Nel terzo trimestre del 2025, l'Umbria registra una crescita di 132 imprese, un dato che evidenzia una timida ripresa del tessuto imprenditoriale regionale. Questo segnale positivo si inserisce in un contesto nazionale di rallentamento, dove sia l'Italia che il Centro Italia segnano lievi flessioni. Tuttavia, la situazione resta complessa, con un bilancio annuale che mostra una perdita di 648 aziende, pari a un -0,7% rispetto al 2024.
Il miglioramento a breve termine è significativo, ma non sufficiente a coprire il gap accumulato nei mesi passati. Come sottolinea Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria: “La regione sta mostrando segnali positivi, ma il vero obiettivo è consolidare questa crescita. La regione ha bisogno di politiche mirate per supportare le imprese, semplificare la burocrazia e migliorare l’accesso al credito.”
Nel terzo trimestre 2025, il numero di imprese umbre iscritte al Registro camerale sale a 90.440 unità, con un incremento di 132 aziende rispetto al trimestre precedente. Un dato positivo che conferma una ripresa rispetto ai due trimestri precedenti, ma che non basta a cambiare il trend annuale. Il confronto con lo stesso periodo del 2024 evidenzia una flessione di 648 aziende, con una riduzione dello 0,7%.
A livello nazionale, il calo è contenuto: -0,6% per l’Italia e -0,5% per il Centro Italia. Questo scenario dimostra che, nonostante l'Umbria stia tentando una ripresa, il panorama regionale continua a risentire delle difficoltà strutturali. Tuttavia, l’incremento su base trimestrale offre un segnale di speranza.
Se si analizzano i dati sul lungo periodo, l’Umbria registra una contrazione più accentuata rispetto alla media italiana e del Centro Italia. Dal 2015 al 2025, il numero di imprese umbre è diminuito del 5,2%, passando da 95.422 a 90.440. In confronto, l’Italia ha visto una riduzione del 3%, mentre il Centro Italia ha perso il 3,6%.
Questo calo riflette le difficoltà economiche del territorio, ma anche la capacità di adattamento delle imprese umbre, molte delle quali hanno saputo innovare, digitalizzarsi e modernizzare i propri modelli organizzativi.
Uno degli aspetti più positivi del terzo trimestre 2025 è la crescita delle società di capitale, considerato un indicatore fondamentale per valutare la solidità economica di un territorio. In Umbria, queste imprese sono 25.907, pari al 28,6% del totale delle imprese registrate. Sebbene questa cifra sia ancora lontana dalla media nazionale del 33,4%, l’aumento di 200 unità rispetto al trimestre precedente suggerisce una ripresa.
Nel confronto annuale, tuttavia, il bilancio resta negativo, con un lieve calo da 17.207 a 17.171 società di capitale, a dimostrazione delle difficoltà post-pandemia, soprattutto per le aziende più strutturate.
Nonostante il miglioramento nelle società di capitale, la struttura imprenditoriale dell’Umbria continua a essere dominata dalle imprese individuali, che rappresentano il 49,7% del totale. Nel terzo trimestre 2025, sono infatti 44.952 le imprese individuali registrate, seguite dalle società di persone con 17.172 aziende (pari al 19%). Questo scenario riflette la forte presenza della microimpresa nell’economia regionale, una tipologia che, pur essendo il motore dell’economia locale, limita la capacità di crescita su scala più ampia.
Le società di capitale, invece, continuano a rappresentare una fetta importante dell’economia umbra, pur rimanendo inferiori rispetto alla media nazionale. La quota di queste aziende è salita costantemente dal 21,5% del 2015 al 28,6% nel 2025, ma il divario con l’Italia si è ampliato. Mentre nel 2019 l’Umbria rappresentava l’89,6% del dato nazionale, nel 2025 il gap è aumentato, scendendo all’85,6%.
Nonostante i segnali di crescita, l’Umbria è ancora lontana dal raggiungere una vera e propria stabilità economica. La regione ha mostrato una resilienza nelle difficoltà, ma l'incremento di imprese nel terzo trimestre 2025 non basta a mascherare le difficoltà strutturali, soprattutto per quanto riguarda l'accesso al credito e la digitalizzazione. Il miglioramento delle società di capitale è un segnale positivo, ma non deve far abbassare la guardia, in quanto il tessuto economico rimane ancora frammentato.
Per risollevare definitivamente l’economia regionale, è necessario investire in politiche di sostegno alle imprese e semplificazione amministrativa, puntando sulla digitalizzazione e sul rafforzamento del capitale umano. Solo attraverso un’azione mirata sarà possibile consolidare la crescita e ridurre il gap con il resto del Paese.
In conclusione, l’Umbria sta dando segni di vitalità economica, con un recupero delle imprese che potrebbe segnare l'inizio di una fase di crescita stabile. Tuttavia, il panorama regionale continua a essere fragile, con un tessuto imprenditoriale dominato dalle microimprese e da un gap evidente con il resto dell’Italia. Il proseguimento della crescita dipenderà dalla capacità di sostenere e rafforzare il sistema imprenditoriale, puntando su innovazione, digitalizzazione e politiche che favoriscano la solidità economica a lungo termine.
Per l'Umbria, la ripresa è possibile, ma occorre un impegno costante per superare le difficoltà e garantire la competitività della regione nel panorama economico nazionale e internazionale.