“La Festa è anche custodire i suoi simboli, sempre”. Con questo spirito, nella tarda serata di sabato 24 maggio, viglilia dei Ceri Mezzani, la città di Gubbio ha risposto con prontezza e unità a un imprevisto che avrebbe potuto compromettere la sicurezza e l'integrità di uno dei suoi simboli più iconici: il Pennone della Festa dei Ceri, collocato al centro di Piazza Grande.
Intorno alle 22:30, una cittadina si è accorta che qualcosa non andava: la punta estrema del Pennone appariva lievemente inclinata, probabilmente a causa del forte vento che per ore aveva soffiato sulla città, sferzando tetti, imposte e campanili.
Senza esitare, la donna ha contattato i Vigili del Fuoco, attivando una catena di interventi che ha visto convergere in tempi rapidissimi in Piazza Grande una vera e propria squadra di pronto intervento.
La prima a intervenire è stata la squadra del Distaccamento di Gubbio, seguita a breve distanza da una squadra dei Vigili del Fuoco di Perugia, dotata di una gru appositamente attrezzata per operazioni in quota.
Con loro, i tecnici e gli operai reperibili del Comune di Gubbio, giunti rapidamente sul posto per supportare l'intervento e garantire la sicurezza dell'area.
Presente anche il sindaco Vittorio Fiorucci, avvisato immediatamente e accorso in Piazza Grande per seguire di persona l'intera operazione.
Il Pennone è più di un semplice palo. È il cuore simbolico attorno a cui si compie il rito dei Ceri, lo spazio fisico intorno al quale i tre Ceri girano durante l'Alzata e al termine della corsa prima di salire al Monte. Alto, svettante, visibile da ogni angolo della piazza, rappresenta il centro ideale della Festa e, per molti, il baricentro stesso dell'identità eugubina.
“Se si muove il Pennone, si muove qualcosa anche dentro di noi”, ha detto un anziano ceraiolo, giunto in Piazza dopo aver visto i lampeggianti dal fondo di via Dei Consoli.
Il vento forte di sabato ha messo a dura prova non solo il Pennone, ma anche la tranquillità della città. Tuttavia, la risposta è stata immediata, composta, efficace.
“Vedere la gru che si alza in Piazza Grande, di notte, fa un certo effetto. Ma sapere che siamo in mani sicure è confortante”, ha raccontato una giovane mamma accorsa da Corso Garibaldi insieme al marito e ai figli.
La presenza congiunta dei Vigili del Fuoco di Gubbio e Perugia, dei tecnici comunali, degli operai reperibili e del primo cittadino, ha permesso di rimettere in asse il Pennone in poco tempo, senza danni e soprattutto senza bisogno di smontaggi complessi.
Il colpo d'occhio di Piazza Grande illuminata dai fari dei mezzi di soccorso, in una serata inizialmente quieta, ha attirato decine di cittadini eugubini, che da via XX Settembre, via Baldassini, Corso Garibaldi e ddlla Piana, sono saliti in piazza per capire cosa stesse accadendo.
Nessuna confusione, nessun allarmismo. Solo la partecipazione attenta di una comunità che conosce l'importanza dei suoi simboli e sa quanto delicato sia custodirli.
Al termine delle operazioni, il sindaco Vittorio Fiorucci ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno preso parte all'intervento:
“La Festa dei Ceri non vive solo il 15 maggio. Vive ogni giorno dell'anno, anche nelle notti ventose in cui è necessario intervenire per custodirne i simboli. Grazie ai Vigili del Fuoco, ai tecnici, agli operai e ai tanti cittadini presenti. Gubbio ha dimostrato ancora una volta di essere una comunità coesa, pronta, responsabile”.
L'intervento di sabato notte non è stato solo un gesto tecnico. È stato un atto d'amore collettivo verso un simbolo che parla di storia, identità, memoria.
Il Pennone è tornato al suo posto, dritto, fiero, pronto ad accogliere ancora una volta il giro dei tre Ceri, il giorno successvo Festa dei Ceri Mezzani. E la città, ancora una volta, ha dato prova del suo attaccamento alla Festa, non solo come celebrazione, ma come cura quotidiana di un'eredità viva.
“La Festa non dorme mai. E noi con lei”, ha sussurrato un ragazzo mentre tornava a casa con gli amici.
A Gubbio, anche un palo inclinato diventa occasione di comunità. Di questo, c'è da andare fieri.