Si è concluso davanti al Tribunale di Perugia il maxi-processo sulla presunta gestione irregolare dei rifiuti in Umbria, che per anni ha coinvolto i vertici della società ambientale Gesenu. La sentenza odierna ha stabilito quattro condanne con pena sospesa e dieci assoluzioni, tra cui quella dell’ex direttore generale Giuseppe Sassaroli. Il Tribunale ha escluso l’esistenza di un’associazione a delinquere, giudicando infondata l’ipotesi accusatoria e riconoscendo la legittimità dell’operato di parte dei manager coinvolti.
Il Tribunale di Perugia ha emesso quattro condanne con sospensione della pena: Luciano Sisani, Luca Rotondi e Ferdinando Baldini sono stati condannati a un anno di reclusione ciascuno, mentre Furio Baldini a un anno e due mesi. Diverse contestazioni, tuttavia, sono risultate prescritte o non sufficientemente provate, riducendo l’impatto complessivo delle pene e limitando le responsabilità attribuite agli imputati.
L'indagine, condotta tra il 2009 e il 2015, ipotizzava l’esistenza di un sistema finalizzato a ottenere pagamenti indebiti da parte dei Comuni per servizi ambientali presumibilmente mai realizzati. Secondo l’accusa, alcuni responsabili avrebbero falsificato alcune documentazioni relative al trattamento dei rifiuti organici e alla classificazione delle diverse tipologie di scarto, causando anche dei rilevanti danni ambientali.
In particolare, le discariche di Pietramelina e Borgogiglione sarebbero state utilizzate oltre i limiti consentiti, con episodi di smaltimento irregolare dei rifiuti.
Tra le assoluzioni di maggiore rilievo spicca quella di Giuseppe Sassaroli, prosciolto dall’accusa di associazione a delinquere. Altri nove imputati sono stati anch’essi assolti, portando a dieci il totale dei proscioglimenti nel procedimento. La decisione del Tribunale rappresenta un chiaro riconoscimento della legittimità e della correttezza dell’operato dei manager, smentendo le accuse relative a una presunta gestione illecita della società e ribadendo la regolarità della loro condotta professionale.
I legali difensori, tra cui gli avvocati David Brunelli e Chiara Peparello, hanno sottolineato come la sentenza "riconosca la legittimità dell’operato di molti dei manager coinvolti". Il lungo iter giudiziario, durato oltre un decennio, ha avuto profonde ripercussioni sulle vite degli imputati, influenzando assetti societari e ridimensionando l’attività dell’azienda.
Oggi Sassaroli e altri dirigenti guardano al futuro con rinnovata fiducia, "dopo dieci anni di attesa per una verità giudiziaria che restituisce dignità e speranza".
Durante l'istruttoria erano emerse preoccupazioni riguardanti presunti smaltimenti irregolari e l’utilizzo delle discariche oltre i limiti consentiti. Il Tribunale ha riconosciuto la fondatezza di alcuni addebiti solo se supportati da evidenze concrete, escludendo tuttavia l’esistenza di un disegno criminoso organizzato.
Permangono, tuttavia, possibili accertamenti amministrativi e verifiche tecniche sulle pratiche di gestione dei rifiuti, che potranno svilupparsi in ambiti diversi da quello penale, con l’obiettivo di assicurare il pieno rispetto delle normative ambientali.
Il processo ha lasciato un’impronta significativa sull’attività di Gesenu, comportando ridimensionamenti nei servizi erogati, revisione delle strutture gestionali e la necessità di ristabilire la fiducia dei Comuni clienti e dei cittadini. La sentenza costituisce un punto di svolta, offrendo alla società l’opportunità di avviare una fase di rilancio e consolidamento, pur nella prospettiva di eventuali azioni civili o amministrative che potrebbero seguire.
Il procedimento ha messo in luce l’urgenza di rafforzare controlli, trasparenza e strumenti di governance nelle aziende di servizi ambientali, al fine di prevenire irregolarità e garantire la tutela dell’interesse pubblico. Pur escludendo l’esistenza di un’associazione a delinquere, il Tribunale ha delineato con chiarezza i confini tra responsabilità penale e gestione imprenditoriale, fornendo linee guida implicite per una conduzione societaria pienamente conforme alla normativa vigente.