Il Tribunale della Libertà di Perugia ha confermato la custodia cautelare in carcere anche per il terzo indagato nell’inchiesta sulla violenza sessuale di gruppo avvenuta a Gubbio, nella notte tra il 4 e 5 settembre 2025 in Piazza Quaranta Martiri. Si tratta di un 36enne originario di Gualdo Tadino, difeso dall’avvocato Chiara Brunori, che aveva tentato una linea difensiva differente rispetto agli altri due imputati.
Il collegio ha ritenuto sussistenti le esigenze cautelari, respingendo l’istanza di scarcerazione e confermando così la legittimità della misura restrittiva.
La decisione segue di pochi giorni quella del 6 ottobre, quando lo stesso Tribunale del Riesame aveva confermato il carcere per i due fratelli eugubini di 36 e 43 anni, originari della Puglia, difesi dall’avvocato Ubaldo Minelli. Anche per loro l’accusa riguarda ipotesi di violenza sessuale di gruppo, lesioni personali e tentata rapina.
Il quadro cautelare si presenta dunque granitico: tutti e tre gli indagati restano in cella, in attesa dei prossimi passaggi giudiziari.
I fatti risalgono alla notte tra il 4 e il 5 settembre 2025, quando una 36enne eugubina e un suo amico 46enne si trovavano in Piazza Quaranta Martiri. La giovane donna sarebbe stata aggredita e violentata dietro l’edicola, mentre l’uomo che l’accompagnava sarebbe stato brutalmente picchiato dai tre.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’azione del gruppo non si sarebbe limitata all’aggressione fisica e sessuale: sarebbero emersi anche elementi di tentata rapina, legati al furto di oggetti personali.
Le vittime, profondamente scosse, hanno trovato il coraggio di denunciare immediatamente l’accaduto, consentendo agli investigatori di avviare con rapidità le indagini.
La donna 36enne eugubina è assistita dall’avvocato Francesca Pieri, mentre l’amico 46enne ha affidato la sua difesa all’avvocato Luigi Santioni. Entrambi hanno sottolineato come l’impatto psicologico della violenza abbia segnato profondamente la vita dei loro assistiti.
Le indagini sono state condotte dai Carabinieri della Compagnia di Gubbio, coordinati dal Capitano Pasquale Moriglia, in stretta collaborazione con la Procura della Repubblica di Perugia.
Il lavoro investigativo ha permesso di ricostruire l’accaduto attraverso testimonianze, riscontri medico-legali e analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti in zona.
L’arresto dei tre indagati è avvenuto nell’ambito di una maxi operazione dei Carabinieri che ha coinvolto numerosi uomini e mezzi, con l’obiettivo di prevenire eventuali reazioni da parte degli imputati e garantire la sicurezza pubblica.
La notizia era stata riportata anche da Tag24 Umbria, che aveva dato ampio risalto alla vicenda, sottolineando l’importanza del lavoro di indagine e il clima di forte emozione vissuto nella comunità eugubina.
Il Tribunale della Libertà, organismo deputato a controllare le misure cautelari emesse in fase antecedente al giudizio, ha dunque ritenuto fondate le esigenze di custodia cautelare per tutti e tre gli indagati.
La misura si fonda sulla necessità di evitare il rischio di reiterazione del reato, di inquinamento delle prove e di fuga. In casi di particolare gravità, come quello della violenza sessuale di gruppo, i giudici tendono a mantenere un approccio prudenziale, privilegiando la tutela delle vittime e della collettività.
L’episodio ha scosso profondamente la comunità eugubina. Piazza Quaranta Martiri, solitamente luogo di incontro e socialità, si è trasformata in teatro di una violenza che ha lasciato sgomento e rabbia.
Molti cittadini hanno espresso vicinanza alle vittime, sottolineando la necessità di un presidio costante delle forze dell’ordine per garantire sicurezza nei luoghi pubblici.
“Non possiamo permettere che simili episodi si ripetano – ha commentato un residente – Gubbio è una città accogliente e pacifica, ma questa vicenda ci ricorda che la sicurezza va difesa ogni giorno”.
Ora il procedimento entra in una fase cruciale: con la custodia cautelare confermata per tutti e tre gli imputati, la Procura di Perugia potrà formalizzare le richieste di rinvio a giudizio.
Il dibattimento, se confermato, costituirà l’occasione per ascoltare testimoni, acquisire ulteriori prove e valutare nel merito le responsabilità dei singoli.
La difesa dei tre indagati, pur prendendo atto della conferma delle misure cautelari, ha già annunciato che si batterà per far emergere le versioni alternative e per contestare la ricostruzione accusatoria.
Il caso di Gubbio non è solo un fatto di cronaca nera: rappresenta anche un banco di prova per la giustizia e per la società civile. La violenza sessuale di gruppo è uno dei reati più gravi e più traumatici, che colpisce non solo le vittime dirette ma l’intera comunità.
Il messaggio che arriva dalla conferma della custodia cautelare è chiaro: lo Stato e le istituzioni non intendono sottovalutare episodi di tale gravità, garantendo una risposta rapida e ferma.
La conferma della custodia cautelare in carcere anche per il terzo indagato di Gualdo Tadino segna un passaggio decisivo nell’inchiesta sulla violenza sessuale di gruppo avvenuta a Gubbio.
Con i tre presunti responsabili dietro le sbarre, la Procura potrà procedere con maggiore serenità verso l’udienza preliminare e l’eventuale processo.