11 Aug, 2025 - 15:02

Incendio di rotoballe a Branca di Gubbio: fiamme per tutta la notte in Via Le Case

Incendio di rotoballe a Branca di Gubbio: fiamme per tutta la notte in Via Le Case

Un violento incendio è divampato nel tardo pomeriggio di ieri, intorno alle 19:00, in un campo agricolo della frazione di Branca, in Via Le Case, coinvolgendo decine di rotoballe di paglia accatastate all’aperto. Le fiamme, alimentate dal vento e dal materiale secco, hanno impegnato i Vigili del Fuoco di Gubbio fino alla mattinata di oggi.

Secondo le prime ricostruzioni, le rotoballe erano stoccate in un’area agricola a bordo strada e costituivano scorte destinate alla zootecnia. Il rogo ha prodotto una densa colonna di fumo visibile a chilometri di distanza, creando preoccupazione tra i residenti.

L’intervento dei Vigili del Fuoco

Sul posto è intervenuta una squadra dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Gubbio, che ha operato per ore in condizioni difficili. Vista la natura del materiale, si è reso necessario l’impiego non solo di autobotti, ma anche di mezzi meccanici per smuovere il cumulo in fiamme.

«In questi casi – spiegano dal Comando – l’acqua da sola non basta. Bisogna separare e rimescolare il materiale per raggiungere i focolai interni».

L’operazione più caratteristica è stata l’utilizzo di una benna meccanica che, per tutta la notte, ha continuato a rivoltare le rotoballe brucianti. Questa tecnica permette di esporre l’interno del materiale all’aria e ai getti d’acqua, raffreddando in profondità e impedendo che il fuoco covi per ore sotto la superficie apparentemente spenta.

Perché non si usa solo l’acqua

Il comportamento del fuoco in presenza di rotoballe è molto diverso rispetto a quello di un incendio boschivo o di sterpaglie. Come spiegano gli esperti, il cuore di una rotoballa può trattenere calore per lungo tempo, anche dopo un apparente spegnimento.

«L’acqua – sottolinea un agronomo interpellato – raffredda la parte esterna, ma l’interno resta caldo e può riaccendersi. Per questo è fondamentale smontare il cumulo e disperdere il materiale».

Questo approccio è previsto anche nei protocolli di intervento dei Vigili del Fuoco, che, in presenza di fieno o paglia, privilegiano la separazione fisica delle masse, anche a costo di aumentare i tempi dell’operazione.

Paglia, fieno e insilato: le differenze

Per capire meglio il contesto, va chiarito che le rotoballe di paglia non sono la stessa cosa delle rotoballe di fieno o di insilato.

  • Paglia – residuo secco di cereali come grano e orzo, povero di proteine e usato più come lettiera che come alimento principale per bovini.

  • Fieno – erba essiccata, base nutrizionale per molti allevamenti.

  • Insilato – erba o mais trinciato e conservato fermentando in ambiente anaerobico, ad alto valore nutritivo.

Nel caso di Branca, si tratterebbe di paglia secca. Questo dettaglio è importante per capire anche le cause dell’incendio.

L’ipotesi dell’autocombustione

Una delle prime domande che si pongono in questi casi è se il rogo possa essere partito per autocombustione.

L’agronomo spiega: «L’autocombustione avviene soprattutto nel fieno o nell’insilato se pressati con troppa umidità, perché la fermentazione interna produce calore fino al punto di innesco. Ma nella paglia secca il fenomeno è raro: serve quasi sempre una fonte esterna».

Non a caso, nella notte il personale intervenuto si è mostrato cauto su questa ipotesi. «Il materiale era secco, quindi pensiamo più a un innesco esterno», avrebbe commentato un vigile del fuoco.

Possibili cause: dall’incidente al dolo

In assenza di umidità elevata, le cause più probabili sono:

  • Innesco accidentale: scintilla da macchinari, mozzicone di sigaretta, corto circuito da recinzioni elettriche.

  • Incendio doloso: un’azione volontaria per danneggiare il raccolto o per altri motivi.

La dinamica dell’incendio può dare indizi: nel caso dell’autocombustione, il fuoco parte da un punto interno e si sviluppa lentamente verso l’esterno; con un innesco esterno, invece, le fiamme si propagano rapidamente sulla superficie e poi penetrano nel materiale.

I danni e le conseguenze

Il bilancio dei danni è ancora in corso di valutazione. Le rotoballe distrutte erano numerose e rappresentavano una parte consistente della scorta agricola per l’inverno. Il danno economico potrebbe quindi essere significativo, anche se la paglia ha un valore commerciale inferiore al fieno.

Oltre alla perdita materiale, resta l’impatto ambientale: la combustione di grandi quantità di materiale vegetale rilascia nell’aria polveri sottili e sostanze irritanti. Non risultano comunque feriti o intossicati tra gli abitanti della zona.

Le procedure di sicurezza

Il caso di Branca è anche un’occasione per ricordare alcune buone pratiche di stoccaggio per ridurre il rischio di incendi:

  • Evitare di pressare e stoccare fieno o paglia con umidità elevata.

  • Posizionare le rotoballe a distanza da linee elettriche, macchinari e fabbricati.

  • Mantenere spazi di separazione tra cumuli per limitare la propagazione del fuoco.

  • Effettuare controlli periodici della temperatura interna nelle prime settimane dopo la raccolta.

Come ricorda l’agronomo: «In estate basta una scintilla o un vetro abbandonato per innescare un rogo. La prevenzione è sempre la strategia migliore».

Una notte di lavoro senza sosta

Le operazioni sono proseguite fino a questa mattina, quando i vigili hanno completato lo smontaggio e il raffreddamento del materiale residuo. Solo a quel punto l’area è stata dichiarata in sicurezza.

«Abbiamo continuato a rivoltare e controllare ogni parte del cumulo fino a eliminare qualsiasi focolaio», ha riferito un componente della squadra.

La prontezza dell’intervento ha evitato che le fiamme si estendessero ad altre aree agricole vicine, dove erano presenti macchinari e altre scorte.

Mentre proseguono gli accertamenti per stabilire l’origine delle fiamme, resta il fatto che una notte intera di lavoro e competenza ha impedito un disastro ancora più grave per la comunità agricola locale.

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Mario Farneti
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