Una giornata che nessuno avrebbe voluto vivere. Una città ammutolita dal dolore, raccolta nel silenzio del lutto e nella rabbia di una tragedia che continua a scuotere le coscienze. Oggi, a Terni, si sono celebrati i funerali di Ilaria Sula, la giovane studentessa di 22 anni brutalmente uccisa dal suo ex fidanzato, Mark Samson, in un gesto folle e irreparabile dettato dalla gelosia. Un femminicidio che ha sconvolto l’Italia intera, lasciando un vuoto profondo nella comunità umbra e tra i banchi dell’università La Sapienza di Roma, dove la ragazza studiava.
Il corteo funebre ha attraversato una città attonita, stretta attorno alla famiglia di Ilaria, in una commozione collettiva che ha visto la partecipazione di autorità civili, accademiche e religiose. In prima fila, il Sindaco di Terni Stefano Bandecchi, il vicesindaco di Terni Riccardo Corridore, il prefetto Antonietta Orlando, il sindaco di Capranica Prenestina — il comune laziale dove è stato ritrovato il corpo della giovane — Francesco Colagrossi, la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi,, la rettrice de La Sapienza Antonella Polimeni e l’assessora alle Pari Opportunità del Comune di Terni, Viviana Altamura.
Proprio Altamura, profondamente scossa, ha affidato a Tag24 Umbria parole cariche di emozione e impegno civile:
“Le sensazioni di oggi sono indescrivibili, non si possono spiegare con le parole. Solo un grande senso di impotenza e una forte vicinanza alla famiglia. Come amministrazione garantiamo alla madre qualsiasi tipo di assistenza, per ogni bisogno. Questa sera ci sarà una fiaccolata in onore di Ilaria, per permettere a chi non ha potuto partecipare ai funerali di esserle vicino. Alle 22.15 faremo suonare la sirena delle acciaierie: un gesto forte, simbolico, per dire che la città si ribella a questa violenza. Non possiamo più accettare che ogni due giorni una donna venga uccisa. Come assessore alle Pari Opportunità metterò in campo ogni risorsa contro questa barbarie che sta stritolando la nostra società. Dobbiamo essere tutte unite contro questo orrore”.
Un messaggio chiaro, diretto, che sintetizza il dolore ma anche la determinazione di chi oggi è chiamato a trasformare la tragedia in azione concreta, in politiche di prevenzione, educazione, tutela.
Questa sera, la città accenderà le luci della memoria e della protesta. La fiaccolata per Ilaria attraverserà le vie del centro, unendosi in un’unica voce che chiede giustizia e un cambiamento profondo. Sarà una marcia silenziosa ma potentissima, perché a parlare saranno gli sguardi, le lacrime e le mani che stringeranno quelle candele come simbolo di un’umanità che non vuole più restare indifferente.
Nel frattempo, anche l’Università La Sapienza si è stretta attorno alla famiglia e alla memoria della studentessa. Le attività didattiche sono state sospese per l’intera giornata, e il campus romano ha abbassato le bandiere a mezz’asta.
"In occasione dell'ultimo saluto alla nostra studentessa Ilaria Sula, vittima di un brutale femminicidio, si comunica che le attività didattiche saranno sospese a partire dalle ore 11.00 di lunedì 7 aprile, e per tutta la durata della giornata.
La Sapienza tutta si unisce nel dolore per la prematura perdita di Ilaria, esprimendo profonda vicinanza alla sua famiglia, ai suoi cari, alle sue colleghe e ai suoi colleghi e a tutti coloro che sono stati colpiti da questa tragica vicenda. In segno di lutto, le bandiere saranno issate a mezz'asta.
La sospensione delle lezioni intende offrire alla nostra Comunità un momento di riflessione sul tema della violenza contro le donne, nonché l'opportunità di partecipare all'ultimo saluto alla nostra Ilaria".
La rettrice Antonella Polimeni ha inoltre annunciato, ai microfoni dell'Ansa, un’iniziativa simbolica e concreta:
“Proporrò agli organi dell’ateneo di intitolare i nuovi spazi di studio, appena ristrutturati, alla memoria di Ilaria. È un modo per ricordarla e per non dimenticare. La memoria è un presidio contro l’indifferenza e la rassegnazione”.
Un gesto che assume un valore profondo, un impegno affinché il nome di Ilaria Sula non venga inghiottito dall’ennesima statistica, ma resti scolpito nella coscienza collettiva.