Una risposta che le istituzioni sperano sia concreta, un patto istituzionale per arginare un'emergenza che mina alle basi il servizio sanitario pubblico. Domani, martedì 25 novembre 2025, nella Sala Riunioni della Prefettura di Terni, si scriverà una pagina importante per la sicurezza di medici, infermieri e operatori. Alle 16.30, sarà infatti sancito ufficialmente il “Protocollo per la gestione degli interventi urgenti nei casi di episodi di aggressione e di violenza” a loro danno. Un accordo che non è solo un documento, ma una strategia d'azione precisa, nata dalla necessità di dare una risposta a una serie di episodi di aggressione sempre più frequenti. Nel frattempo, segnali di modernizzazione arriveranno dall'interno dell'ospedale: all'Endoscopia digestiva del Santa Maria saranno operativi i nuovi armadi di stoccaggio high-tech, finanziati interamente dalla Fondazione Carit, a testimonianza di un'attenzione alla qualità delle cure che procede di pari passo con quella alla sicurezza del personale.
Un'intesa che metterà in rete tutte le forze in campo, con un obiettivo chiaro: prevenire e gestire in modo tempestivo ed efficace gli atti di aggressione e violenza che sempre più spesso colpiscono i lavoratori dell’Azienda Ospedaliera “Santa Maria” di Terni mentre svolgono il loro delicato lavoro. A siglare il documento saranno i massimi rappresentanti delle istituzioni locali: il Prefetto Antonietta Orlando, la Presidente della Giunta Regionale dell'Umbria, Stefania Proietti, e il Direttore generale dell’Azienda Ospedaliera “S. Maria” di Terni Casciari. All'importante appuntamento non mancheranno i vertici provinciali delle Forze di Polizia, elemento che sottolinea la natura operativa e di sicurezza pubblica dell'accordo.
Il protocollo, il cui testo completo sarà reso noto dopo la firma, definirà in maniera chiara e univoca le procedure da attivare nel momento in cui si verifica un episodio di violenza, fisica o verbale, all'interno delle strutture sanitarie. L'obiettivo è duplice: da un lato, garantire un intervento immediato e coordinato per proteggere il personale sanitario e ripristinare la sicurezza, dall'altro, assicurare un supporto adeguato – sia di natura psicologica che legale – alle vittime di queste aggressioni. La “rete territoriale” menzionata nel titolo del documento rappresenterà il cuore dell'accordo: un meccanismo collaudato che coinvolgerà Prefettura, Regione, Direzione ospedaliera e Forze dell'Ordine, per non lasciare solo nessuno di fronte a episodi che, oltre al danno fisico, provocano profonde ferite morali e un logoramento della professione.

Mentre le istituzioni lavoreranno per la sicurezza delle persone, parallelamente si agirà per potenziare la sicurezza delle cure e l'efficienza dei reparti. È il caso del reparto di Endoscopia digestiva del Santa Maria, dove si concluderà un importante intervento di ammodernamento. Dopo i lavori di rifacimento dei locali, saranno infatti pienamente operativi i nuovi armadi per lo stoccaggio degli endoscopi. Un investimento di 75mila euro, reso possibile grazie al finanziamento della Fondazione Carit, che segnerà un salto di qualità nelle procedure di sterilizzazione e conservazione degli strumenti.
Questi sistemi, all'avanguardia, non sono semplici mobili, ma veri e propri presidi tecnologici. Consentiranno il posizionamento orizzontale di 30 endoscopi contemporaneamente, una caratteristica non secondaria che garantirà un'asciugatura ottimale degli strumenti flessibili, eliminando ogni rischio di contaminazione crociata. La tecnologia impiegata assicurerà il mantenimento dell'integrità microbiologica degli endoscopi per diversi giorni, un fattore cruciale per la prevenzione delle infezioni correlate all'assistenza.
Ma ci sarà di più. I nuovi armadi saranno dotati di un'architettura software sofisticata che permetterà la completa tracciabilità delle procedure. Il sistema sarà in grado di sintetizzare tutte le informazioni salienti relative al "post-processing" di ogni singolo endoscopio, creando un registro digitale e inviolabile. Questo si tradurrà in un livello di controllo superiore, efficienza gestionale e, in ultima analisi, in una garanzia di sicurezza aggiuntiva per il paziente. Un intervento, quello della Fondazione Carit, che andrà a potenziare un reparto di eccellenza, dimostrando come il sostegno del privato sociale possa essere determinante per colmare gap tecnologici e migliorare concretamente l'operato del servizio sanitario pubblico. Due facce della stessa medaglia: proteggere chi cura e offrire, a chi è curato, strumenti sempre più sicuri e all'altezza.
