Il Gubbio è arrivato a un punto cruciale della stagione. La sensazione è chiara, netta e condivisa: bisogna cambiare marcia. Gli ultimi risultati non hanno convinto nessuno, né la società né tantomeno i tifosi, che dopo lo 0-0 casalingo contro il Livorno hanno dato vita a un confronto acceso ma costruttivo con mister Di Carlo, lo staff dirigenziale e una rappresentanza della squadra. Non un episodio di rottura, bensì un segnale forte, quasi una richiesta d’aiuto: il popolo rossoblù vuole vedere più coraggio, più cattiveria agonistica, più gol.
D’altronde i numeri parlano chiaro. Nove pareggi in sedici partite rappresentano un record nel girone B, ma non esattamente un vanto: tante partite non perse, certo, ma altrettante occasioni non colte per scalare una classifica che vede il Gubbio scivolare fuori dalla zona playoff. I punti sono 18, frutto di tre vittorie (che sarebbero state quattro senza la cancellazione della gara di Rimini dalla classifica) e troppi pareggi che hanno frenato una squadra che aveva iniziato il campionato con ambizioni più alte. La vittoria interna contro il Bra, datata settembre, resta ancora l’unica gioia casalinga. E alla vigilia della chiusura del girone d’andata, con il campionato che inizia a entrare nel vivo, il tempo dei bilanci si avvicina. E serve una sterzata.
Il dato più allarmante riguarda i gol realizzati, soprattutto da parte degli attaccanti. È lì che il Gubbio sta pagando il prezzo più alto. L’organico offensivo non manca di qualità: La Mantia, Tommasini, Di Massimo, Spina, fino ai talenti giovani come Minta e Ghirardello. Sulla carta, un reparto costruito per segnare. Sul campo, però, la storia è diversa.
Andrea La Mantia, arrivato in estate dopo il fallimento della SPAL, ha pagato il ritardo di condizione dovuto all’assenza del ritiro. Ma al netto di qualche prestazione in crescita, il bilancio dice 3 gol in 13 partite. Troppo poco per un attaccante del suo calibro, da cui ci si aspetta la zampata nei momenti chiave.
Stesso bottino per Christian Tommasini, 3 gol (sarebbero stati 4 con la rete al Rimini) in 15 gare. Il centravanti ex Monopoli, nell’ultimo match contro il Livorno, ha avuto almeno due nitide occasioni per sbloccare il risultato ma le ha sprecate tutte, alimentando la frustrazione della piazza.
Capitolo Alessio Di Massimo: finora condizionato da problemi fisici, è rientrato nelle ultime due gare, ma il totale stagionale recita 0 gol in 5 partite. La speranza è che, con continuità, possa tornare decisivo come nelle sue migliori stagioni.
Discorso simile per Marco Spina, fermo da un mese per un guaio muscolare. Anche lui, in 10 presenze, non ha ancora trovato la via del gol. Un’assenza pesante, sia per qualità tecnica che per imprevedibilità.
Sul fronte giovani, Minta - alla sua prima esperienza tra i professionisti - ha firmato 1 gol in 12 partite, mostrando lampi interessanti ma ancora acerbi. Ghirardello, invece, è ancora fermo a 0 gol, ma in prospettiva resta uno dei profili più interessanti.
Il paradosso è evidente: il miglior marcatore della squadra è un centrocampista, Federico Carraro, a quota 4 reti in 15 presenze. Una statistica che fotografa perfettamente il momento del Gubbio: la produzione offensiva è troppo bassa e troppo poco arriva dal reparto avanzato.
Il dato complessivo è chiaro: 15 gol segnati in 16 partite, peggio hanno fatto solo Perugia e Guidonia (13), Livorno (12) e Torres (7). Numeri che non possono soddisfare una squadra che mira ai playoff. Per fare un confronto, in cima alla classifica marcatori del girone B ci sono Pattarello dell’Arezzo (8), Bellini della Pianese (7), Spini del Ravenna (7) e Bruzzaniti del Pineto (7): valori doppi o quasi rispetto ai migliori marcatori rossoblù.