05 Nov, 2025 - 16:10

Gubbio, lavoratori in nero. Due ristoranti del centro finiscono nei guai

Gubbio, lavoratori in nero. Due ristoranti del centro finiscono nei guai

Entrambe le attività impiegavano lavoratori in nero. Due ristoranti del centro di Gubbio, uno in Corso Garibaldi e l’altro in Piazza Quaranta Martiri, l'hanno pagata cara. I rispettivi titolari, un 40enne eugubino e un 34enne pakistano, si sono visti recapitare una denuncia ciascuno con annesse multe salate, una da 14mila e l'altra da 17mila e 500 euro. Entrambe le attività sono state sospese.

La scoperta delle irregolarità è arrivata durante le ispezioni effettuate nel centro eugubino da parte dei Carabinieri della Compagnia di Gubbio, in collaborazione con i colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro (NIL) e il Nucleo Antisofisticazioni e Sanità (NAS) di Perugia. L’intervento è stato condotto con il supporto tecnico dei reparti specializzati per "ribadire l’importanza del rispetto delle normative in materia di tutela del lavoro, sicurezza nei luoghi di lavoro e igiene alimentare, a garanzia della salute dei lavoratori e dei consumatori" spiega una nota del Comando Provinciale dei Carabinieri di Perugia.

Ristorante rinomato ma con tre lavoratori in nero

Nel corso delle verifiche, i militari hanno riscontrato gravi irregolarità di carattere sia penale che amministrativo in entrambe le attività ristorative coinvolte. In particolare, presso un rinomato ristorante situato nel centro storico, è stata accertata la presenza di tre lavoratori non regolarmente assunti, sorpresi proprio mentre svolgevano le proprie mansioni. I Carabinieri hanno inoltre impartito prescrizioni specifiche riguardanti la pulizia e la sanificazione degli ambienti oltre che sulle modalità di stoccaggio degli alimenti.

Un altro lavoratore in nero in un fast food

Una situazione del tutto simile è emersa in un fast food. Anche qui è stato individuato un ulteriore lavoratore in nero, impegnato nella preparazione degli alimenti. Nell'esercizio i militari hanno rilevato anche violazioni delle norme igienico-sanitarie, in particolare di quelle relative all’approvvigionamento delle materie prime e alla gestione del personale addetto alla lavorazione degli alimenti.

I provvedimenti

Conclusa l’ispezione, entrambe le attività sono state sospese per impiego di manodopera irregolare e sanzionate rispettivamente per 14mila e 17mila e 500 euro. I titolari sono stati entrambi deferiti alla Procura della Repubblica di Perugia.
"L’intervento - si legge in una nota dei Carabinieri -, condotto con il supporto tecnico dei reparti specializzati, intende ribadire l’importanza del rispetto delle normative in materia di tutela del lavoro, sicurezza nei luoghi di lavoro e igiene alimentare, a garanzia della salute dei lavoratori e dei consumatori".

Pochi giorni fa chiusa una rosticceria a Terni

Lo scorso fine settimana anche una rosticceria di Terni è stata sospesa per gli stessi motivi dei due esercizi di Gubbio. Anche lì c'erano lavoratori in nero, ben tre su cinque totali. I militari avevano inoltre riscontrato gravi irregolarità sul fronte igienico-sanitario. Nel locale, infatti, c'erano circa 20 chilogrammi di alimenti scaduti e privi di tracciabilità, destinati alla preparazione e alla vendita al pubblico e posti sotto sequestro.

Le verifiche hanno inoltre evidenziato la totale assenza delle procedure di autocontrollo HACCP e la presenza di locali e attrezzature non conformi agli standard minimi di sicurezza alimentare, premesse che avrebbero potuto comportare un rischio concreto per la salute dei clienti. La titolare della rosticceria è stata segnalata all'Autorità Giudiziaria per le violazioni connesse alla normativa sul lavoro e alla sicurezza alimentare. A suo carico è stata elevata una multa da 9.400 euro.

Come dimostrano i casi di cui sopra, il rispetto delle normative è un aspetto essenziale. Per un esercizio che somministri prodotti scaduti o non conservati a norma, o ancora non tracciabili, c'è la possibilità che questi arrechino danni alla salute dei clienti che, ignari, li consumano. A ciò si aggiunge la piaga del lavoro sommerso, dove i lavoratori non hanno tutele di alcun tipo e che non può più essere tollerata.

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Sara Costanzi
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