26 Nov, 2025 - 14:30

Fondo Sanitario, l'Umbria incassa 19 milioni: decisiva alleanza inedita con i governatori del centrodestra

Fondo Sanitario, l'Umbria incassa 19 milioni: decisiva alleanza inedita con i governatori del centrodestra

C'è voluta un'inedita alleanza trasversale, che scardina gli schieramenti politici consolidati. Forse è ingeneroso metterla così, ma la curiosità politica comunque c'è: la presidente dell'Umbria Stefania Proietti conquista 19 milioni di euro in più per la sanità regionale, grazie al sostegno dei governatori del centrodestra.

Un risultato, infatti, ottenuto costruendo personalmente un fronte comune con i governatori di centrodestra di quattro regioni. Giovanni Bucci (Liguria), Marco Marsilio (Abruzzo), Francesco Acquaroli (Marche) e Francesco Roberti (Molise) che hanno appoggiato la battaglia umbra per correggere le disparità nei finanziamenti sanitari, dimostrando come le esigenze dei territori possano superare le divisioni politiche. Unica alleata tradizionale di Proietti la sarda Alessandra Todde del M5S. 

La nuova ripartizione riguarda la quota premiale del Fondo sanitario nazionale

Il crinale era sottile, la posta in gioco importante: ridisegnare le regole della "quota premiale" del Fondo Sanitario Nazionale per il 2025, un piccolo ma significativo 0.25% del FSN, pari a 341 milioni di euro. Al centro del negoziato in Conferenza delle Regioni, un criterio nuovo, a lungo invocato ma mai applicato: la densità demografica e la dispersione territoriale. Caratteristiche che, da sole, descrivono le difficoltà di garantire i Livelli Essenziali di Assistenza in aree interne e complesse dal punto di vista orografico.

La proposta dell'Umbria: così Proietti ha costruito il fronte trasversale

Non è stato un esito scontato. Il percorso per arrivare all'intesa è stato lungo, articolato in multiple sedute della Commissione Salute e della Conferenza delle Regioni. La proposta tecnica, portata avanti con determinazione dalla presidente umbra Stefania Proietti e dalla direttrice regionale della salute Daniela Donetti, ha fatto da perno. Ma da sola non sarebbe bastata. È stata la convergenza politica, costruita pazientemente, a fare la differenza. Una convergenza che ha visto schierati, a sostegno della battaglia umbra, una pattuglia eterogenea di leader regionali.

In questo caso, dunque, è stato rilevante superare le barriere politiche, trovando ascolto presso i colleghi di centrodestra Giovanni BucciMarco MarsilioFrancesco Acquaroli e Francesco Roberti. A questo fronte si è unita, unica voce del centrosinistra, la  presidente della Sardegna Alessandra Todde. Un mix politico inedito, ma coeso dall'obiettivo di correggere una disparità storica. "È stato un percorso che alla fine riconosce e valorizza le Regioni con poca popolazione e situazioni orografiche complesse, finora assolutamente secondarie nella ripartizione del Fondo Nazionale", ha commentato una soddisfatta Stefania Proietti.

"Mi preme ringraziare i Presidenti e gli assessori delle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Liguria, Marche, Molise, Sardegna con cui abbiamo fatto squadra", ha aggiunto Proietti, sottolineando il carattere collettivo della battaglia. "Ci siamo spesi per condurre una 'buona battaglia' di equità e giustizia sociale a vantaggio di Regioni legate dai fenomeni della scarsa densità demografica e dalla dispersione territoriale. Si tratta di un principio di equità imprescindibile, senza il quale sulla sanità pubblica rischiamo di consolidare un paese a due velocità".

Non solo un bonus: la svolta strutturale per il 2026 e il lavoro degli esperti

Il vero valore dell'intesa, tuttavia, non si esaurisce nel plafond aggiuntivo di 19 milioni che l'Umbria si è assicurata per il 2025. La svolta, infatti, è di tipo strutturale. L'accordo politico prevede l'impegno formale a inserire stabilmente il criterio della densità abitativa e della dispersione territoriale a partire dal 2026, all'interno del Fondo cosiddetto 'Indistinto', quello più corposo. Una modifica che richiederà di rivedere i criteri stabiliti dal Decreto Ministeriale del 2022.

Per questo, la Conferenza delle Regioni ha già insediato una Commissione di esperti universitari, selezionati per garantire indipendenza e rigore scientifico. Il loro compito, da assolvere entro due mesi, è consegnare uno studio che delinei criteri oggettivi e innovativi per il riparto del fondo, tenendo conto di tutti quegli elementi - territoriali, sociali ed economici - che influenzano l'erogazione dei LEA. Un lavoro che dovrà tracciare la strada per un riequilibrio concreto.

L'obiettivo dichiarato è ora quello di tradurre questo primo, importante successo politico in una prospettiva seria di riequilibrio tra Regioni 'forti' e Regioni 'piccole' o 'deboli'. Un impegno per garantire, come sancito dalla Costituzione, che il diritto alla salute non abbia, letteralmente, confini dettati dalla geografia.

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Federico Zacaglioni
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