Le organizzazioni sindacali Filctem Cgil Terni, Flaei Cisl Umbria e Uiltec Uil Umbria, rappresentate dai segretari generali Stefano Ribelli, Ciro Di Noia e Doriana Gramaccioni, si sono schierate fermamente contro la decisione di Enel di chiudere il posto di teleconduzione degli impianti idroelettrici di Terni. La scelta dell’azienda, a loro avviso, ha risvolti drammatici non solo dal punto di vista occupazionale, ma anche sotto il profilo della sicurezza idraulica del territorio. Durante un incontro che si è tenuto giovedì 10 aprile con i lavoratori di Enel Green Power ed Enel Produzione, i sindacati hanno espresso forte preoccupazione per la chiusura del posto, chiedendo a Enel di rivedere le proprie decisioni.
"Chiediamo a Enel di rivedere le proprie scelte che riteniamo estremamente penalizzanti sia dal punto di vista occupazionale che di sicurezza idraulica del territorio. Scelte, quindi, che non condividiamo e che intendiamo contrastare con tutti gli strumenti possibili. Enel non guardi solo ai profitti, ma anche alla sicurezza del territorio dove opera", hanno dichiarato i segretari generali delle tre organizzazioni sindacali, evidenziando i rischi legati a una riorganizzazione che potrebbe compromettere la sicurezza e ridurre i livelli di occupazione nel settore.
In attesa degli aggiornamenti sull'esito dell'ultimo incontro tra Enel e la Regione Umbria, i sindacati hanno duramente criticato l'atteggiamento dell'azienda, che, secondo loro, non ha avviato alcun dialogo costruttivo con le organizzazioni sindacali locali. La riorganizzazione proposta da Enel comporterà la perdita di dodici posti di lavoro, una riduzione che, avvertono i rappresentanti sindacali, avrà effetti strutturali sulle funzioni idroelettriche nel territorio.
"Oltre alla perdita di posti di lavoro, la sciagurata operazione che Enel sta mettendo in campo impatterà sul territorio in termini di sicurezza idraulica dei bacini e dei corsi d’acqua. Sarà pregiudicata la sicurezza delle dighe e soprattutto dei lavoratori, rispetto agli eventi atmosferici estremi che in futuro saranno sempre più frequenti", hanno aggiunto Ribelli, Di Noia e Gramaccioni, sottolineando che il personale in loco è essenziale per garantire la corretta gestione dell’impianto in linea con le normative di sicurezza.
I sindacati esprimono forti preoccupazioni riguardo i pericoli derivanti dalla gestione esternalizzata degli impianti idroelettrici da parte di operatori che provengono da altre regioni e che non possiedono una conoscenza approfondita del territorio. "La conoscenza del territorio e la competenza riconosciuta agli operatori del posto di teleconduzione di Terni è di fondamentale importanza per i lavoratori delle dighe", spiegano i rappresentanti sindacali. "Se malauguratamente gli impianti venissero gestiti da un’altra regione, senza la conoscenza approfondita dell’asta, potrebbero verificarsi situazioni di pericolo idraulico per l’intero territorio ternano".
Oltre ai rischi legati alla gestione a distanza, i sindacati denunciano la costante riduzione degli organici, ormai ridotti al minimo indispensabile. "Un operatore degli impianti si trova a gestire in loco eventi di emergenza, spesso da solo, con colleghi che operano in reperibilità, impegnati a molti chilometri di distanza", avvertono i sindacati.
I sindacati ricordano che da anni denunciano il processo di esternalizzazione in Umbria da parte di Enel, che ha portato alla chiusura di numerosi asset strategici e alla perdita di funzioni fondamentali per la regione. In particolare, nell’ambito idroelettrico, molti servizi, come la guardiania delle dighe, sono stati esternalizzati, riducendo ulteriormente la presenza di personale qualificato sul territorio.
"Non vogliamo assistere a un’ulteriore chiusura da parte di Enel in Umbria. Le istituzioni costringano Enel a rispettare il territorio dove opera", è l’appello dei sindacati, che chiedono un impegno straordinario delle istituzioni regionali e comunali. "Chiediamo che venga messo in campo un impegno straordinario delle istituzioni, sia regionali che dei Comuni di Terni e Narni, per convincere Enel a sospendere questa decisione e a promuovere un tavolo territoriale e regionale per discutere insieme alle organizzazioni sindacali del futuro dell’idroelettrico in Umbria, anche in vista della scadenza delle concessioni", concludono Ribelli, Di Noia e Gramaccioni.