Santi, fu un gesto raro e umano: "Ho avuto l’impressione di un uomo libero, molto umile e profondo. Non ha cercato di convincermi o di dissuadermi dal fare qualche cosa. Mi ha abbracciata, mi ha passato la borraccia, si è seduto e mi ha ascoltata".

La battaglia contro il disegno di legge sul fine vita

Negli ultimi mesi della sua vita, Laura Santi aveva preso una posizione netta anche sul fronte politico, criticando duramente il disegno di legge sul fine vita in discussione in Senato. In un post sui social e in varie dichiarazioni, aveva definito il testo "una aberrazione", puntando il dito contro l'esclusione del Servizio sanitario nazionale: "A chi lo facciamo fare allora?", si era chiesta con amarezza.

Per l'attivista, infatti, la proposta di legge rappresentava un passo indietro sul fronte dei diritti: "Questi vogliono togliere tutti i diritti e mi fa una rabbia infinita". Il coinvolgimento diretto della Santa Sede nel processo legislativo, secondo la donna, sollevava inoltre interrogativi sull'autonomia parlamentare. Con lucidità e fermezza, continuava a ribadire che ogni individuo dovrebbe poter decidere in libertà del proprio destino. Le sue parole hanno contribuito a riaccendere il dibattito nazionale, dando voce a chi da troppo tempo chiede una legge giusta sul fine vita.

Intanto, sul piano giudiziario, la Procura della Repubblica di Perugia, pur valutando le circostanze legate al suicidio assistito, non sarebbe orientata ad aprire un fascicolo sulla morte di Laura Santi. Secondo quanto trapelato, sembrerebbero essere stati rispettati i parametri stabiliti dalla Corte costituzionale. Già in passato, l’ufficio del procuratore Raffaele Cantone aveva seguito la vicenda attraverso due distinti procedimenti aperti su esposti presentati dalla stessa Santi.

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Giorgia Sdei
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