Un'antica strada del cuore d’Italia, dimenticata da molti ma mai scomparsa, torna oggi a farsi largo come protagonista di un nuovo modello di valorizzazione culturale, spirituale e turistica. È la Via Clementina, restaurata nel 1733 per volontà di Papa Clemente XII, che sabato 31 maggio sarà al centro del convegno “La Via Clementina – La Via delle Acque”, in programma alle ore 15 nella suggestiva sede della Pinacoteca Comunale di Nocera Umbra, in piazza Caprera.
Organizzato dal Comune di Nocera Umbra, dal Cedat (Centro Documentazione Acqua e Terra) e dall’associazione L’Arengo, l’appuntamento si inserisce nel quadro di un ambizioso progetto di rilancio che vede coinvolti tredici comuni tra Umbria e Marche, con il Comune di Ancona come capofila.
“Si tratta di un’iniziativa che coniuga riscoperta storica, innovazione digitale e cooperazione istituzionale su scala interregionale”, ha dichiarato Andrea Iaccarino, presidente dell’associazione L’Arengo e moderatore del convegno.
Lo scorso anno, i comuni di Ancona, Falconara, Chiaravalle, Jesi, Serra San Quirico, Genga, Sassoferrato, Matelica, Fabriano, Fossato di Vico, Sigillo, Gualdo Tadino e Nocera Umbra hanno sottoscritto un accordo di rete per promuovere congiuntamente la Via Clementina, restituendole dignità e visibilità all’interno dei percorsi storici e paesaggistici italiani.
“La Via Clementina è molto più di un’antica arteria viaria: è un filo rosso che lega due regioni, due mari, e una moltitudine di culture, storie, acque e spiritualità”, ha spiegato il sindaco di Nocera Umbra Virginio Caparvi.
Dal mare Adriatico ai rilievi dell’Appennino umbro-marchigiano, il cammino attraversa paesaggi stupendi, borghi medievali, sorgenti, fiumi e grotte, configurandosi come una “via delle acque” non solo in senso geografico, ma anche simbolico e identitario.
Il convegno offrirà un approfondimento multidisciplinare sul valore della Via Clementina come bene culturale, spirituale e paesaggistico. Il professor Fabio Fatichenti dell’Università di Perugia aprirà la sessione scientifica con una ricostruzione cartografica e storica dell’antico tracciato, restituendo al pubblico un’immagine coerente dell’itinerario originario e delle sue trasformazioni nel tempo.
Grande attesa anche per la presentazione del portale digitale “La Via delle Acque”, a cura dei professori Paolo Clini, Ramona Quattrini e Maddalena Ferretti dell’Università Politecnica delle Marche. Un progetto che coniuga tecnologia e memoria, offrendo ai camminatori di oggi una mappa interattiva e una narrazione virtuale dei luoghi attraversati.
“Il digitale non sostituisce l’esperienza fisica, ma la arricchisce, creando una connessione emozionale e culturale con i territori”, ha affermato Ramona Quattrini.
Non mancheranno contributi legati all'immaginario e al senso del sacro. La professoressa Mirella Cuppoletti, responsabile del Laboratorio Via Clementina, condurrà i partecipanti alla scoperta dei “luoghi magici” lungo il percorso, come le grotte di Genga, dove natura e spiritualità si fondono in scenari quasi mistici.
A seguire, il professor Alessandro Boccolini dell’Università della Tuscia approfondirà la dimensione religiosa del cammino, collocandola nel più ampio contesto dei pellegrinaggi appenninici e delle vie della fede.
Chiuderà il panel scientifico il professor Stefano Pifferi, anch’egli dell’Università della Tuscia, con una riflessione sulla Via Clementina come “collante culturale” in grado di riattivare un senso di appartenenza interregionale, oltre le frammentazioni amministrative.
“In un’Italia fatta spesso di campanili e divisioni, percorsi come questo possono diventare ponti identitari e strumenti di coesione culturale”, ha sottolineato Pifferi.
Accanto al contributo accademico, il convegno darà voce anche alle amministrazioni locali, protagoniste di un progetto condiviso che punta a conciliare tutela del patrimonio e sviluppo sostenibile. Tra gli interventi istituzionali, sono previsti quelli dell’assessore al turismo del Comune di Ancona Daniele Berardinelli e dell’assessora alla bellezza del Comune di Fabriano Maura Nataloni.
“Promuovere la Via Clementina significa anche riscoprire un’idea di turismo lento, rispettoso, capace di generare economia senza snaturare l’identità dei luoghi”, ha dichiarato Berardinelli.
L’assessora Nataloni ha invece posto l’accento sulla relazione tra cammino e paesaggio: “La bellezza non è solo estetica: è esperienza, è relazione con la storia, è consapevolezza del territorio che si attraversa. La Via Clementina è un laboratorio vivente di tutto questo”.
Il convegno di Nocera Umbra rappresenta un punto di partenza, non un punto d’arrivo. L’obiettivo, come più volte ribadito dagli organizzatori, è quello di costruire una visione condivisa e duratura, capace di coinvolgere non solo amministrazioni e accademici, ma anche imprese, scuole, cittadini, associazioni culturali e ambientali.
“La Via Clementina può diventare un modello replicabile di riattivazione culturale attraverso il cammino. Ma per farlo occorre alleanza tra saperi, territori e comunità”, ha affermato Andrea Iaccarino.
Nel lungo termine, il progetto mira anche a ottenere il riconoscimento ufficiale come itinerario culturale europeo, e ad essere inserito nei circuiti delle vie della spiritualità, dell’acqua e del paesaggio.
La Via Clementina, dal cuore dell’Appennino fino al mare Adriatico, si presenta oggi come metafora concreta di un'Italia che cammina verso il futuro guardando alle proprie radici. Il convegno di Nocera Umbra ne ha celebrato la complessità, il fascino e le potenzialità, accendendo i riflettori su un progetto che unisce storia, natura, tecnologia e comunità.
“La Via Clementina non è solo un cammino tra luoghi. È un cammino dentro di noi, alla riscoperta di ciò che siamo stati e di ciò che possiamo ancora diventare”, ha detto, con emozione, una delle relatrici.
Il primo passo è compiuto. E molti altri, ora, attendono di essere mossi lungo la Via delle Acque.