30 May, 2025 - 11:39

Esplosione nel laboratorio di cannabis light a Gubbio: cinque condanne per il rogo che nel 2021 uccise due persone

Esplosione nel laboratorio di cannabis light a Gubbio: cinque condanne per il rogo che nel 2021 uccise due persone

Due morti, due feriti gravi e una struttura devastata: è il bilancio drammatico dell’esplosione avvenuta il 7 maggio 2021 in un laboratorio di cannabis light a Canne Greche, alle porte di Gubbio. A distanza di quattro anni, la Corte d’Assise di Perugia ha emesso una sentenza durissima: cinque condanne per oltre settant’anni complessivi di carcere. Non si è trattato, secondo i giudici, di un incidente imprevedibile, ma di una catena di irresponsabilità consapevoli e reiterate.

La struttura, destinata al trattamento della cannabis light, non era altro che un casolare trasformato in laboratorio senza alcuna misura di sicurezza adeguata. Le società alle quali si riconduceva il laboratorio riguardavano la "coltivazione di piante aromatiche e farmaceutiche", l'una, e il "commercio all'ingrosso di fiori e piante", l'altra. Il processo ha accertato che nel locale veniva utilizzato il pentano, un solvente altamente infiammabile, per abbattere la percentuale di Thc nelle infiorescenze, in assenza di certificazioni e con metodi ritenuti non conformi. A causare la deflagrazione, secondo l'accusa, fu proprio l'interazione tra il solvente e le lavatrici a ultrasuoni impiegate per il lavaggio.

Una sentenza che punta il dito sulla negligenza e fa discutere

A perdere la vita furono Samuel Cuffaro, 19 anni, ed Elisabetta D’Innocenti di 52 anni, entrambi si trovavano nel laboratorio per una serie di coincidenze sfortunate. Il ragazzo era stato assunto per lavorare nei campi e quel giorno non avrebbe dovuto essere lì, mentre D'Innocenti, impiegata da poco, si era offerta per un cambio turno per aiutare un collega. Le indagini hanno poi rivelato che né l’uno né l’altra avevano ricevuto alcuna formazione sui rischi chimici presenti nel laboratorio, né erano stati dotati di dispositivi di protezione individuale.

I loro corpi furono estratti dalle macerie dai vigili del fuoco dopo ore di ricerche, in un contesto reso ancora più difficile da successive esplosioni e crolli. I soccorritori hanno descritto scene di devastazione: l’edificio era ormai un cumulo di detriti e l’aria irrespirabile a causa delle esalazioni del solvente bruciato.

I familiari delle vittime, presenti in aula fino all'ultimo giorno del processo, hanno accolto la sentenza con commozione e rabbia. Uno striscione con il volto sorridente di Samuel Cuffaro, amante della musica e del teatro, ha campeggiato tra i banchi del pubblico. "Riteniamo che dall'istruttoria siano emersi tutti gli elementi sintomatici del dolo eventuale già indicati per la sentenza ThyssenKrupp", ha dichiarato l'avvocato della famiglia Cuffaro, Ubaldo Minelli.

Gubbio, le condanne per l'esplosione al laboratorio di cannabis light

Il tribunale ha inflitto 18 anni e un mese ad Alessandro Rossi, legale rappresentante delle società Green Genetics e Greenvest, attive nella produzione e commercializzazione della cannabis light. 14 anni sono andati a Luciano Rossi, considerato socio occulto e gestore di fatto, a Gabriele Muratori, legale rappresentante di una delle due aziende, e a Giorgio Mosca, proprietario dell’immobile. Gloria Muratori, amministratrice della Greenvest, è stata condannata a 10 anni e 6 mesi.

La Corte ha ritenuto responsabili gli imputati per il reato di incendio doloso e per la morte come conseguenza di altro reato. È stata inoltre riconosciuta l’accusa di possesso illegale di stupefacenti, dal momento che la cannabis in lavorazione è stata giudicata non conforme ai parametri legali. "La prospettazione accusatoria è stata sostanzialmente accolta", ha commentato il procuratore Raffaele Cantone.

La difesa non ci sta: "Sentenza inconcepibile"

Di tutt'altro tenore le dichiarazioni della difesa. L’avvocato Luca Maori, legale di Giorgio Mosca, ha parlato di "sentenza inconcepibile" e ha annunciato battaglia in appello. "Il mio assistito non ha alcuna responsabilità, anzi dovrebbe essere ritenuto persona offesa, altro che concorrente", ha detto.

Nel frattempo, la vicenda ha acceso un faro su un settore, quello della cannabis light, che negli ultimi anni ha conosciuto un boom economico, spesso accompagnato da vuoti normativi e gravi carenze nei controlli.

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Giorgia Sdei
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