In Umbria si accende l’allarme sui fenomeni di contraffazione monetaria e frodi informatiche. Terni diventa epicentro di un’intensa attività di controllo da parte della Guardia di Finanza, che nel corso dei primi mesi del 2025 ha intensificato le verifiche sul territorio per contrastare l’impiego illecito di denaro contante e digitale. Una doppia minaccia che si muove tra banconote false e criptovalute, spesso utilizzate come strumento di evasione o raggiro ai danni di ignari cittadini.
La circolazione di banconote contraffatte resta una delle priorità operative per le Fiamme Gialle ternane. Nei primi mesi del 2025 sono state sequestrate 254 banconote false, per un valore complessivo di oltre 9.200 euro. Un dato significativo che evidenzia come la falsificazione di contanti non sia affatto un fenomeno in declino. I tagli da 50 e 20 euro risultano essere quelli più frequentemente rilevati, segno che i truffatori puntano su banconote di largo impiego per rendere meno evidenti i tentativi di immissione sul mercato.
L’attività di contrasto avviene non solo con operazioni mirate sul territorio, ma anche attraverso una costante attività di prevenzione e formazione rivolta agli operatori economici, particolarmente esposti a questo tipo di reato. Il rischio infatti è duplice: economico per chi riceve banconote false, e sistemico per la fiducia nel denaro contante.
La Guardia di Finanza ha anche rafforzato i controlli sui flussi digitali di denaro, con particolare attenzione alle criptovalute. Il loro utilizzo, sempre più diffuso, si presta a usi illeciti grazie alla natura decentralizzata e all’apparente anonimato che offrono. Una combinazione che può facilmente attrarre attività criminali.
Tra i casi più emblematici emersi nel territorio provinciale, figura quello di un cittadino dell’Orvietano che deteneva criptovaluta per un valore di 15.000 euro su portafogli elettronici localizzati all’estero, mai dichiarati al fisco. La somma, secondo gli accertamenti, era sottratta agli obblighi di monitoraggio previsti dalla normativa tributaria. L’episodio ha portato all’applicazione di sanzioni amministrative, ribadendo l’importanza del controllo fiscale anche sui patrimoni digitali.
La cronaca degli ultimi mesi restituisce anche un altro volto dell’illegalità finanziaria: quello delle truffe online. Un esempio su tutti è quello di una donna ternana, finita nella rete di una falsa piattaforma di trading in criptovalute. Attirata da offerte di guadagno rapido pubblicizzate sul web, la vittima ha versato circa 4.000 euro in cambio di un portafoglio digitale che si è rivelato inesistente. I fondi sono stati immediatamente trasferiti su un wallet criptato, rendendone quasi impossibile il recupero. Solo grazie all’intervento tempestivo delle Fiamme Gialle la donna ha potuto riottenere una parte della somma.
Episodi simili sono in aumento e confermano ogni giorno di più quanto il fronte delle truffe informatiche richieda oggi una vigilanza continua, sia da parte delle forze dell’ordine che dei cittadini, sempre più spesso presi di mira con tecniche raffinate e persuasive.
L’azione della Guardia di Finanza si inserisce in una strategia di contrasto che unisce tecnologie investigative, analisi dei flussi finanziari e collaborazione internazionale. Il presidio del territorio passa oggi anche per il controllo della rete e dei canali digitali, strumenti potentissimi che possono diventare armi a doppio taglio.
Terni si conferma, in questo scenario, un osservatorio privilegiato per misurare l’evoluzione dei fenomeni legati all’economia sommersa. Che si tratti di una banconota falsa o di un wallet criptato, la minaccia è la stessa: sottrarre risorse, fiducia e sicurezza al sistema economico locale. Un pericolo che richiede attenzione, consapevolezza e un’azione costante, dentro e fuori dalla rete.