Si rimette in moto la macchina organizzativa per realizzare l’Albero di Natale più grande del mondo, che dal 7 dicembre 2025 a metà gennaio 2026 illuminerà le pendici del Monte Ingino e dominerà Gubbio e la vallata per chilometri. Quello in arrivo sarà il 45° allestimento da quando, nel lontano 1981, prese vita un’idea straordinaria: trasformare un intero monte in un albero di Natale visibile anche a decine di chilometri di distanza. E' infatti visibile anche dagli aerei di linea.
A concepirlo fu un gruppo di volontari eugubini guidati da Mario Santini, con un’intuizione che nel 1991 entrò nel Guinness dei Primati alla voce luminarie natalizie. Da allora, anno dopo anno, la comunità eugubina ha reso possibile questo spettacolo unico al mondo, che negli anni è stato acceso da papi, presidenti della Repubblica, astronauti e personalità internazionali. La cerimonia di accensione è diventata un evento atteso non solo dagli eugubini ma da visitatori di tutto il mondo, attratti dal fascino di una tradizione che mescola tecnologia, fede e spirito comunitario.
L’albero è composto da oltre 800 corpi luminosi che tracciano una sagoma di 750 metri in altezza e 450 alla base, coprendo una superficie di circa 130.000 metri quadrati. Un’opera gigantesca che richiede ogni anno un impegno collettivo: circa 1.300 ore di lavoro per montarlo e oltre 900 ore per smontarlo, conservarlo e manutenere cavi e lampade. L’evoluzione tecnologica ha reso l’impianto sempre più moderno e sostenibile.
Se nei primi anni si usavano anche fari d’automobile riadattati, oggi le luci sono quasi tutte LED a basso consumo, alimentate in buona parte da fonti rinnovabili e sistemi fotovoltaici. Un passaggio importante che unisce la tradizione alla sensibilità ambientale contemporanea. L’albero non è più soltanto un’icona natalizia, ma anche un simbolo di come una comunità possa coniugare spettacolo e responsabilità ecologica, riducendo l’impatto energetico senza rinunciare alla magia.
Alla base di tutto c’è il lavoro silenzioso e appassionato degli alberaioli, una cinquantina di volontari di ogni età che, coordinati dal Comitato Albero di Natale più Grande del Mondo, si riuniscono ogni anno da settembre per stendere cavi, fissare lampade, controllare impianti e predisporre tutto il necessario per l’accensione. L’associazione, nata nel 1992, continua a essere il cuore pulsante di questo straordinario progetto. C’è chi ha iniziato come giovane apprendista e oggi guida squadre di lavoro, e c’è chi si è unito più di recente, portando nuove energie e competenze.
La passione è la stessa: regalare a Gubbio e al mondo un’emozione che non ha eguali. “L’impegno rimane quello di regalare a tutti – spiega il presidente Simone Pierotti – con la collaborazione dell’intera comunità cittadina, l’incantesimo e il fascino dell’Albero di Natale più grande del mondo”.
Non mancano gli avvisi pratici: particolare attenzione viene chiesta ai frequentatori domenicali del monte, soprattutto ciclisti ed escursionisti, per la presenza di mezzi e materiali lungo gli stradoni. È il segno che l’opera non è solo spettacolo ma anche lavoro concreto, fatto di fatica e dedizione.
La fama dell’albero eugubino è cresciuta negli anni fino a diventare un’attrazione internazionale. Nel 1991 il Guinness dei Primati lo ha certificato come “l’Albero di Natale più grande del mondo”, un titolo che mantiene ancora oggi. La cerimonia di accensione è diventata un momento altamente simbolico.
Nel 2011, ad esempio, fu Papa Benedetto XVI ad accendere l’albero con un collegamento da Roma; nel 2014 fu la volta di Papa Francesco tramite tablet; nel 2013, in un evento rimasto memorabile, l’astronauta Paolo Nespoli accese l’albero direttamente dallo spazio. Ogni anno, personalità del mondo della cultura, della scienza e della solidarietà vengono invitate a premere il pulsante virtuale che illumina il monte. Un gesto che da Gubbio raggiunge il mondo, rafforzando il legame tra una città umbra e il panorama internazionale.
L’Albero di Natale più grande del mondo è anche un potente motore di turismo e sviluppo locale. Ogni anno, migliaia di visitatori giungono a Gubbio per ammirarlo, partecipare ai mercatini e vivere l’atmosfera del Christmas Land, con eventi, trenini di Natale, spettacoli e persino una ruota panoramica che illumina il centro storico. L’indotto economico è notevole, ma ciò che più conta è il senso di comunità che l’albero incarna. Gli alberaioli non sono professionisti stipendiati, ma cittadini che mettono a disposizione tempo ed energie. È il lavoro volontario che rende possibile ciò che, in altre condizioni, richiederebbe investimenti enormi. In questo senso, l’albero diventa un simbolo di identità collettiva: ogni lampadina accesa è il risultato della collaborazione, della passione e dell’orgoglio eugubino.
Con il 45° allestimento, Gubbio rinnova una tradizione che guarda sempre al futuro. L’obiettivo è continuare a stupire, ma con crescente attenzione alla sostenibilità e alla valorizzazione del territorio. Ogni anno, infatti, si punta a migliorare l’efficienza dell’impianto e la sua integrazione ambientale.
Al tempo stesso, la città lavora per rendere sempre più coinvolgente l’esperienza dei visitatori, ampliando eventi collaterali e iniziative culturali. L’albero resta un punto di riferimento per chi torna a Gubbio ogni Natale e per chi lo scopre per la prima volta, trovando nella luce che domina il monte un messaggio di speranza e di comunità. “L’albero è una magia che appartiene a tutti – dicono gli alberaioli – e continueremo a custodirla come il dono più prezioso della nostra città”.
Dal 1981 a oggi, l’Albero di Natale di Gubbio è molto più di una decorazione luminosa. È una storia di volontariato e passione, un esempio di come una comunità possa trasformare un’idea visionaria in un patrimonio immateriale riconosciuto a livello internazionale. È spettacolo e preghiera, tradizione e modernità, turismo e identità locale.
E ogni volta che si accende, dall’alto del monte Ingino, non illumina solo la vallata ma lancia al mondo un messaggio universale: quello della forza delle comunità che sanno unirsi per costruire bellezza. A dicembre, quando le luci si accenderanno per la 45ª volta, l’abbraccio luminoso dell’albero ricorderà ancora una volta a tutti che il Natale a Gubbio non è solo festa, ma una tradizione che sa parlare al cuore di chiunque la viva.