Nors Manlapaz, madre di Mark Antony Samson, rischia due anni di reclusione, dopo la richiesta di patteggiamento inoltrata al giudice che deciderà il 10 novembre se accoglierla. La donna avrebbe aiutato il figlio a ripulire il sangue, dopo che il giovane si era reso protagonista del femminicidio dell'ex fidanzata, Ilaria Sula.
La mamma di Mark Samson andrà a processo per occultamento di cadavere aggravato. La donna, come confessato nei mesi scorsi, si sarebbe "macchiata" del reato di aiutare il figlio a ripulire il sangue, uscito dal collo della giovane Ilaria Sula, studentessa ternana uccisa a Roma a coltellate lo scorso marzo nell'appartamento di via Homs, al quartiere Africano.
Il pm Maria Perna non ha ritenuto la donna meritevole delle attenuanti generiche (pur incensurata) e ha proposto due anni di reclusione con la decisione che ora passerà alla decisione del gup.
La donna è accusata di occultamento di cadavere aggravato, poiché avrebbe agito con l’intento di aiutare il figlio a eludere la responsabilità per il femminicidio. Il 10 novembre ci sarà la decisione del giudice mentre due giorni dopo si aprirà il processo nei confronti di Mark Samson.
Mark Antony Samson, il 23enne reo confesso del brutale femminicidio di Ilaria Sula, comparirà, infatti, per la prima udienza davanti ai giudici della Terza sezione della Corte di Assise di Roma, mercoledì 12 novembre nell'aula bunker del carcere di Rebibbia. Per lui ci sarà il giudizio immediato disposto dal gip di Roma, Antonella Minunni, su richiesta della Procura.
A carico di Samson, i pm romani coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, ci sono le accuse di omicidio volontario con l'aggravante della premeditazione, oltre a quelle dei futili motivi, della relazione affettiva con la vittima e l'occultamento di cadavere.
Dall’analisi delle chat estrapolate dal telefono di Samson era emerso un chiaro progetto di femminicidio. In uno scambio di messaggi con alcuni amici, il giovane aveva scritto frasi allarmanti come “O torna con me o la uccido”, riferendosi a Ilaria. Questo inquietante messaggio, nel cellulare di Mark Antony Samson, emerso nei giorni scorsi, avrebbe svelato la premeditazione dietro il femminicidio della sua ex fidanzata Ilaria Sula, 22 anni.
La giovane studentessa era stata picchiata in volto, gettata a terra e poi uccisa con tre coltellate al collo, prima che il suo corpo venisse nascosto in una valigia, poi abbandonata in un dirupo nei pressi di via Homs. Mark Samson, suo ex fidanzato, ha confessato il delitto ed è ora accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dai futili motivi e dal legame affettivo con la vittima, alla luce dei gravi elementi raccolti dagli inquirenti.
Dire no alla violenza è stato il mantra del primo Memorial Ilaria Sula, che ha unito la comunità di Terni, e non solo, il 13 settembre. Il torneo giovanile dedicato alla ragazza ternana vittima di femminicidio si è tenuto sul terreno dell’impianto di Cardeto.
A sfidarsi sono state le categorie Under 10 e Under 11, regalando un pomeriggio fatto di sorrisi, passione e fair play. In campo ha prevalso il Campitello, che si è aggiudicato la vittoria finale, davanti alla Ternana Women seconda classificata e all’Amerina, terza sul podio.
Al di là dei risultati, la vera vittoria è stata il messaggio forte e condiviso lanciato da tutti i presenti: lo sport può e deve essere uno strumento per dire “no” alla violenza.