02 Oct, 2025 - 19:30

Il pescato del Trasimeno tra identità e mercato: come filiera corta, controlli e certificazioni possono tutelare i consumatori e rilanciare il territorio

Il pescato del Trasimeno tra identità e mercato: come filiera corta, controlli e certificazioni possono tutelare i consumatori e rilanciare il territorio

Il Lago Trasimeno rappresenta da secoli un crocevia di storia, cultura e tradizione ittica. La pesca, praticata con metodi tradizionali come le nasse e con tecniche artigianali di lavorazione del pescato non è solo una fonte di sostentamento, ma un elemento identitario profondamente radicato nelle comunità rivierasche. Tuttavia, l’incremento della domanda di prodotti ittici, la pressione esercitata dal turismo e le sfide ambientali - dall’inquinamento alla proliferazione di specie invasive - stanno mettendo a rischio la sostenibilità della pesca locale e la conservazione delle pratiche tradizionali.

In questo contesto, filiera corta, controlli rigorosi e certificazioni non sono più un’opzione, ma strumenti strategici imprescindibili. Non servono solo a garantire la qualità del prodotto e la sicurezza dei consumatori, ma anche a valorizzare il territorio, rafforzare l’economia locale e preservare il patrimonio culturale legato alla pesca, trasformando il pescato del Trasimeno in un vero e proprio volano di sviluppo sostenibile.

Tradizione e identità: la pesca del Trasimeno tra storia e rischio di erosione

La pesca tradizionale sul Trasimeno è il frutto di secoli di pratica e sapere locale: tecniche come l’uso delle nasse, le reti selettive e le pratiche di sbarco artigianale non sono soltanto metodi di cattura, ma veri e propri presidi culturali che contribuiscono alla gestione sostenibile delle specie autoctone e alla conservazione degli habitat ripariali.

Queste modalità, basate su conoscenze tramandate di generazione in generazione e su un equilibrio naturale tra prelievo e ricambio delle risorse, queste pratiche hanno da sempre garantito non solo la qualità del pescato, ma anche la resilienza economica, sociale e culturale delle comunità lacustri.

Oggi però quel fragile equilibrio è sotto pressione. L’erosione della biodiversità, l’ingresso e l’affermazione di specie invasive, il progressivo riscaldamento delle acque e i fenomeni di eutrofizzazione riducono la capacità riproduttiva delle specie autoctone e alterano i cicli di vita fondamentali (aree di deposizione, giovanili e rifugi). Allo stesso tempo, la crescente domanda commerciale e la diffusione di mercati non regolamentati possono tradursi in prelievi più intensi e in pratiche che comprimono la qualità del prodotto. Il risultato è un doppio rischio: la perdita di pratiche tradizionali e identitarie, e la compromissione dell’equilibrio ecologico del lago, con ricadute economiche e sociali per l’intera comunità.

Filiera corta: sostenibilità, tracciabilità e valore locale

La filiera corta si conferma come strumento chiave per proteggere il pescato del Trasimeno. Cooperative come quella dei Pescatori del Trasimeno trasformano il prodotto in loco e lo distribuiscono direttamente ai consumatori, attraverso mercati locali, ristoranti e iniziative di vendita diretta. Questo modello riduce l’impatto ambientale legato ai trasporti, aumenta la freschezza del prodotto e crea un legame diretto tra produttore e consumatore, consolidando fiducia e trasparenza. Allo stesso tempo, valorizza il territorio, generando un vantaggio economico tangibile per le comunità rivierasche.

Controlli e certificazioni: garanzia di sicurezza e reputazione

Per tutelare i consumatori e garantire la sostenibilità della pesca, i controlli lungo l’intera filiera risultano imprescindibili. Certificazioni come HACCP e ISO 22000 assicurano elevati standard di sicurezza alimentare, mentre riconoscimenti ambientali, quali Friend of the Sea, attestano la sostenibilità delle pratiche di pesca.

L’adozione di sistemi di tracciabilità digitale consente di monitorare ogni passaggio del pescato, dal lago al piatto, riducendo rischi sanitari, frodi e pratiche non sostenibili. In questo modo, la trasparenza diventa un vero e proprio valore aggiunto, capace di rafforzare l’immagine del Lago Trasimeno come territorio di eccellenza, dove qualità, sicurezza e tutela ambientale convivono con l’identità culturale della pesca tradizionale.

Valorizzazione del pescato: motore per turismo e sviluppo locale

Iniziative culturali e gastronomiche, come la Sagra del Pesce Sfilettato di Sant’Arcangelo o i presidi Slow Food dedicati alla carpa del Trasimeno, evidenziano come il pescato locale possa trasformarsi in un potente attrattore turistico. Questi eventi non si limitano a promuovere il consumo di prodotti locali: creano esperienze immersive, favoriscono l’educazione alimentare e costruiscono uno storytelling territoriale capace di raccontare la storia, le tradizioni e la sostenibilità del lago. Un pescato certificato e tracciabile, proveniente da filiera corta, diventa così uno strumento strategico di marketing territoriale, generando benefici economici concreti per le comunità rivierasche, rafforzando la coesione sociale e consolidando l’identità culturale del Trasimeno.

Rafforzare la filiera ittica del Trasimeno

Nonostante il grande potenziale, la filiera ittico-locale del Trasimeno resta fragile e vulnerabile. Pressioni esterne - dall’inquinamento alle alterazioni climatiche, passando per l’introduzione di specie invasive - mettono a rischio la sostenibilità del pescato e la continuità delle pratiche tradizionali. Per consolidare il settore servono interventi coordinati tra istituzioni, cooperative e operatori privati, tra cui:

  • Piani di gestione sostenibile della pesca, con monitoraggio scientifico continuo della fauna ittica e degli habitat lacustri;

  • Investimenti in formazione e innovazione tecnologica, dalla tracciabilità digitale del pescato ai sistemi di lavorazione e conservazione a basso impatto ambientale;

  • Politiche di promozione del pescato certificato, valorizzando a livello regionale e nazionale la qualità, la filiera corta e la sostenibilità.

Solo un approccio integrato, che unisca tutela ambientale, innovazione e marketing territoriale, può trasformare la tradizione ittica del Trasimeno in un asset economico duraturo, capace di sostenere l’economia locale e rafforzare l’identità culturale del lago.

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Francesco Mastrodicasa
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