21 Jun, 2025 - 12:05

Gubbio ospita la prima edizione dell’Accademia della Libertà: formazione, storia e futuro europeo per i giovani

Gubbio ospita la prima edizione dell’Accademia della Libertà: formazione, storia e futuro europeo per i giovani

Nel cuore dell’Umbria, tra le antiche pietre di Gubbio, si apre un nuovo capitolo per la formazione politica e culturale delle giovani generazioni. È partita venerdì scorso la prima edizione dell’Accademia della Libertà, una tre giorni densa di riflessioni, lezioni e confronto, promossa da Forza Italia e curata personalmente da Stefania Craxi, presidente della Commissione Esteri al Senato.

L’iniziativa – che si concluderà domenica 23 giugno con l’intervento del segretario nazionale Antonio Tajani – si propone di costruire uno spazio critico e dinamico dove riflettere sui grandi snodi della storia repubblicana ed europea dal secondo dopoguerra a oggi. Un laboratorio di idee che guarda al futuro partendo dallo studio consapevole del passato.

Giovani protagonisti: 19-29 anni per cambiare il mondo

Selezionati in tutta Italia, i partecipanti sono giovani tra i 19 e i 29 anni, studenti, neolaureati e under-30 impegnati nel dibattito pubblico e nelle realtà territoriali. A loro è offerta l’opportunità di confrontarsi con storici, politologi, esperti e docenti universitari di primissimo livello.

“La libertà si conquista con la conoscenza e con la responsabilità, ha dichiarato Stefania Craxi in apertura dei lavori, sottolineando l'importanza di formare una nuova classe dirigente capace di affrontare le sfide del presente con radici salde nel pensiero democratico e nella storia delle istituzioni.

Atlante storico-politico: capire il Novecento per orientarsi nel nuovo millennio

La prima giornata è stata dedicata a ricostruire i grandi passaggi della storia italiana ed europea. Due docenti della Luiss Guido Carli, Vera Capperucci e Andrea Spiri, aprono i lavori con lezioni su:

  • “I fondamenti repubblicani: culture, forze e istituzioni”

  • “La rottura del '92-'94 e la nascita della Seconda Repubblica”

Un’analisi puntuale delle cesure e delle continuità che hanno segnato il nostro sistema politico, nel passaggio dal modello partitocratico del dopoguerra a quello più fluido e competitivo della Seconda Repubblica.

Hanno seguito due lectio magistralis di altissimo profilo:

  • Giorgio De Rita, segretario generale del Censis, offre uno spaccato acuto su “La società italiana in cambiamento. Fratture e linee di continuità nell’ultimo quarto di secolo”, interrogandosi su come siano mutati i corpi intermedi, la coesione sociale, le aspettative generazionali.

  • Antonio López-Istúriz White, già segretario generale del PPE, tratteggia la traiettoria dell’Unione Europea con “L’Europa che serve, l’Europa da costruire”, riflettendo sul senso di appartenenza, sulle crisi e sulle nuove architetture istituzionali.

Simulazioni e policy statement: lo studio diventa azione

Dopo le sessioni frontali, la parola passa ai partecipanti. Inizia così un percorso laboratoriale in cui i giovani, divisi in gruppi, sono chiamati a elaborare e presentare un “policy statement” sulle grandi sfide dell’Italia e dell’Unione Europea in un contesto globale sempre più instabile.

“Non basta conoscere, occorre proporre, rischiare idee nuove, tentare il futuro” – è il mantra che accompagna queste attività serali, in cui la formazione si intreccia con il lavoro di squadra e il confronto critico.

Atlante geopolitico e comunità di destino: il sabato delle visioni globali

Il secondo giorno, oggi sabato 22 giugno, è invece dedicato all’Atlante geopolitico e al tema di una Europa come comunità di destino. Qui intervengono:

  • Antonio Varsori, dell’Università di Padova, con una lezione su “L’intesa atlantica: nascita, sviluppi e prospettive”, che ripercorre il ruolo della NATO e dei suoi contraccolpi strategici dagli anni della guerra fredda al contesto post-2022.

  • Alessia Chiriatti, responsabile formazione dello IAI, guida una riflessione su “Le sfide del Mediterraneo allargato”, tra migrazioni, energia e nuovi equilibri geopolitici.

A seguire, il focus si sposta sulla costruzione europea:

  • Daniele Pasquinucci, presidente della Società Italiana degli Storici Internazionalistici, e

  • Federico Niglia, dell’Università per Stranieri di Perugia, offrono agli studenti un affresco sull’Europa come spazio politico condiviso, tra fragilità istituzionali e bisogno crescente di visione strategica.

Identità e valori: domenica tra cultura politica e memoria storica

La giornata conclusiva, domenica 23, è riservata all’approfondimento della storia e delle culture di riferimento del Movimento azzurro, in un confronto aperto tra docenti e partecipanti.

Intervengono tre figure di spicco:

  • Giovanni Orsina, direttore della School of Government della Luiss,

  • Benedetto Ippolito, filosofo politico e accademico,

  • Paolo Del Debbio, volto noto del giornalismo e dell’analisi sociale.

“Parlare di libertà significa misurarsi con le sue radici, con le sue fragilità e con la sua proiezione futura” – ha affermato Orsina, aprendo il dialogo con gli studenti su temi come l’individualismo liberale, il ruolo dello Stato e la responsabilità politica.

Un orizzonte comune: la chiusura affidata ad Antonio Tajani

A mezzogiorno, il testimone passa ad Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e segretario nazionale di Forza Italia, che chiuderà l’Accademia della Libertà con un intervento dedicato al ruolo del suo partito nel futuro del centrodestra e dell’Europa.

“La nostra visione è quella di una democrazia forte, fondata sul merito, sull’iniziativa individuale, sull’identità nazionale e sull’integrazione europea”, dirà Tajani, ribadendo l’impegno di Forza Italia per la crescita dei giovani e la formazione di una nuova classe dirigente.

Formazione, memoria e visione: perché l’Accademia della Libertà è solo l’inizio

In un tempo di disorientamento e polarizzazione, l’Accademia della Libertà si presenta come un’oasi di pensiero critico e responsabilità civile, in cui la politica torna a essere cultura, riflessione, confronto.

Non si tratta solo di trasmettere nozioni, ma di costruire coscienze, di allenare lo sguardo storico per affrontare le sfide del presente e progettare il futuro. In questo senso, Gubbio ha ospitato in questi giorni non solo un evento, ma una promessa.

Una promessa che – come recita uno dei motti dell’Accademia – “Non esiste libertà senza consapevolezza”.

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Mario Farneti
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