La Fondazione Carit chiude il 2025 confermando una linea di continuità nell’azione a sostegno del territorio. Alla tradizionale conferenza stampa di fine anno, il presidente Emiliano Strinati ha illustrato i principali interventi deliberati dal Consiglio di amministrazione nel suo primo anno di mandato, rivendicando oltre 9,7 milioni di euro destinati a welfare, cultura, sanità, istruzione, volontariato e sviluppo locale, in un contesto internazionale segnato da instabilità geopolitica e incertezze economiche.
“È stato un anno intenso e complesso, condizionato da tensioni e conflitti che hanno generato instabilità e insicurezza”, ha spiegato Strinati. “In questo scenario la Fondazione ha adottato una politica di impiego del patrimonio prudente e diversificata, grazie al supporto di advisor professionisti, riuscendo a garantire una redditività adeguata e il pieno perseguimento delle finalità istituzionali”.

La gestione finanziaria del 2025 ha permesso non solo di mantenere il livello delle erogazioni, ma anche di rafforzare la posizione patrimoniale della Fondazione. Nel rapporto annuale ACRI, la Fondazione Carit si colloca al 31° posto tra le fondazioni italiane e al 14° tra quelle di dimensione medio-grande, con una redditività del patrimonio pari al 6,93%, superiore alla media nazionale del sistema.
Un dato che si accompagna a una distribuzione degli interventi coerente con il quadro nazionale: il 19% degli stanziamenti è stato destinato a contributi fino a 5.000 euro, mentre l’82% ha riguardato interventi di importo superiore, in linea con le altre fondazioni di origine bancaria.
“Il Consiglio di amministrazione ha sostenuto la comunità con risorse importanti, rispettando i documenti previsionali annuali e triennali”, ha sottolineato il presidente. “L’obiettivo resta quello di accompagnare il territorio nelle sfide attuali e future”.
Nel corso dell’esercizio 2025 la Fondazione ha pubblicato sette bandi, per uno stanziamento complessivo di 2,98 milioni di euro, affiancati da iniziative proprie e da interventi straordinari. Particolarmente rilevante l’attività nel settore arte, attività e beni culturali, con eventi che hanno coinvolto istituzioni, associazioni e pubblico, come la mostra “Da Degas a Boldini. Uno sguardo sull’impressionismo tra Francia e Italia” a palazzo Montani Leoni e i concerti ospitati nella chiesa di San Francesco e all’Anfiteatro romano di Terni.
Nel 2025 la Fondazione ha inoltre arricchito la propria collezione con l’acquisizione di opere di Alfred Sisley e Camille Pissarro, entrate a far parte del patrimonio artistico dell’ente.
Sul fronte della sanità pubblica, sono stati destinati oltre 1,5 milioni di euro all’acquisto di nuove apparecchiature per i reparti dell’Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni, contribuendo ai processi di ammodernamento tecnologico del nosocomio. Parallelamente, nel settore istruzione e formazione, la Fondazione ha sostenuto interventi a favore del Conservatorio “Giulio Briccialdi”, oltre a progetti per le scuole del Comune di Narni.
Ampio spazio anche allo sviluppo locale, con il finanziamento del restauro del Teatro di Amelia, in cofinanziamento con la Regione Umbria, e con il progetto TERNI VERDE 2.0, dedicato alla forestazione urbana ed extraurbana. Proseguono inoltre i lavori di restauro del Teatro Verdi di Terni, per i quali la conclusione degli interventi finanziati dalla Fondazione è prevista entro il 30 giugno 2026.

Guardando al prossimo anno, Strinati ha annunciato che nel 2026 le disponibilità economiche previste ammontano a 10.004.588 euro, ripartite tra i settori rilevanti secondo quanto stabilito dal Documento Programmatico Previsionale.
Nel corso della conferenza è stata anche comunicata l’uscita della Fondazione dalla Consulta delle Fondazioni Umbre a partire dal 1° gennaio 2026. “La situazione economica, ambientale e sanitaria del territorio richiede una maggiore concentrazione delle risorse”, ha spiegato il presidente, precisando che la decisione potrà essere rivalutata qualora mutino le condizioni di contesto.
La chiusura del 2025 restituisce così l’immagine di una Fondazione impegnata a mantenere equilibrio finanziario e continuità operativa, con una strategia che privilegia interventi mirati e una presenza stabile nel sostegno allo sviluppo del territorio.