08 Sep, 2025 - 12:30

Gubbio si prepara alla cerimonia della Traslazione di Sant’Ubaldo: ecco le date e gli orari

Gubbio si prepara alla cerimonia della Traslazione di Sant’Ubaldo: ecco le date e gli orari

Un rito che affonda le radici in nove secoli di storia e che ogni anno richiama a Gubbio fedeli, devoti e curiosi. Giovedì prossimo, 11 settembre, la Basilica di Sant’Ubaldo tornerà ad accogliere le celebrazioni per la Traslazione del corpo del patrono, evento che rievoca uno dei momenti fondanti della tradizione religiosa e identitaria della città. La vigilia, mercoledì sera, sarà segnata dalla suggestiva processione che, alle ore 21, partirà dalla Cattedrale per risalire fino alla Basilica, illuminando il Monte Ingino con la devozione popolare.

Il giorno successivo, giovedì 11 settembre, giorno della Traslazione, le celebrazioni entreranno nel vivo: sante messe a ogni ora dalle 7 alle 11 e, nel pomeriggio, alle 17, la solenne celebrazione conclusiva presieduta dal vescovo Luciano Paolucci Bedini. Un appuntamento che non è solo liturgico ma che rappresenta un ponte tra memoria, spiritualità e identità civica.

La canonizzazione e la traslazione di Sant’Ubaldo

Per comprendere la forza di questo appuntamento occorre tornare al XII secolo, agli anni immediatamente successivi alla morte del vescovo Ubaldo Baldassini, figura centrale della Chiesa eugubina. Per un intero anno, dopo la sua scomparsa, la città di Gubbio fu attraversata da manifestazioni di straordinaria devozione: pellegrini da ogni angolo del territorio arrivavano portando ceri accesi, segno di un culto spontaneo che già lo venerava come santo.

Fu Papa Celestino II, con una bolla datata Laterano, 5 marzo 1192, a riconoscere ufficialmente ciò che il popolo già sentiva: la santità di Ubaldo. Il pontefice lo canonizzò, inserendolo tra gli esemplari campioni della fede cattolica, e chiese agli eugubini di celebrarlo con gioia.

L’11 settembre 1194 avvenne poi l’evento che la città ricorda ogni anno: la Traslazione del corpo incorrotto del vescovo sul Monte Ingino. Fu il suo successore, il vescovo Bentivoglio, a decidere lo spostamento del corpo in una chiesetta costruita poco sotto la rocca, nei pressi della pieve di San Gervasio. La leggenda racconta che lo stesso Sant’Ubaldo apparve in sogno a Bentivoglio, chiedendogli un digiuno cittadino di tre giorni e di lasciare che due giovenchi indomiti trainassero il suo corpo: il luogo dove si sarebbero fermati sarebbe stato scelto dalla Provvidenza.

I giovenchi imboccarono la strada che portava al monte e si fermarono presso la piccola chiesa. I rami usati per stimolarli, piantati a terra, germogliarono trasformandosi in due splendidi olmi. L’Ingino divenne così il “Colle eletto dal Beato Ubaldo”, come lo definì Dante nell’XI canto del Paradiso. Da allora, generazioni di eugubini hanno rivolto lo sguardo verso la Basilica in cima al monte, simbolo di protezione e identità.

Nei secoli successivi, il corpo del Santo è stato riportato in città solo in cinque occasioni, tutte legate a eventi epocali: nel 1919 per la fine della Prima Guerra Mondiale, nel 1929 per l’ottavo centenario della consacrazione a vescovo, nel 1960 per l’ottocentenario della morte, nel 1986 per il nono centenario della nascita e nel 1994 per celebrare gli ottocento anni della Traslazione.

Cammino di Sant’Ubaldo: la firma del protocollo d’intesa

Ma la Traslazione non vive solo nella memoria. Domani, martedì 9 settembre, alle ore 18.30, presso la Basilica sul Monte Ingino, sarà firmato un protocollo d’intesa per la valorizzazione del “Cammino di Sant’Ubaldo”. L’iniziativa, promossa dal Comune di Gubbio e dalla Diocesi, mira a costruire un itinerario turistico e spirituale che rievoca i percorsi compiuti dal vescovo Ubaldo Baldassini attraverso Umbria e Marche.

Il progetto prevede la ricostruzione e la segnalazione dell’antico itinerario, la valorizzazione dei luoghi legati alla figura del Santo, la produzione di materiali informativi e promozionali comuni, l’organizzazione di eventi culturali, religiosi e turistici lungo il cammino e la creazione di una rete di accoglienza diffusa. Importante anche l’impegno a ricercare fondi regionali, nazionali ed europei.

Determinante sarà la collaborazione delle associazioni storiche di Gubbio, dal Maggio Eugubino alle Famiglie ceraiole, fino all’Università dei Muratori. Un lavoro di rete che potrà inserire il Cammino di Sant’Ubaldo nel circuito dei grandi cammini italiani ed europei, dando nuova linfa al turismo religioso e culturale.

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Lorenzo Farneti
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