L’operazione, in ambito nazionale, “Fiume Sicuro”, a portare i Carabinieri Forestali dell’Umbria a effettuare 53 controlli nei mesi di marzo e aprile. Sono state riscontrate irregolarità nei lavori di manutenzione sul torrente Rasina, nel territorio comunale di Gualdo Tadino. A essere denunciato è stato il titolare di una ditta boschiva incaricata delle operazioni.
Il titolare di una ditta boschiva è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria. L’attività rientrava in un appalto pubblico per la pulizia degli alvei demaniali, autorizzato da specifici nulla-osta idraulici rilasciati dalla Regione Umbria.
Durante i controlli è emerso che la ditta aveva eseguito interventi non previsti: tagliata vegetazione in tratti non autorizzati, realizzati movimenti terra senza permessi e modificazione dello stato dei luoghi nella proprietà pubblica.
Dai controlli è stato rivelato che il numero di alberi tagliati era superiore a quanto consentito, provocando l’interruzione in più punti della continuità della vegetazione ripariale.
Le indagini sono state condotte dai Carabinieri Forestali del Nucleo di Gualdo Tadino nell’ambito della campagna nazionale “Fiume sicuro”. L'operazione, promossa dal Comando Carabinieri Tutela Forestale e dei Parchi, in Umbria ha visto 53 controlli complessivi.
I Carabinieri Forestali hanno esteso i controlli anche alla filiera del legname ricavato, in base alla normativa EUTR sull’origine legale del legno.
I militari, durante le ispezioni, hanno percorso a piedi le sponde di tutti i corpi idrici interessati dai lavori, controllando il rispetto delle prescrizioni impartite dalla Regione e le norme di polizia idraulico-fluviale.
La problematica del taglio della vegetazione fluviale era stata più volte segnalata dalla naturalista gualdese Mara Loreti, da anni in lotta per la tutela degli ecosistemi del territorio.
Il fiume Rasina o Torrente Rasina è un affluente del fiume Chiascio e la Regione Umbria, negli scorsi mesi, aveva annunciato l'avvio dei lavori con i fondi del PNRR per la riparazione delle erosioni spondali lungo il fiume Chiascio: Un fiume noto fin dal Medioevo, infatti Dante ne ha parlato nell'undicesimo canto del Paradiso, quando racconta di San Francesco d'Assisi.
Il progetto, finanziato con un budget di 800 mila euro, rientrava nell'ambito della Missione 2 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), mirando a mitigare il problema delle alluvioni e a ridurre il rischio idrogeologico sul territorio umbro.
Attraverso la riprofilatura delle sponde d'alveo, la creazione di scogliere in massi lapidei naturali e il rinverdimento delle aree circostanti, l'intervento mira a consolidare gli argini esistenti e a ripristinare il corretto deflusso delle acque.
Secondo quanto dichiarato dalla Regione, i lavori, già in corso, procedono secondo le tempistiche previste dalla normativa vigente, che impone la conclusione entro il 2026. La scelta di intervenire sul fiume Chiascio risponde alla necessità di proteggere le aree industriali e gli insediamenti limitrofi dalle condizioni di fragilità del territorio evidenziate durante eventi di piena precedenti.