Adescato in un parcheggio e raggirato con freddezza, fino a ritrovarsi alleggerito del bancomat e con il conto svuotato di oltre duemila euro. È quanto accaduto a un 77enne originario di Sigillo, vittima di un furto orchestrato da una donna di 33 anni, di origine rumena, arrestata dai Carabinieri delle Stazioni di Sigillo e Gubbio con l’accusa di furto aggravato e indebito utilizzo di carte di pagamento. Un colpo tanto cinico quanto studiato, portato a segno con la complicità di un uomo di 34 anni, attualmente irreperibile e ricercato dalle autorità.
La truffa si è consumata nella cornice anonima di un parcheggio commerciale di Gubbio, luogo divenuto in pochi minuti teatro di un raggiro mirato. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la donna avrebbe adescato l’uomo, presentandosi con modi affabili e amichevoli. Dopo qualche scambio di battute, è riuscita a convincerlo a farla salire in auto. È a quel punto, approfittando di un momento di distrazione, che sarebbe riuscita a sottrarre la carta bancomat del pensionato, ignaro del furto appena subito.
Le successive indagini dei Carabinieri hanno poi consentito di ricostruire i movimenti dei due presunti responsabili. La 33enne, insieme al complice identificato, avrebbe utilizzato la carta rubata per effettuare prelievi di contante e acquisti in esercizi commerciali della zona, per un ammontare complessivo di 2.277 euro. Un’azione rapida e ben organizzata, interrotta solo dall’intervento delle forze dell’ordine.
Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Perugia, su richiesta della Procura perugina, ha disposto la misura coercitiva degli arresti domiciliari per entrambi. La donna si trova ora ristretta nella propria abitazione, mentre il suo complice è ufficialmente ricercato.
Un contesto che conferma l’attenzione crescente delle autorità sui fenomeni di microcriminalità diffusa nel territorio eugubino. Nelle scorse settimane, infatti, i Carabinieri hanno arrestato un altro individuo responsabile di un furto avvenuto in un centro estetico della zona sud di Gubbio. In quell’occasione, il ladro si era introdotto nottetempo nell’attività forzando la porta d’ingresso, portando via contanti e un computer portatile.
Ma a rendere il caso particolarmente curioso - e utile alle indagini - è stato un dettaglio fuori dall’ordinario: l’uomo aveva commesso il furto indossando un paio di infradito. Un indizio che, se inizialmente sembrava solo bizzarro, si è rivelato decisivo. Grazie alla testimonianza di un residente e alla visione dei fotogrammi delle telecamere di sorveglianza, i Carabinieri sono riusciti a identificare l’uomo: già schedato per precedenti simili, era al momento del furto sottoposto alla misura di Sorveglianza Speciale, disposta dal Tribunale di Perugia. Due episodi diversi per modalità, ma accomunati da un elemento centrale: la vulnerabilità delle vittime e la determinazione con cui alcuni soggetti riescono a sfruttare spiragli, disattenzioni o situazioni di fragilità per compiere reati predatori.
Nel caso specifico di Gubbio, la donna è accusata di furto aggravato e indebito utilizzo di carte di pagamento, due reati distinti ma spesso legati tra loro. Il furto aggravato, disciplinato dall’art. 625 del Codice Penale, si configura quando il furto viene compiuto con particolari modalità o ai danni di soggetti vulnerabili. In questo caso, l’aggravante può derivare dalla condizione della vittima (anziano), dalla destrezza usata per sottrarre l’oggetto, e dal fatto che il furto sia stato commesso con abuso di fiducia.
La pena prevista per il furto aggravato va da due a sei anni di reclusione, con multe da 927 a 3.000 euro, che possono aumentare in base al valore sottratto e alla gravità del contesto. L’indebito utilizzo di carte di credito o di pagamento è regolato dall’art. 493-ter c.p., che punisce chiunque, senza essere titolare, utilizza carte o codici altrui per effettuare pagamenti o prelievi. Anche senza furto diretto, l’uso non autorizzato di una carta configura reato.
In questo caso, la legge prevede la reclusione da sei mesi a tre anni e una multa da 51 a 1.032 euro, salvo che il fatto costituisca un reato più grave, come appunto il furto aggravato. Il cumulo tra i due reati comporta la possibilità, per la magistratura, di richiedere misure cautelari come gli arresti domiciliari, come accaduto nel caso della 33enne fermata a Gubbio.