Con lo slogan “Fermiamo le guerre”, la CGIL Umbria – insieme alle Camere del Lavoro di Perugia e Terni – organizza questa sera una serie di flash mob simultanei in dieci città della regione per lanciare un messaggio di pace e opposizione ai conflitti armati. L’iniziativa rientra in un percorso di mobilitazione nazionale per lo stop alle guerre, e si pone "in difesa dei popoli, contro il massacro a Gaza, il riarmo e per la pace". Alle ore 21:30, nelle piazze prestabilite, risuoneranno sirene antiaeree attivate simbolicamente per mandare un messaggio forte contro le guerre e l’escalation militare in corso.
La locandina diffusa dalla CGIL Umbria elenca gli obiettivi principali della mobilitazione: difesa dei popoli, cessazione dei massacri, no al riarmo e promozione della pace. Le sirene d’allarme – ricordo sonoro dei conflitti – uniranno idealmente le piazze umbre in un unico grido di allerta. La mobilitazione nasce dalla preoccupazione per la "pericolosa escalation militare" a livello globale.
"La nostra Costituzione, fondata sul lavoro, ripudia la guerra" recita l’appello diffuso dalla CGIL, che invita il Governo italiano a "dire no a ogni forma di complicità e di supporto militare" nei conflitti in corso. Con questa iniziativa, il sindacato riafferma la priorità della cooperazione internazionale e della solidarietà tra i popoli, chiedendo un cessate il fuoco immediato nelle aree di crisi come Gaza.
La manifestazione si svolgerà in contemporanea alle 21:30 in dieci piazze dell’Umbria, coinvolgendo capoluoghi e centri maggiori della regione. Le città interessate sono:
Perugia – Piazza Italia
Terni – Piazza della Pace
Città di Castello – Piazza Matteotti
Foligno – Piazza San Domenico
Assisi (Santa Maria degli Angeli) – Piazza Garibaldi
Marsciano – Via della Vittoria (Teatro Concordia)
Castiglione del Lago – Piazza Mazzini
Orvieto – Piazza Fracassini
Narni – Piazza dei Priori
Amelia – Piazza XXI Settembre
In ognuna di queste località i cittadini si raduneranno per dare vita a un flash mob serale. L’azione simbolica principale sarà l’attivazione sincronizzata delle sirene antiaeree, un gesto pensato per richiamare l’attenzione sull’emergenza bellica. Il suono delle sirene unirà idealmente tutte le città umbre in un appello collettivo per la pace. Lo slogan “Fermiamo le guerre: per la pace, la giustizia e il diritto internazionale” riassume lo spirito della serata.
In piazza sono attese persone di ogni età: lavoratori, studenti, pensionati, associazioni e semplici cittadini, tutti invitati a partecipare indossando simboli di pace e diffondendo il messaggio sui social.
L’evento nasce da un appello pubblico della CGIL Umbria, che richiama i principi pacifisti della Costituzione italiana. L’articolo 11 della Carta sancisce il ripudio della guerra come mezzo per risolvere le controversie internazionali. Il sindacato sottolinea che l’Italia, in base alla sua storia e alla sua Costituzione, deve rifiutare la logica della guerra. "Chiediamo al Governo italiano di dire no a ogni forma di complicità e supporto militare", si legge nella nota della CGIL.
L’appello si rivolge a tutte le forze pacifiste del territorio per costruire insieme un momento di partecipazione contro la guerra globale, contro il riarmo e contro il massacro a Gaza. L’Umbria viene descritta come "terra di resistenza e di pace", erede di valori antifascisti e pacifisti, chiamata oggi a dare il proprio contributo per un mondo fondato sulla coesistenza pacifica e sul rispetto reciproco. Tra gli obiettivi prioritari: un cessate il fuoco immediato e permanentenella Striscia di Gaza e l’inversione di rotta rispetto alla gestione violenta delle crisi internazionali.
L’iniziativa ha raccolto l’adesione di numerose realtà politiche e civiche. In provincia di Perugia hanno aderito le principali forze del centrosinistra – PD, Alleanza Verdi e Sinistra, M5S – insieme a varie associazioni, tra cui ANPI, Arci, Liberamente Donna e il gruppo giovanile Nuove Ri-Generazioni Umbria. La partecipazione è aperta a tutti i cittadini, senza distinzione di appartenenza politica, religiosa o generazionale.
Già nei giorni scorsi alcuni sindaci hanno manifestato attenzione verso la mobilitazione. Il coinvolgimento del mondo dell’associazionismo e del volontariato, sia laico che cattolico, è particolarmente significativo. L’ANPI, ad esempio, vede nei flash mob un modo per ribadire il "mai più guerre" scolpito nella memoria della Liberazione. Altre realtà pacifiste umbre, come le Donne in Nero e i gruppi No War, stanno rilanciando l’invito alla partecipazione attraverso i canali social e le reti civiche locali.
La mobilitazione si inserisce in un quadro geopolitico instabile. La CGIL Umbria parla di "pericolosa escalation militare": dai conflitti in Medio Oriente alla guerra in Ucraina, fino all’aggressione israeliana a Gaza.
La Striscia di Gaza è teatro di bombardamenti intensi, con centinaia di vittime tra cui donne e bambini. La richiesta più urgente: un cessate il fuoco e l’ingresso immediato di aiuti umanitari. Anche il conflitto in Ucraina, iniziato nel 2022, prosegue con gravi conseguenze: tensioni in Europa, corsa al riarmo, approvazione della proroga dell’invio di armi da parte dell’Italia fino al 31 dicembre 2025.
Nel frattempo, la spesa militare mondiale ha raggiunto nel 2024 la cifra record di 2.718 miliardi di dollari, con oltre il 55% riconducibile ai Paesi NATO. L’Alleanza atlantica chiede agli Stati membri di portare la spesa militare fino al 5% del PIL. Questo orientamento, secondo i promotori della mobilitazione, rischia di causare tagli alla spesa pubblica per finanziare gli armamenti.
"Ogni riarmo prepara nuove guerre", ammoniscono le associazioni pacifiste. Di fronte a questi scenari, l’iniziativa del 9 luglio in Umbria vuole ribadire un messaggio netto: "la guerra non è mai la soluzione, la pace è l’unica via".
Il flash mob umbro fa parte di una mobilitazione nazionale più ampia. In tutta Italia, sindacati e movimenti hanno organizzato iniziative con lo slogan comune "Fermiamo le guerre – Il tempo della pace è ora". La CGIL, insieme alla Rete Italiana Pace e Disarmo e alla coalizione Assisi Pace Giusta, promuove giornate di protesta con oltre 400 organizzazioni aderenti.
Lo scorso autunno più di 80.000 persone hanno manifestato contemporaneamente in sette città italiane. A Firenze, solo pochi giorni fa, si è svolta una fiaccolata per la pace con la partecipazione delle istituzioni locali. Analoghe iniziative sono in programma in altre città: l'11 luglio, ad esempio, è previsto un presidio della CGIL a Reggio Emilia con il messaggio "Stop rearm, stop genocidio".
Questa rete pacifista nazionale chiede un cambio di rotta: dalla logica delle armi a quella del dialogo. L'Umbria, con la mobilitazione di stasera, aggiunge la propria voce al coro nazionale.