Una folla imponente, un’atmosfera carica di emozione e una città vestita di luce: Gubbio ha vissuto una delle sue serate più attese con la 45ª accensione dell’Albero di Natale più grande del mondo, sul versante del Monte Ingino. Il momento clou, alle pendici della città, si è svolto in una Piazza 40 Martiri gremita, trasformata in un grande teatro a cielo aperto.
A premere simbolicamente il “pulsante” dell’accensione è stato il Comandante della Nave Scuola Amerigo Vespucci, Capitano di Vascello Nicasio Falica, ospite d’onore della serata, che ha unito idealmente il mare alla montagna nel segno della tradizione e dei valori condivisi.

Accanto a lui, sul palco delle autorità, il sindaco Vittorio Fiorucci, la presidente della Regione Umbria Stefania Proietti, monsignor Luciano Paolucci Bedini, il presidente del Comitato Alberaioli Simone Pierotti e numerosi rappresentanti civili e militari.
La serata-evento è stata condotta da Fabio Vagnarelli, direttore artistico della manifestazione, affiancato da Davide Calabrese degli Oblivion, insieme a Ubaldo Gini e Silvia Procacci. A rendere ancora più suggestivo il programma, una successione di interventi artistici molto apprezzati dal pubblico.
Ad aprire ufficialmente la cerimonia sono stati gli Sbandieratori di Gubbio, con i loro colori e le coreografie che evocano la grande storia medievale della città. Subito dopo, il Coro eugubino dei Cantores Beati Ubaldi, diretto dal maestro Renzo Menichetti, ha regalato un momento di intenso raccoglimento.
Sul palco anche dodici giovani talenti del teatro musicale italiano, coordinati da Roberto Tomassoli, seguiti dal contributo scenico dell’Associazione Pattinaggio Artistico “Luigi Minelli”, che ha proposto una raffinata performance tra pattinaggio e danza, curata dal tecnico federale Davide Naccari e dal coreografo Luca Magnoni.
A fare da filo narrativo alla serata, l’attore Gabriele Foschi, che ha guidato il pubblico in un viaggio suggestivo tra i “luoghi del Natale”, con collegamenti, racconti e interventi pensati per accompagnare l’attesa dell’accensione.

Gli interventi istituzionali sono stati brevi e fortemente simbolici, lasciando spazio soprattutto alla cronaca e allo spettacolo. Il presidente del Comitato Alberaioli Simone Pierotti ha sottolineato il valore della presenza della Nave Vespucci: «Rappresenta da sempre i valori dell’impegno, della formazione, della cooperazione tra i popoli e della pace».
Il sindaco Vittorio Fiorucci ha richiamato il significato francescano dell’evento: «L’Albero è un omaggio al coraggio e al messaggio di pace di San Francesco», ricordando anche l’ottocentenario della morte del Santo.
Monsignor Luciano Paolucci Bedini ha ringraziato gli Alberaioli: «L’Albero ci restituisce gioia, dal Monte Ingino qualcuno veglia sempre su di noi». La presidente Stefania Proietti ha portato il saluto della Regione: «La Regione porta sul cuore il simbolo dei Ceri e dell’Albero, segno di fraternità e pace».
Il comandante Nicasio Falica, visibilmente colpito dalla cornice notturna della città: «Questa è una cornice che toglie il fiato. Ringrazio tutta la comunità eugubina».
Poi l’attimo più atteso. Il conto alla rovescia, il silenzio sospeso sulla piazza, gli occhi rivolti verso la montagna. E all’improvviso, la gigantesca figura luminosa dell’Albero ha iniziato a brillare lungo il profilo del Monte Ingino, con la stella sulla Basilica di Sant’Ubaldo a dominare la scena.
Un’ovazione ha accompagnato l’accensione, mentre centinaia di telefonini immortalavano il momento. Un colpo d’occhio che, ogni anno, rinnova lo stupore: oltre 700 luci, disposte lungo un tracciato monumentale, visibile a chilometri di distanza.
Accanto al comandante Falica, nel momento ufficiale, anche il sindaco Fiorucci, la presidente Proietti e Simone Pierotti, a suggellare istituzionalmente il gesto.

Anche l’edizione 2025 ha portato con sé un chiaro messaggio di sostenibilità ambientale. Il Comitato Alberaioli ha confermato l’utilizzo esclusivo di impianti fotovoltaici e luci a LED, riducendo i consumi e l’impatto energetico.
Una scelta coerente con la missione educativa della Nave Scuola Amerigo Vespucci e con una visione moderna dell’evento, che coniuga tradizione e responsabilità verso l’ambiente.
Dietro la magia di oggi c’è una storia lunga 45 anni, nata nel 1980 con la celebre “Stella Ufo” realizzata da Enzo Grilli, insieme a Bruno Ercoli, Renato Anelli, Roberto Menichetti, Costantino Edera, “Lolo Fecchi” e ai suoi figli. Con loro, i primi alberaioli: Pietrangelo Pacio Farneti, Fausto Battistelli, Nello Ontano, Giuseppe Battistelli detto “Peppe Torcolo”, Mario Santini, fino a Danilo Sannipoli e molti altri.
Una staffetta di volontari che ha attraversato generazioni, fino agli oltre 70 volontari di oggi, che ogni anno rendono possibile quello che ormai è considerato un simbolo universale di unità e fratellanza.
La 45ª accensione si è chiusa tra applausi, musica e abbracci, con una città illuminata non solo dalle luci dell’Albero, ma da un forte senso di appartenenza collettiva. Gubbio, ancora una volta, ha acceso il suo Gigante Buono, inviando al mondo un messaggio fatto di tradizione, comunità, sostenibilità e speranza. Un rito che si rinnova, ma che continua ogni anno a emozionare come fosse la prima volta.