“Thann e Gubbio: due città, una sola anima”. Così si è aperto il discorso del sindaco di Gubbio, Vittorio Fiorucci, pronunciato durante la solenne cerimonia della Crémation des Trois Sapins, il rito che ogni anno, il primo luglio, accende la fratellanza tra Gubbio e la cittadina alsaziana di Thann.
Un intervento ricco di poesia, di senso civico, di consapevolezza storica, che ha saputo restituire con sobria emozione la profondità di un legame che non è solo diplomatico, ma spirituale. Il gemellaggio tra le due città, ufficializzato nel 1958, si fonda su una storia antichissima che ruota attorno alla figura di Sant’Ubaldo, patrono di Gubbio e figura centrale anche nella cultura religiosa di Thann.
"Thann e Gubbio: due città, una sola anima. Dal 1958 questo gemellaggio è formalmente sancito, ma noi sappiamo che il legame è molto più antico. È nato nella polvere delle strade medievali, nelle mani di un servo pellegrino, in un anello e in un lembo di carne che raccontano una storia più potente di mille trattati".
"È nato il primo luglio del 1161, all’ombra di un abete e alla luce di tre fiamme che non consumavano, ma accendevano una nuova città: Thann. In quel gesto miracoloso e poetico – un bastone che mette radici, una luce che danza tra le fronde – c’è tutta la forza di Sant’Ubaldo. Non solo il nostro patrono, ma il ponte vivente tra le nostre comunità".
"Oggi, io sono qui non solo come Sindaco, ma come testimone di un'eredità, come figlio di Gubbio e come fratello di Thann. Sono fiero oggi e lo fui anche lo scorso anno per quella che fu la mia prima uscita internazionale da primo cittadino in questo luogo così fortemente evocativo. È un segno, un simbolo, forse anche una promessa: che l’amicizia tra le nostre città non si consumerà mai, come quegli abeti che ardono ma non si spezzano".
"La Crémation des Trois Sapins non è solo una festa. È un rito che racchiude identità, memoria, speranza. Ed è bello sapere che, in questo fuoco, non bruciano solo abeti, ma anche l’inquietudine dei nostri tempi, le distanze della politica, l’anonimato della modernità. In questa fiamma arde la fratellanza vera, quella che unisce popoli, che attraversa i secoli e le Alpi. Desidero ringraziare il Sindaco Stoeckel per il suo invito caloroso, e tutta la cittadinanza di Thann per la vostra ospitalità generosa e sincera".
"Un grazie particolare ai pellegrini che, come un tempo, hanno percorso la strada inversa, da Thann a Gubbio, portando la fede, l’identità, e quel senso di appartenenza senza confini. Thann è la figlia primogenita di Gubbio, come ama dire chi conosce queste radici. E noi, oggi, siamo venuti non da ospiti, ma da famiglia".
"Che le fiamme che tra poco si alzeranno nel cielo siano la nostra preghiera silenziosa. Che il fumo che si alzerà in spirale porti con sé un messaggio per l’Europa e per il mondo che le tradizioni non sono zavorra, ma vele".
"E che, in tempi di divisione e incertezza, c’è ancora spazio per la meraviglia, la memoria e l’amicizia.
Viva Thann!
Viva Gubbio!
Viva Sant’Ubaldo!"
Il discorso del sindaco Fiorucci non si limita a un atto formale, ma ripercorre il cuore simbolico di un rapporto millenario, quello tra le due città, un tempo collegate dalla figura leggendaria del pellegrino che, nel 1161, portò da Gubbio a Thann le reliquie di Sant’Ubaldo.
Quel bastone, piantato a terra, che secondo la tradizione mise radici e produsse tre fiamme, è diventato nei secoli il fondamento spirituale e narrativo di un patto d’identità tra popoli. La “Crémation des Trois Sapins”, che ogni anno rievoca quel miracolo, è oggi un rito laico e religioso insieme, capace di unire tradizione e attualità.
Particolarmente significativa la parte finale del discorso, in cui Fiorucci declina la tradizione in chiave contemporanea: "Le tradizioni non sono zavorra, ma vele."
In un’epoca di rapidi cambiamenti, disorientamento culturale e tensioni politiche, questo messaggio assume una forza dirompente. Le radici culturali, secondo il sindaco, non sono un freno ma una spinta al viaggio, un motore di comunità.
Il suo richiamo alla “meraviglia, memoria e amicizia” appare come una proposta civile e culturale rivolta all’intera Europa: non dimenticare ciò che unisce, non vergognarsi di ciò che ci ha generati, e trovare nella ritualità condivisa un argine alla frammentazione del nostro tempo.
L’identificazione di Fiorucci non solo come primo cittadino, ma come “figlio di Gubbio e fratello di Thann”, conferisce al suo ruolo un’aura più umana e meno protocollare. In un contesto cerimoniale, ha scelto la via dell’empatia e della testimonianza personale, rievocando la sua prima uscita internazionale da sindaco proprio a Thann come segno del destino.
La sua presenza, dunque, non è solo istituzionale, ma simbolica: rappresenta un popolo che si riconosce in un altro popolo, una città che parla la stessa lingua dell’altra, pur in idiomi diversi.
Non va sottovalutato il contenuto implicitamente politico del discorso: in un’epoca in cui l’Europa si interroga sul proprio destino, l’idea che due città possano restare unite nel nome di un santo e di un rito condiviso è un messaggio di cooperazione dal basso, che supera i confini amministrativi e culturali.
La Crémation des Trois Sapins, così come la Festa dei Ceri a Gubbio, dimostra che la coesione sociale può fondarsi sulla memoria e sulla ritualità collettiva, senza essere mai sterile nostalgia.
Il discorso di Vittorio Fiorucci a Thann è stato molto più di una celebrazione: è stato un manifesto culturale, umano e identitario. In un mondo sempre più rapido e impersonale, le parole del sindaco hanno riportato al centro la forza delle relazioni autentiche, la bellezza della memoria condivisa e la necessità di coltivare i legami profondi tra comunità.
Thann e Gubbio, oggi come nel 1161, continuano a parlarsi attraverso i secoli, sospinte da un fuoco che non consuma ma unisce.
E in quel fuoco – come ha detto il sindaco – non bruciano solo abeti, ma le paure e le distanze di un mondo che ha ancora bisogno di santi, di simboli e di fratelli.