27 Sep, 2025 - 12:05

Inaugurata a Gubbio la Mostra “San Francesco e Frate Lupo”: un Viaggio tra Arte, Spiritualità e Identità

Inaugurata a Gubbio la Mostra “San Francesco e Frate Lupo”: un Viaggio tra Arte, Spiritualità e Identità

Ieri pomeriggio, alle 18, la suggestiva Sala Trecentesca di Palazzo Pretorio ha ospitato la cerimonia di inaugurazione della mostra “San Francesco e Frate Lupo”, evento atteso da mesi e fulcro del calendario culturale autunnale eugubino.

L’apertura ufficiale ha visto la presenza di numerose autorità civili, religiose e accademiche, oltre ai curatori Cristina Galassi ed Ettore Sannipoli. La manifestazione si è conclusa in un luogo di grande valore simbolico: il chiostro con l’ingresso della casa del mercante Giacomello Spadalonga, dove – secondo la tradizione – si rifugiò Francesco dopo essere fuggito da Assisi. In questo spazio, immerso nella storia, è stato offerto al pubblico un rinfresco a base di prodotti umbri, suggellando il momento di incontro tra cittadini, visitatori e istituzioni.

Il saluto del Sindaco Fiorucci

Il sindaco Vittorio Fiorucci ha aperto gli interventi con un discorso che ha sottolineato il legame identitario tra Gubbio e il Santo di Assisi: “Il messaggio di Francesco è un messaggio che ci connota in maniera importante. Francesco non è solo assisano: a Gubbio ha trovato il coraggio di indossare il primo saio, ha abbracciato Madonna Povertà e ha dato avvio al cammino spirituale che lo avrebbe portato alla santità.”

Fiorucci ha evidenziato come la città fosse già “terra di santi” e come la figura di Giacomello Spadalonga, compagno d’armi di Francesco, abbia avuto un ruolo nel sostenerlo nel momento delle scelte più radicali.

“Ogni viaggio implica prove, incertezze, e il lupo che Francesco incontra rappresenta anche le difficoltà interiori che ciascuno di noi deve superare. Ma il lupo ammaestrato diventa compagno di viaggio, segno di riconciliazione e di pace.”

Il sindaco ha concluso con un appello alla comunità: “Che Gubbio possa essere la terra che ispira e aiuta ciascuno a riflettere su se stesso. È da questo silenzio, da questo spazio interiore, che possono partire processi di pace.”

Il messaggio del Vescovo Luciano Paolucci Bedini

L’intervento del vescovo ha posto l’accento sul valore spirituale e universale dell’incontro tra Francesco e il lupo: “Questa mostra ci invita a riscoprire l’identità francescana di Gubbio. Il fioretto del lupo non è solo una leggenda, ma una metafora che ci spinge a rileggere la nostra vita con categorie nuove, a superare le paure e a ricomporre le distanze.”

Il vescovo ha ringraziato i curatori e le istituzioni per la collaborazione: “Questa mostra nasce da una sinergia esemplare, frutto di intelligenza, generosità e competenza. È un dono prezioso per la città e per i visitatori.”

Le parole della Senatrice Fiammetta Modena

La senatrice Modena ha portato il saluto del Comitato per le celebrazioni francescane, sottolineando il significato nazionale dell’evento: “Questa mostra non è solo un’esposizione d’arte, ma un invito a rinnovare il nostro impegno per la custodia della natura e per la fraternità universale che Francesco ha testimoniato con la sua vita.”

Ha inoltre ricordato come il Parlamento abbia recentemente approvato all’unanimità la legge che istituisce il 4 ottobre come festa nazionale di San Francesco: “San Francesco è l’unico capace di mettere d’accordo tutte le forze politiche. La sua figura è patrimonio di tutti gli italiani.”

Cristina Galassi: un progetto mai realizzato prima

La co-curatrice Cristina Galassi ha illustrato il percorso espositivo: “Abbiamo selezionato circa 350 opere, tra dipinti, incisioni, miniature e ceramiche, che raccontano in modo dettagliato il XXI capitolo dei Fioretti. È la prima volta che una mostra si concentra interamente sull’episodio del lupo di Gubbio.

Ha poi sottolineato la valenza educativa del progetto: “Questa è una mostra che si può ‘leggere’, non solo ammirare. È pensata per tutti, anche per i bambini, grazie alle installazioni immersive e ai contenuti multimediali.”+

Ettore Sannipoli: un cammino verso l’ottavo centenario

L’altro curatore, Ettore Sannipoli, ha ringraziato le autorità e il pubblico per la numerosa partecipazione, sottolineando la continuità del percorso culturale intrapreso: “Questa mostra è la prima tappa di un cammino che ci accompagnerà fino alle celebrazioni per l’ottavo centenario della morte di San Francesco. È un progetto corale, realizzato grazie alla collaborazione di diocesi, Comune, Università e numerosi partner.”

Autorità e ospiti intervenuti

Oltre ai curatori e alle personalità già citate, hanno preso parte alla cerimonia e portato un breve saluto:

  • Franco Moriconi – già Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Perugia, oggi Vicepresidente della Fondazione Perugia.

  • Sarah Bistocchi – Presidente dell’Assemblea Legislativa della Regione Umbria (PD).

  • Alessandra Donati – Funzionaria storica dell’arte presso la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria.

  • Valerio De Cesaris – Magnifico Rettore dell’Università per Stranieri di Perugia, docente e storico contemporaneo.

  • Stefania Baldinotti – Funzionaria antropologa del Ministero della Cultura, impegnata nella tutela del patrimonio immateriale umbro.

  • Luigi Mammoccio – Responsabile comunicazione di Opera Laboratori, partner tecnico per l’allestimento e le installazioni multimediali.

Un rinfresco per concludere in convivialità

La cerimonia si è conclusa nel chiostro che custodisce l’ingresso della storica casa di Giacomello Spadalonga, dove il pubblico ha potuto degustare prodotti tipici umbri in un momento conviviale di condivisione.

Un evento identitario per la città

La mostra “San Francesco e Frate Lupo” rappresenta un momento di riflessione collettiva e un’occasione per valorizzare la storia di Gubbio, città che ha avuto un ruolo determinante nel percorso umano e spirituale del Poverello di Assisi.

“Il senso del viaggio è riportare ciò che abbiamo imparato e renderlo fruibile agli altri”, ha ricordato il sindaco Fiorucci, lasciando ai presenti un messaggio di speranza e di impegno per il futuro.

L’esposizione resterà aperta per tutta la stagione autunnale e si preannuncia come uno degli appuntamenti più significativi in vista delle celebrazioni per l’ottavo centenario della morte di San Francesco nel 2026.

Una mostra che si distingue per l’alto spessore culturale e per la capacità di intrecciare competenza scientifica, rigore storico e sensibilità artistica. È un percorso che non si limita a esporre opere, ma invita il visitatore a pensare, a interrogarsi, a riscoprire un patrimonio di conoscenze e valori. Un’iniziativa che arricchisce non solo la città che la ospita, ma anche il dibattito culturale contemporaneo. 

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Mario Farneti
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