Nel cuore dell'Umbria, il ristorante Sesto Canto di Città di Castello è il risultato di decenni di scelte azzeccate, colpi di genio e una buona dose di ostinazione familiare. Oggi, Beatrice Boriosi, suo fratello Federico e sua cugina Donatella sono i nuovi custodi di un'attività che non si è mai accontentata di sopravvivere, ma ha sempre puntato a trasformarsi.
Tutto è partito con il Bar Garibaldi, tappa obbligata per chiunque volesse un caffè forte e una chiacchiera svelta. Negli anni ’70, la famiglia Boriosi ha capito che il mondo del lavoro stava cambiando e ha aperto un secondo bar nella zona industriale, spostando il fulcro delle loro attività verso il fermento economico locale. È qui che nasce il Ristorante Nord, un posto dove gli operai della zona industriale e i viaggiatori della E45 si fermavano non per caso, ma per scelta.
Non era solo un locale, era un’abitudine. La colazione offriva opzioni sostanziose come porchetta, mortadella e prosciutto tagliato a mano, una scelta tipica per chi cercava un pasto energico prima di iniziare la giornata, roba che ancora oggi si sogna di notte. Il pranzo era un affare rapido ma dignitoso nel self-service.
Nel 2006, la seconda generazione della famiglia Boriosi ha preso in mano le redini del locale e ha deciso di cambiare rotta. Via il nome Ristorante Nord, dentro il Sesto Canto, ispirato al canto dei golosi della Divina Commedia. Un passaggio simbolico che ha segnato un’evoluzione, senza rinnegare le radici. La sera, le luci si abbassano, l’atmosfera si fa più raccolta e i clienti trovano un ambiente meno spartano e più curato. Per dare un tocco in più, sono stati installati pannelli fonoassorbenti, perché mangiare con piacere significa anche non dover urlare per farsi sentire.
Nel tempo, il locale ha continuato a rinnovarsi. L’introduzione della pizzeria ha portato una nuova fetta di clientela, attirata dall’impasto lavorato con cura e dalla selezione di ingredienti freschi. Il pesce, che una volta era un’alternativa più rara in zona, è diventato un elemento centrale della cucina, senza mai perdere di vista la tradizione che ha reso questo posto un punto di riferimento per generazioni.
Il Sesto Canto si è conquistato un posto tra le quattordici migliori pizzerie della regione secondo la guida Di Pizza, il format itinerante curato da Garage Pizza e Dissapore.
L’impasto è un’arte e qui lo sanno bene: lungo riposo, alta digeribilità e una consistenza che non fa litigare le scuole di pensiero. Tra la croccantezza romana e la morbidezza napoletana, il risultato è una pizza che non ti lascia pentimenti.
Tra le creazioni più apprezzate, c’è una pizza che non si dimentica facilmente: crema di datterino giallo, origano e filetti di alici, rifinita con burrata, basilico cristallizzato e zeste di limone.
Anche il senza glutine qui è una cosa seria. Nessun compromesso. La pizza resta pizza, anche per chi non può permettersi il grano.
Ma il Sesto Canto non si ferma alla pizza. La famiglia Boriosi ha allargato il fronte con un servizio di catering che arriva fino a Firenze, senza clamore ma con piatti che parlano da soli. E poi c’è il negozio di pasta fresca, una scelta quasi obbligata per chi non si accontenta di mangiare bene solo al ristorante.
Il calcio e la ristorazione, due mondi che sembrano lontani, ma che per i Boriosi si sono intrecciati con naturalezza. Beatrice racconta che suo papà è stato anche dirigente quando Città di Castello tentava il salto di qualità in Serie C, vivendo in prima fila la promozione della squadra e incrociando talenti destinati ai palcoscenici più importanti.
Macinando chilometri tra Milano, Roma e Napoli, non si limitava a osservare il gioco sul campo. Guardava i ristoranti, i menù, le abitudini culinarie di città che facevano scuola. E quando tornava a casa, qualcosa cambiava sempre nella cucina di famiglia. Fiuto per il pallone e fiuto per il cibo, senza bisogno di teorie.
Poco prima della scomparsa, il giornalista Fabrizio Paladino ha raccolto storie e aneddoti in un libro, Il Codice Boriosi. Non un'agiografia, ma il racconto di un uomo che ha sempre saputo guardare avanti, che fosse per far crescere una squadra o per reinventare un ristorante.
Il Sesto Canto non si limita a restare in piedi: si muove, cambia, si adatta senza perdere l’anima. "Abbiamo imparato a delegare e a gestire le attività in modo più moderno, ma il cuore resta lo stesso: la passione per la cucina e il desiderio di far sentire i nostri clienti a casa", dice Beatrice, con la consapevolezza di chi ha visto crescere il locale pezzo dopo pezzo.