Terzo risultato utile consecutivo, sette gol messi a segno, quattro subiti e cinque punti guadagnati: il Gubbio di mister Domenico Di Carlo non ha alcuna intenzione di fermarsi. Le ultime tre gare hanno restituito alla città e ai tifosi una squadra con una chiara identità, capace di lottare, soffrire e colpire al momento giusto. Dopo un avvio di stagione promettente, seguito da un periodo di difficoltà, gli eugubini sembrano aver finalmente trovato la propria dimensione.
Il momento della svolta, ormai è chiaro a tutti, è arrivato tre settimane fa nella trasferta di Carpi. In quella gara il Gubbio ha mostrato per la prima volta la versione più autentica del progetto tecnico di Di Carlo: una squadra coraggiosa, aggressiva, dinamica, capace di andare a vincere con pieno merito segnando tre gol e dominando a tratti una formazione ostica. Per qualcuno quella poteva sembrare una parentesi, un episodio isolato. Invece è stato l’inizio di un percorso di crescita ben definito.
Le conferme sono arrivate immediatamente dopo, nel derby casalingo contro la Ternana. Un match spettacolare, terminato 3-3, dove gli umbri hanno risposto colpo su colpo a una delle corazzate del campionato, subendo il pari soltanto a tempo scaduto su un rigore molto discusso. Prestazione di carattere, quella, che ha rafforzato le convinzioni di un gruppo deciso a tornare protagonista nel girone B di Serie C.
L’ultimo atto di questa crescita è andato in scena ieri sera, in un “Del Duca” gremito da quasi diecimila spettatori. Di fronte c’era l’Ascoli, terza forza del campionato, squadra capace fino a quel momento di segnare ventitré reti e subirne appena quattro. Ebbene, il Gubbio ha retto l’urto, ha saputo soffrire e ha conquistato un pareggio che vale oro. Un punto pesante, sia per la classifica che per il morale, perché ottenuto su un campo difficilissimo e contro un avversario costruito per il salto di categoria.
Dopo tredici giornate, gli umbri si trovano momentaneamente al settimo posto, con 18 punti frutto di quattro vittorie, sei pareggi e tre sconfitte. Quattordici gol realizzati, tredici subiti: numeri che raccontano di una squadra in equilibrio, compatta, che non si arrende mai.
Mister Di Carlo lo ripete da settimane: il Gubbio deve essere una squadra che suda la maglia e lotta su ogni pallone. E i suoi ragazzi stanno rispondendo presente. Gara dopo gara, il gruppo ha ritrovato la solidità, l’organizzazione e quello spirito di sacrificio che da sempre rappresentano l’anima di Gubbio.
Ad Ascoli, l’approccio non è stato dei migliori: i marchigiani, nei primi venti minuti, hanno trovato il gol del vantaggio e dominato il gioco. Ma il Gubbio non è crollato. Ha resistito, si è compattato e ha avuto la forza di reagire. Il pareggio è arrivato con un’azione simbolo della filosofia di Di Carlo: pressing alto, recupero palla immediato e conclusione precisa di Carraro dalla distanza, un destro potente e chirurgico che si è insaccato all’incrocio.
Il protagonista del momento è senza dubbio Federico Carraro, classe 1992, leader silenzioso e anima tecnica della mediana rossoblù. Con quello di Ascoli, sono già quattro i gol stagionali, tre dei quali arrivati consecutivamente. Numeri da attaccante più che da centrocampista.
Carraro è diventato una pedina imprescindibile: abile nel palleggio, lucido nella costruzione del gioco e letale sui calci piazzati, dove le sue parabole creano costantemente pericoli alle difese avversarie. In un campionato come la Serie C, dove spesso l’equilibrio è sottile, avere un centrocampista in grado di decidere le partite è un valore aggiunto enorme.
Ma il Gubbio non è solo Carraro. La crescita è collettiva, frutto di un lavoro quotidiano e di una mentalità che Di Carlo ha saputo instillare sin dal primo giorno. Ieri, per esempio, il tecnico laziale ha dato una nuova dimostrazione della sua intelligenza tattica, modificando in corsa il sistema di gioco: dal consueto 3-5-2 è passato al 4-3-2-1, una mossa che ha imbrigliato il possesso palla dell’Ascoli e limitato la pericolosità dei padroni di casa.
La difesa ha retto bene l’urto, con un Bagnolini in grande serata: il portiere ex Bologna è stato decisivo neutralizzando un calcio di rigore di Gori con un intervento di puro istinto e tecnica. Davanti, invece, si è vista una squadra capace di ripartire con idee chiare e compattezza, trovando sempre nel collettivo la propria forza.