Quasi un miliardo di euro di giocate online in un solo anno e un balzo del 149,9% in cinque anni stanno ridisegnando la geografia del gioco legale in Umbria. Una trasformazione epocale che vede la rete fisica dei punti vendita perdere colpi e peso sul mercato, mentre l’offerta digitale avanza incontrastata. È su questo squilibrio crescente tra digitale e territorio che si è innestata la tappa perugina di “Confronto Aperto”, l’iniziativa con cui EGP FIPE, l’associazione degli esercenti di giochi pubblici di Confcommercio, ha portato a Palazzo Donini il manifesto “Regole, Salute, Territori”. Una piattaforma che chiede a gran voce norme uniformi, maggiori tutele per i giocatori e un fronte comune per contrastare l’illegalità.

I numeri elaborati su dati dell'Agenzia Dogane e Monopoli raccontano una storia di due mondi che viaggiano a velocità opposte. Tra il 2019 e il 2024, il volume complessivo delle giocate nel mercato legale umbro è passato da 1,4 a circa 1,9 miliardi di euro, con una crescita del 31,8%. A trainare questa performance è stato quasi esclusivamente il canale a distanza: le giocate online hanno sfiorato il miliardo di euro (964,3 milioni) nel 2024, registrando un incremento del 149,9% nel quinquennio. Al contrario, la raccolta nei punti vendita fisici ha subito una contrazione del 12,4%.
Dietro queste macro-cifre si nascondono dinamiche ancora più significative. Gli apparecchi da gioco tradizionali (AWP e VLT) hanno visto crollare le giocate del 30,4%. A resistere, anzi a crescere, nei punti vendita sono stati i Gratta&Vinci, che con un +36,1% si confermano il prodotto più popolare nella rete fisica. Le scommesse virtuali hanno quasi raddoppiato il loro volume (+95,9%), mentre giochi numerici, bingo e scommesse sportive sono rimasti sostanzialmente stabili.
Il vero termometro della spesa dei giocatori, le somme “perse” al netto delle vincite, mostra un aumento del 9% in cinque anni, da 264 a 288 milioni di euro. Ma anche qui la divergenza è marcata: il canale online fa segnare un +191,9%, mentre i punti vendita fisici perdono il 5%. Il contraccolpo sul tessuto commerciale è stato pesante: in sei anni la Regione ha perso 289 esercizi che offrivano giochi (-25,1%). La chiusura ha colpito soprattutto i punti generalisti come bar e ristoranti (-227 locali, -28,3%). A tenere meglio sono state le attività specializzate (-6,8%), con le sale scommesse che sono addirittura aumentate da 44 a 52 unità. Le due sale bingo regionali restano stabili.
Parallelo e speculare è l’aumento dei conti di gioco online attivi tra i residenti umbri: +71,5% tra il 2019 e il 2024, da 135.036 a oltre 231.000. Un dato che fotografa inequivocabilmente la migrazione di una fetta crescente di giocatori verso le piattaforme digitali.

La trasformazione del mercato non è solo una questione economica, ma ha dirette implicazioni sociali e di salute pubblica. Se la quota di umbri adulti (18-84 anni) che gioca è leggermente calata dal 42% al 39% tra il 2019 e il 2024, è esplosa la componente digitale: i giocatori online sono passati dal 5,1% al 7,7% della popolazione adulta. Il quadro della problematicità, seppure in lieve miglioramento, rimane preoccupante: circa 1 giocatore su 7 mostra segnali di vulnerabilità. La quota complessiva di giocatori “a rischio” è scesa dal 15,3% al 13,6%, ma di questi, il 2,9% rientra in un’area moderata o severa.
Una situazione più critica emerge tra i giovani. Nonostante il divieto per i minori di 18 anni, la quota di studenti umbri (15-19 anni) che ha giocato almeno una volta nell’anno di rilevazione è salita dal 44% nel 2019 al 58% nel 2024. In questo segmento, il 6,5% è classificabile “a rischio” e un ulteriore 5% come “problematico”, con valori più alti tra i maschi maggiorenni e una forte associazione con altri comportamenti a rischio.

È su questo terreno, fatto di numeri in corsa e di fragilità da presidiare, che EGP FIPE ha costruito la sua iniziativa a Perugia. Il presidente Emmanuele Cangianelli ha lanciato un appello chiaro alle istituzioni regionali e nazionali, alle Forze dell’Ordine e agli altri attori del settore: “Il gioco deve restare per tutti, dopo i 18 anni, solo uno dei modi per impegnare il tempo libero - ha spiegato - ma per convergere su questo obiettivo serve un patto di responsabilità condivisa”.
Il manifesto presentato chiede con forza “regole certe e uniformi”, con orari di apertura unificati a livello nazionale e una distribuzione equilibrata dei punti vendita, per “non lasciare campo libero al gioco illegale”. Cangianelli ha sottolineato il ruolo degli esercizi fisici come “presidi di legalità” e ha indicato nella tecnologia - dai sistemi digitali di autoesclusione all’uso dell’intelligenza artificiale per il controllo dell’età sui device - un alleato cruciale per la tutela.
L’associazione chiede anche che una parte del gettito dei giochi sia destinata a politiche socio-sanitarie per la prevenzione e il contrasto alle dipendenze, e pone l’accento sulla necessità di “porre fine alla stagione dello squilibrio fiscale e normativo” che ha favorito l’impennata del gioco online, spesso a scapito dell’offerta fisica controllata. “Se lavoriamo in squadra - ha concluso Cangianelli - possiamo davvero essere efficaci. Ma se continuiamo con le contrapposizioni, finiremo per lasciare ampi spazi ai pirati del gioco”.
La sfida per l’Umbria, e per l’Italia, è quindi duplice: governare una transizione digitale inarrestabile senza abbandonare il territorio e i suoi presidi, e farlo costruendo un sistema di regole e tutele che metta al centro la salute dei cittadini e la legalità. I numeri, intanto, continuano a correre.