Giornata importante in casa Gubbio, dove è stato ufficialmente presentato Mauro Leo, nuovo direttore sportivo rossoblù. Un volto noto e apprezzato nel calcio italiano, con un passato in club di prima fascia come Roma, Inter, Milan e Juventus, che ha scelto con convinzione il progetto ambizioso del presidente Sauro Notari. In realtà Leo è operativo da oltre un mese e ha già iniziato a plasmare la rosa affidata a mister Domenico Di Carlo: sei i colpi ufficializzati finora, con l’arrivo di giovani di prospettiva come Bagnolini, Di Bitonto, Ghirardello, Podda, Minta e Baroncelli. A fronte di queste entrate, si registra anche un addio: quello di Simone Franchini, passato a titolo definitivo al Guidonia Montecelio.
“Ringrazio il presidente e il direttore generale per la fiducia - ha esordito Mauro Leo - sono contento di essere a Gubbio. È una scelta anche in parte di cuore: 25 anni fa ho avuto modo di conoscere questa città e questo club, all’epoca mio fratello vestiva la maglia rossoblù. In quel periodo abbiamo scoperto una comunità piena di valori. Il presidente Notari mi ha prospettato l’ipotesi di venire qui e io ero felicissimo. Il direttore generale Pannacci è stato un riferimento costante in questi giorni e continuerà a esserlo: lavoriamo in perfetto allineamento”.
Nonostante il curriculum di alto profilo, Leo si è presentato con la massima umiltà, elemento che considera fondamentale nel suo percorso professionale: “Ho sempre cercato di guadagnarmi tutto con il lavoro. L’umiltà è una qualità che reputo essenziale. Gubbio è una piazza importante, con un progetto ambizioso: il presidente non si accontenta, vuole fare le cose per bene. Ho avuto la fortuna di lavorare in grandi piazze, ma arrivo qui in punta di piedi, con entusiasmo e rispetto. Per me e mio fratello Gubbio è stato qualcosa di speciale. So che ci saranno difficoltà, ma credo che possiamo fare qualcosa di bello, tutti insieme. Se sono bravo lo dimostrerò con i fatti. La società è composta da persone competenti e appassionate: dal magazziniere ai medici, passando per i segretari, tutti danno il massimo. Se non fossi pieno di entusiasmo, non sarei qui. Diamoci da fare e costruiamo un progetto vincente, dentro e fuori dal campo”.
Finora sono arrivati sei nuovi innesti, tutti giovani: “Abbiamo le idee chiare - ha spiegato Leo - e ci siamo mossi in fretta. La strategia è stata condivisa con tutte le componenti del club. Anche la Serie B ormai guarda agli under come risorsa strategica, per i contributi ma anche per costruire valore. Noi abbiamo battuto la concorrenza di diverse squadre di categoria superiore, proprio perché siamo stati convincenti. Abbiamo proposto Gubbio come piazza ideale per crescere, valorizzare i talenti e costruire un percorso. Alcuni, come Podda e Ghirardello, sono arrivati a titolo definitivo: stiamo cercando di costruire un equilibrio tra giovani e giocatori esperti, e questo sarà il nostro asset anche per il futuro. Le grandi squadre non ti concedono facilmente questi prospetti: se li abbiamo presi, è perché c’è fiducia nel progetto Gubbio”.
Oltre ai giovani, però, il Gubbio potrà contare anche su un gruppo di over di livello: “Siamo soddisfatti degli over che abbiamo. Il nostro compito sarà bilanciare l’esperienza con l’entusiasmo dei ragazzi, creando una squadra solida, affamata e compatta”.
Nessun proclama, ma idee chiare anche sugli obiettivi di fondo: “Non ci interessano i nomi altisonanti, ma le caratteristiche. E non parlo solo di doti tecniche, ma anche di valori umani. Voglio una squadra di ‘ceraioli’, che possa rappresentare l’identità della città. So cosa significa essere ceraiolo a Gubbio, e ogni partita dovrebbe avere quello spirito. I ragazzi devono incarnare quei valori, anche quando non si vince. Il presidente è molto ambizioso e non ci fa mancare nulla: trascura i suoi impegni imprenditoriali per il bene del club. Se ci sarà l’opportunità per migliorare ancora la rosa, non si tirerà indietro, ma ogni scelta dovrà essere funzionale all’idea tattica dell’allenatore. Con mister Di Carlo c’è piena sintonia: ha abbracciato il nostro progetto con entusiasmo. Abbiamo costruito un’ossatura solida, bilanciata tra talento giovane e giocatori esperti. Non abbiamo fissato obiettivi di classifica, ma obiettivi umani: dobbiamo avere ceraioli in campo”.
I movimenti non sono ancora terminati e lo stesso Leo tiene la guardia alta: “È presto per dare un voto al nostro mercato, aspettiamo la fine. Io sono soddisfatto fin qui, ma preferisco che siano gli altri a giudicare. Abbiamo convinto ragazzi e dirigenti anche di Serie A, non era scontato e questo mi riempie d’orgoglio. Il mercato è dinamico, cambia tutto in pochi giorni. Non inseguo sogni, voglio giocatori motivati, che vedano in Gubbio un’opportunità. Correre dietro ai nomi in Serie C può essere pericoloso: restiamo con i piedi per terra. La saggezza del presidente e la solidità del club ci guidano su questa strada”.
Oltre all’aspetto tecnico, Mauro Leo ha posto grande attenzione al tema dell’identità: “Mi sento, forse immeritatamente, un po’ eugubino. Quando mio fratello giocava qui, ho scoperto una città speciale. Se ci sarà quel senso di appartenenza, supereremo anche le difficoltà. Il nostro compito è essere vicini alla città e ai tifosi. Non possiamo promettere altro se non il massimo impegno. Vogliamo coinvolgere la città e riportare la gente allo stadio: è un obiettivo concreto, più di una posizione di classifica. Vogliamo lavorare per tutti, non solo per i risultati ma per costruire qualcosa di duraturo”.