Entrambe le attività impiegavano lavoratori in nero. Due ristoranti del centro di Gubbio, uno in Corso Garibaldi e l’altro in Piazza Quaranta Martiri, l'hanno pagata cara. I rispettivi titolari, un 40enne eugubino e un 34enne pakistano, si sono visti recapitare una denuncia ciascuno con annesse multe salate, una da 14mila e l'altra da 17mila e 500 euro. Entrambe le attività sono state sospese.
La scoperta delle irregolarità è arrivata durante le ispezioni effettuate nel centro eugubino da parte dei Carabinieri della Compagnia di Gubbio, in collaborazione con i colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro (NIL) e il Nucleo Antisofisticazioni e Sanità (NAS) di Perugia. L’intervento è stato condotto con il supporto tecnico dei reparti specializzati per "ribadire l’importanza del rispetto delle normative in materia di tutela del lavoro, sicurezza nei luoghi di lavoro e igiene alimentare, a garanzia della salute dei lavoratori e dei consumatori" spiega una nota del Comando Provinciale dei Carabinieri di Perugia.
Nel corso delle verifiche, i militari hanno riscontrato gravi irregolarità di carattere sia penale che amministrativo in entrambe le attività ristorative coinvolte. In particolare, presso un rinomato ristorante situato nel centro storico, è stata accertata la presenza di tre lavoratori non regolarmente assunti, sorpresi proprio mentre svolgevano le proprie mansioni. I Carabinieri hanno inoltre impartito prescrizioni specifiche riguardanti la pulizia e la sanificazione degli ambienti oltre che sulle modalità di stoccaggio degli alimenti.
Una situazione del tutto simile è emersa in un fast food. Anche qui è stato individuato un ulteriore lavoratore in nero, impegnato nella preparazione degli alimenti. Nell'esercizio i militari hanno rilevato anche violazioni delle norme igienico-sanitarie, in particolare di quelle relative all’approvvigionamento delle materie prime e alla gestione del personale addetto alla lavorazione degli alimenti.
Conclusa l’ispezione, entrambe le attività sono state sospese per impiego di manodopera irregolare e sanzionate rispettivamente per 14mila e 17mila e 500 euro. I titolari sono stati entrambi deferiti alla Procura della Repubblica di Perugia.
"L’intervento - si legge in una nota dei Carabinieri -, condotto con il supporto tecnico dei reparti specializzati, intende ribadire l’importanza del rispetto delle normative in materia di tutela del lavoro, sicurezza nei luoghi di lavoro e igiene alimentare, a garanzia della salute dei lavoratori e dei consumatori".
Lo scorso fine settimana anche una rosticceria di Terni è stata sospesa per gli stessi motivi dei due esercizi di Gubbio. Anche lì c'erano lavoratori in nero, ben tre su cinque totali. I militari avevano inoltre riscontrato gravi irregolarità sul fronte igienico-sanitario. Nel locale, infatti, c'erano circa 20 chilogrammi di alimenti scaduti e privi di tracciabilità, destinati alla preparazione e alla vendita al pubblico e posti sotto sequestro.
Le verifiche hanno inoltre evidenziato la totale assenza delle procedure di autocontrollo HACCP e la presenza di locali e attrezzature non conformi agli standard minimi di sicurezza alimentare, premesse che avrebbero potuto comportare un rischio concreto per la salute dei clienti. La titolare della rosticceria è stata segnalata all'Autorità Giudiziaria per le violazioni connesse alla normativa sul lavoro e alla sicurezza alimentare. A suo carico è stata elevata una multa da 9.400 euro.
Come dimostrano i casi di cui sopra, il rispetto delle normative è un aspetto essenziale. Per un esercizio che somministri prodotti scaduti o non conservati a norma, o ancora non tracciabili, c'è la possibilità che questi arrechino danni alla salute dei clienti che, ignari, li consumano. A ciò si aggiunge la piaga del lavoro sommerso, dove i lavoratori non hanno tutele di alcun tipo e che non può più essere tollerata.