18 Oct, 2025 - 21:00

Gubbio ricorda Goffredo Fofi: “Non perché si spera, ma perché si ama”

Gubbio ricorda Goffredo Fofi: “Non perché si spera, ma perché si ama”

“Non perché si spera, ma perché si ama”: la celebre frase di Alexander Langer, citata da Goffredo Fofi nel suo libro “Ciò che era giusto”, racchiude lo spirito con cui la città di Gubbio ha scelto di ricordarlo.
A pochi mesi dalla sua scomparsa, il Comune dedica al grande intellettuale eugubino un ciclo di eventi intitolato “Non posso continuare, continuerò. Colloqui corali con Goffredo Fofi”, un percorso collettivo che intreccia cinema, letteratura, scuola e memoria.

Fofi – nato a Gubbio il 15 aprile 1937 e scomparso a Roma l’11 luglio 2025 – è stato una delle voci più lucide, coraggiose e indipendenti della cultura italiana contemporanea: saggista, critico cinematografico e teatrale, giornalista e attivista politico. La sua opera ha attraversato più di mezzo secolo di storia intellettuale, con uno sguardo sempre rivolto ai margini, agli ultimi, ai giovani, alla verità delle cose semplici.

Un ciclo di incontri per ritrovare il senso dell’impegno

Il programma delle iniziative è frutto di una collaborazione tra il Comune di Gubbio, l’associazione Settimana del Libro, la Sezione Soci Coop di Gubbio, Media Video News e la libreria Fotolibri.

Il primo appuntamento è fissato per lunedì 20 ottobre alle ore 21.00 al Cinema Astra, con la proiezione del docufilm “Suole di vento. Storie di Goffredo Fofi” e l’incontro con il regista Felice Pesoli. L’ingresso sarà gratuito e aperto a tutta la cittadinanza.

Il giorno successivo, martedì 21 ottobre, sempre al Cinema Astra, il documentario sarà proiettato in una sessione speciale dedicata agli studenti delle classi quinte degli istituti superiori di Gubbio, alla presenza del regista che dialogherà con i ragazzi.

“È importante che i giovani conoscano figure come Fofi,” ha sottolineato l’assessore alla Cultura Paola Salciarini. “Non era solo un intellettuale, ma un uomo che ha saputo trasformare la conoscenza in libertà e l’impegno civile in atto d’amore verso il mondo.”

A scuola da Goffredo: il pensiero come eredità viva

Il secondo momento del ciclo si terrà venerdì 21 novembre alle 17.30, nell’Aula Magna dell’I.I.S. Cassata Gattapone, con l’incontro “A scuola da Goffredo”.
Protagonisti Piergiorgio Giacchè e Franco Lorenzoni, due figure di spicco della pedagogia italiana.

L’appuntamento sarà l’occasione per approfondire l’eredità pedagogica e culturale di Fofi, che nelle sue opere e nelle sue lezioni ha sempre sostenuto un’idea di scuola “viva”, libera, non conformista.
“Bisogna capire per fare,” ripeteva spesso Fofi, “e amare il sapere come forma di resistenza.”

Le parole dell’assessore Salciarini riassumono bene questo lascito:
“Goffredo Fofi ci manca. Ha attraversato quello che lui stesso definiva ‘l’ultimo dei tempi’ con passo battagliero e appassionato, legando sempre il particolare al mondo, l’individuo alla dimensione collettiva. A Gubbio ha lasciato non solo un fondo di oltre 10.000 libri presso la Biblioteca Sperelliana, ma una lezione di libertà e responsabilità.”

“Il giusto, il vero, il buono, il bello”

Il percorso proseguirà nei mesi successivi con una serie di incontri racchiusi sotto il titolo “Il giusto, il vero, il buono, il bello”, un itinerario di approfondimento sulle molte sfaccettature del pensiero di Fofi.

Tra gli ospiti previsti figurano Emanuele Dattilo, Stefano Laffi, Nicola Villa, Federica Lucchesini e Nicola Galli Laforest, che dialogheranno con studenti, cittadini e operatori culturali. Gli appuntamenti si svolgeranno nelle aule magne dell’I.I.S. Cassata Gattapone e del Liceo Classico Mazzatinti, per poi culminare in un evento estivo conclusivo – ancora in fase di definizione – che riunirà i temi e le riflessioni emerse durante l’intero ciclo.

“Non posso continuare, continuerò,” il titolo scelto per il progetto, riprende una celebre frase di Samuel Beckett, uno degli autori più amati da Fofi. È un modo per ricordare la tenacia del pensiero e la forza del dubbio, due tratti che hanno sempre accompagnato la sua vita e la sua scrittura.

Un figlio di Gubbio con lo sguardo sul mondo

Pur vivendo gran parte della sua vita lontano dall’Umbria, Goffredo Fofi ha sempre mantenuto un legame profondo con la sua città natale. Ne ha spesso parlato come di un luogo fondativo, una matrice affettiva e morale da cui tutto era cominciato.

In un’intervista del 2015, disse: “Da Gubbio ho imparato due cose: il valore della sobrietà e l’idea che la cultura non è mai separata dalla vita quotidiana.
Parole che oggi suonano come un testamento civile, un invito a guardare al sapere non come ornamento, ma come strumento di libertà e consapevolezza.

Con questo ciclo di incontri, Gubbio rende omaggio a uno dei suoi figli più illustri, che pur scegliendo percorsi lontani non ha mai smesso di portare con sé la sua origine eugubina.

Il lascito di una mente inquieta

Goffredo Fofi ha attraversato da protagonista più di sessant’anni di cultura italiana, da Quaderni Piacentini a Linea d’Ombra, dal cinema neorealista al teatro politico, fino all’impegno nelle scuole, nelle carceri, tra i giovani del volontariato e nelle riviste di frontiera.

Ha dialogato con Pasolini, don Milani, Calvino, Olmi, e tanti altri, ma è sempre rimasto un uomo libero da appartenenze, capace di ascoltare, criticare, contraddirsi, senza mai smettere di cercare.

Un’eredità che continua

Alla fine, tutto il progetto può essere riassunto nelle parole che Fofi amava ripetere citando Langer: “Non perché si spera, ma perché si ama.”

Un motto che non parla solo di lui, ma di un modo di vivere e di pensare che ancora oggi può ispirare chi crede nel valore della cultura come atto di resistenza, gesto d’amore e costruzione di futuro.

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Mario Farneti
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