L'area sociale numero dodici, con Orvieto come comune capofila, risulta l’unica esclusa dai finanziamenti regionali destinati al sostegno della famiglia. Complessivamente, oltre mezzo milione di euro sono stati distribuiti alle principali città umbre, tra cui Perugia, Terni, Città di Castello, Gubbio, Foligno, Spoleto, Marsciano, Assisi e Narni, con una media di circa 50 mila euro per ciascuna realtà. La mancata assegnazione a Orvieto è legata all’assenza di un Centro per le politiche della famiglia operativo sul territorio.
In risposta a un’interrogazione della consigliera del Pd Cristina Croce, la sindaca di Orvieto, Tiziana Tardani, ha illustrato la posizione dell’amministrazione: “il centro non è stato ancora attivato perché si attende di realizzare la costruzione della struttura destinata alle famiglie per la quale è partito il cantiere ad Orvieto scalo con i fondi del Pnrr”.
La motivazione ufficiale ha tuttavia incontrato dure critiche da parte di alcuni sindaci della zona. Il primo cittadino di Parrano, Valentino Filippetti, ha contestato l’impostazione tecnica sostenuta dal Comune capofila, sostenendo che per accedere al finanziamento non sia indispensabile una sede fisica già operativa.
Nella ricostruzione di Filippetti:"Non serve un centro per ottenere quel finanziamento ma bastano tre stanze dove stanno tre specialisti. A Orvieto manca una politica in questo settore - sono tre anni che perdiamo i fondi per la lotta alla povertà e tante altre opportunità. Sui fondi Pnrr di cui è capofila il Comune di Narni noi non abbiamo toccato palla. Mancando una guida politica ad Orvieto che è capofila della zona sociale e con una struttura incompleta e male organizzata, basta pensare che il dirigente tecnico della zona sociale è il ragioniere capo e con molti buchi nell’organico ovviamente perdiamo tante opportunità. I sindaci lo sanno ma poi decide Orvieto”.
La mancata costituzione del Centro per le politiche della famiglia ha messo in luce ritardi concreti nell’attivazione di servizi di sostegno alle famiglie e ha generato difficoltà operative nell’ambito della zona sociale 12. La gestione delle risorse, la programmazione degli interventi e la capacità di predisporre progetti cantierabili sono al centro del confronto fra i Comuni riuniti nella conferenza dei sindaci.
A complicare il quadro, rilevano gli interlocutori istituzionali, è la composizione politica dell’assemblea territoriale: all’interno della conferenza il centrodestra è presente con soli due Comuni - Orvieto e Porano - mentre la maggioranza dei Comuni ricade nell’area di centrosinistra. Questa connotazione politico-amministrativa, secondo le amministrazioni coinvolte, pesa sulle dinamiche decisionali e può incidere sull’efficacia e sulla tempestività delle azioni di coordinamento e di implementazione dei servizi.
I finanziamenti regionali rientrano nelle misure previste dal PNRR finalizzate a promuovere la costituzione di Centri per le politiche della famiglia, con l’obiettivo di garantire l’erogazione di servizi integrati a favore di nuclei familiari, minori e anziani. Le linee operative stabiliscono che tali strutture debbano disporre di personale qualificato e offrire prestazioni specialistiche; la presenza di competenze dedicate e l’effettiva operatività dei servizi costituiscono requisiti imprescindibili per l’accesso ai contributi.
La normativa regionale e le procedure di selezione stabiliscono criteri di ammissibilità volti a garantire la capacità operativa dei progetti finanziati; tra questi vi sono la documentazione progettuale, la capacità gestionale e la sussistenza di servizi effettivamente funzionanti sul territorio. In tale quadro, l’assenza di un Centro operativo a Orvieto ha determinato la non ammissibilità della zona sociale 12 ai contributi, in conformità ai criteri stabiliti dalla Regione Umbria.
L’esclusione di Orvieto dai fondi regionali ha sollevato un acceso dibattito politico e istituzionale, mettendo in luce le fragilità nella pianificazione e nella gestione dei servizi territoriali. Per poter accedere nuovamente alle future opportunità di finanziamento non basterà un mero impegno formale: sarà indispensabile la concreta realizzazione della struttura prevista per il Centro per le politiche della famiglia, l’attivazione di un team operativo qualificato e dotato di competenze specialistiche, nonché l’adozione di procedure gestionali trasparenti, coerenti ed efficaci.
Le fasi successive richiedono un monitoraggio costante dell’avanzamento dei lavori edilizi, una strategia mirata di valorizzazione e integrazione delle risorse umane qualificate e l’istituzione di un modello di governance trasparente e partecipato. Solo attraverso questi interventi coordinati sarà possibile garantire l’effettiva operatività dei servizi sul territorio e offrire risposte concrete e durature alle esigenze delle famiglie residenti.