08 Oct, 2025 - 17:15

Jeffrey Sachs all'AST: acciaio green ed energia dal Mediterraneo, ma il discorso filo russo mette a disagio la platea

Jeffrey Sachs all'AST: acciaio green ed energia dal Mediterraneo, ma il discorso filo russo mette a disagio la platea

Nella storica Biblioteca di Arvedi Ast, cuore simbolico dell’acciaio italiano, l’attenzione doveva essere tutta sul futuro di un settore strategico, chiamato a reinventarsi alla luce della transizione ecologica. L’economista Jeffrey D. Sachs, docente alla Columbia University e voce influente nei dibattiti globali sulla sostenibilità, ha illustrato le sfide e le opportunità per l'industria europea. Ma la prima parte del suo intervento, venti minuti di analisi geopolitica sulla guerra in Ucraina, ha cambiato il registro dell’incontro: una lettura apertamente critica dell’Occidente, attribuendo la responsabilità del conflitto alle politiche della Nato e di Washington, che - a suo dire - avrebbero cercato di espandersi a Est per relegare Mosca al ruolo di potenza locale.

“L’aggressione della Russia è stata una risposta a provocazioni occidentali”, ha sostenuto, citando dinamiche analoghe a quelle già esposte in Italia da Alessandro Orsini. In sala, tra amministratori, politici ed esperti di energia, non pochi hanno mostrato segni di disagio: non era il tema atteso e il quadro tracciato non è stato digerito da parecchi degli intervenuti.

Dal conflitto geopolitico dell’Ucraina alle nuove frontiere energetiche euro-africane

Solo nella seconda parte del suo intervento Sachs ha riportato l’attenzione sul tema della transizione energetica. Ha parlato della necessità di un piano di connessione energetica tra Europa, Medio Oriente e Nord Africa capace di unire risorse e infrastrutture per garantire energia pulita e stabile al continente. 

“È necessario - ha affermato - puntare su idroelettrico, eolico, solare e anche nucleare. L’Europa deve ridurre la dipendenza dalle importazioni di gas frammentate e dispendiose e costruire un sistema integrato con i Paesi limitrofi”.

Ha criticato con forza le recenti scelte europee di destinare ingenti fondi all’acquisto di armamenti“Errore fatale. Quelle risorse dovevano essere indirizzate a infrastrutture energetiche sostenibili, per rendere l’Europa più pacifica, solidale ed ecocompatibile”

Un tema che deve aver fatto storcere il naso anche a qualche manager AST, visto che nel piano industriale c'è uno specifico capitolo dedicato all'impiego dell'acciaio inox nel settore della difesa

L’acciaio green, la svolta dell’idrogeno e la sfida industriale per la competitività nel settore europeo

Il passaggio più tecnico ha riguardato il tema dell’acciaio verde, settore in cui Arvedi Ast rivendica un ruolo pionieristico a livello nazionale. Sachs ha indicato nella produzione a idrogeno la via d’uscita dalla dipendenza dal carbone: “Sono tecnologie in fase di ricerca che sostituiscono il carbone con il gas naturale, e rappresentano la direzione da intraprendere. L’innovazione industriale è la chiave per coniugare competitività e sostenibilità”.

Proprio in questo ambito la collaborazione tra Nemetria e il polo siderurgico ternano punta a stimolare riflessione e progetti concretiAngelo Maria Petroni, vicepresidente di Nemetria, ha ricordato come l’associazione, fondata nel 1987, abbia sempre posto la persona al centro dello sviluppo economico“Oggi il tema dell’energia è cruciale. Senza energia pulita e a basso costo, l’Italia e l’Europa rischiano una deindustrializzazione dannosa. In Umbria l’industria è la prima attività economica, davanti anche al turismo”.

Sostenibilità, rischio deindustrializzazione e nuove letture sulla sicurezza europea

L’evento, dal titolo La transizione verso l’energia pulita e la sostenibilità in Italia e in Europa, si è - quindi - caricato di disagio per il diverso approccio geopolitico introdotto da Sachs. Per Arvedi Ast, l’incontro resta comunque un tassello importante nella strategia di posizionamento sull’acciaio green, e per Terni una vetrina internazionale in cui si sono incrociati temi di industria, energia e politica globale. Il paradosso, avvertito da molti, è stato proprio questo: mentre la città ospitava un confronto su tecnologie e sostenibilità, il dibattito tornava a interrogarsi sui nodi irrisolti della sicurezza europea, tra la guerra e le sfide energetiche che da essa derivano.

Sachs ha concluso auspicando un approccio multilaterale alle questioni energetiche e invitando l’Europa a guardare al Mediterraneo come risorsa strategica. Ma per diversi ascoltatori resterà impressa soprattutto la prima parte del suo discorso, capace di spiazzare e aprire un fronte inatteso nel cuore di una platea più interessata alla transizione ecologica.

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Federico Zacaglioni
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